P.A.E. Direttiva europea 63/2010: faziosa e fuorviante la mozione dei pro-vivisezione anteposti interessi delle lobby alla salute pubblica
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Il PAE replica ai presidenti di camera e senato
di Redazione
ROMA, 17 LUG. - Di seguito il documento inviato ai presidenti di Senato e Camera, al presidente del Consiglio, al ministro della Sanità in risposta alla mozione dei ricercatori pro-vivisezione
"In relazione all'appello lanciato da Garattini e da altri direttori di alcuni centri di Ricerca, noti sostenitori della sperimentazioni su animali, relativo al recepimento della Direttiva Europea sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici riscontro soltanto motivazioni faziose e fuorvianti finalizzate a condizionare i media e la classe politica chiamata a dare una puntuale risposta in merito alla sperimentazione su animali" - sostiene il presidente del PAE, Stefano Fuccelli - " E' bene ricordare che gli autori dell'appello rappresentano solo una parte della comunità scientifica a favore della sperimentazione animale e supportata da note case farmaceutiche e da lobby di allevatori e fornitori di animali, contrariamente a quanto impropriamente sostenuto dagli scienziati dell'Accademia dei Lincei nella mozione inviata ai presidenti di Senato e Camera al presidente del Consiglio, al ministro della Salute ed all'Università ,, visto che una autorevole rappresentanza scientifica internazionale di recente ha offerto supporto al Parlamento Europeo all'iniziativa dei cittadini europei StopVivisection il cui obiettivo è appunto quello di chiedere all'Esecutivo comunitario di abrogare la direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e a presentare una nuova proposta di legge che abolisca l'uso della sperimentazione su animali."
"Ed ancora i medesimi direttori scientifici non possono ignorare, fatto grave, che l’ipotesi di predittività del modello animale nello studio delle malattie umane, reazioni a farmaci, vaccini o sostanze destinati all’uomo non è mai stata verificata e rimane attualmente un fatto controverso. Non è infatti possibile reperire in letteratura alcuno studio di predittività /validazione del modello animale, seppure quest’ultimo sia notoriamente acclamato quale predittivo ed universalmente accettato come standard aureo.
Ormai i ricercatori scientifici sono consapevoli che la prova sull'animale è il miglior strumento per costruire curriculum e pubblicazioni scientifiche, ma è soprattutto utile per fornire la risposta più favorevole agli interessi delle aziende produttrici: la sperimentazione animale è l'alibi per una sperimentazione sull'uomo senza adeguate garanzie (è l'uomo la vera cavia per ogni nuovo prodotto immesso sul mercato); consente ai produttori di predeterminare la risposta di qualsiasi test (basta variare la specie animale usata); fornisce alle aziende produttrici l’incertezza della prova: consente di affermare, prima delle prove cliniche sull’uomo, che non vi è pericolo in quanto tutti i test su animali approvati ed indicati come obbligatori dagli organi regolatori sono stati eseguiti. Come pure di affermare, una volta avvenuto un disastro farmacologico, che le prove su animali non sono predittive, permettendo alle aziende di aggirare le responsabilità penali, civili e il pagamento dei danni causati agli esseri umani."
" Oltretutto quanto affermato dai direttori scientifici circa l'inesistenza di vere alternative al modello animale corrisponde a falsa informazione, in contrasto con la ricerca che usa e sviluppa modelli alternativi a livello mondiale ed in netto contrasto con l’aver istituito al Ministero della Salute visto il “Tavolo tecnico sui metodi alternativi alla sperimentazione animale” inaugurato dal precedente ministro della Salute Balduzzi e proseguito dall'attuale ministro Lorenzin." - conclude il presidente del PAE.
Candida Nastrucci (biochimico clinico, biologo molecolare ed esperta in alternative), Susanna Penco (biologa ed esperta in modelli cellulari 3D di organi ricostituiti) e il chimico Massimo Tettamanti (esperto di metodi alternativi nella didattica), ovvero i tre scienziati esperti in metodi alternativi e protagonisti al Tavolo ministeriale sui metodi alternativi alla sperimentazione animale confermano che “lo sviluppo e l'uso dei metodi alternativi sostitutivi al modello animale costituiscono il futuro della ricerca biomedica e farmaceutica avviata verso una medicina personalizzata per l'individuo e non approssimata nell'estrapolazione di risultati provenienti da specie animali diverse che non sono predittivi per l'organismo umano”. “Una decisione del Senato e della Camera di sostegno e finanziamento concreto ai metodi alternativi sostitutivi alla sperimentazione animale, uso, sviluppo e divulgazione, porterebbe l'Italia verso il progresso medico e scientifico che ci si aspetta da un paese europeo all'avanguardia nella ricerca europea e mondiale. Basti pensare agli investimenti della Germania il cui Governo ha stanziato 43 milioni di euro per un programma nazionale finanziato dal Ministero dell’Educazione e Ricerca Tedesco che coinvolge 69 gruppi di ricerca "The Virtual Liver Network", un progetto di fisiologia virtuale che cerca di creare una rappresentazione del fegato per essere in grado di fare predizioni realistiche sulla fisiologia umana. Una efficace predittività di metodi per conoscere gli effetti tossici di un farmaco sul fegato umano puo’ avere un impatto sull’economia e i servizi sanitari nazionali e puo’ cambiare il modo in cui si disegnano gli esperimenti di ricerca e renderli piu’ efficienti e efficaci perche’ specifici per l’uomo.”.
In aggiunta "Negli Stati Uniti sono stati recentemente stanziati 2 miliardi di Dollari per il Progetto ToxCast per ricercare modelli cellulari in vitro piu’ predittivi e piu’ rapidi per la valutazione delle proprietà tossicologiche sull’essere umano, visto che i modelli animali attualmente in uso si sono rivelati inefficaci."
Gli scienziati sulle alternative aggiungono: "Bisogna quindi investire in maniera sostanziale nella ricerca e nella divulgazione scientifica dei metodi alternativi sostitutivi, questo è un modo naturale per avanzare la conoscenza e l'uso di questi metodi, poco conosciuti e poco usati in Italia anche a causa degli esigui finanziamenti per sviluppare e usare le alternative e l'assenza quasi totale di preparazione scientifica per la formazione di ricercatori specializzati nelle alternative sostitutive. Questo passaggio all'uso dei metodi alternativi sostitutivi nella ricerca scientifica e biomedica è obbligatorio per arrivare ad un cambiamento epocale che porti cure mediche efficaci, specifiche e "personalizzate" con meno rischi per l'uomo, meno costi per curare gli effetti collaterali dei farmaci, indice dell'avanzamento di un paese e anche volto al contenimento di spese non necessarie"
In queste ore la ricercatrice Candida Nastrucci è in audizione alla Camera a margine della seduta sull'importanza delle alternative alla sperimentazione animale nella ricerca.
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