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Roma. Ok al restauro del Colosseo. Respinto il ricorso del Codacons

Il Colosseo a Roma. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 31 LUG. - La sesta sezione del Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso in appello presentato dal Codacons che contestava il contratto di sponsorizzazione con il Gruppo Tod's di Diego Della Valle per il restauro del Colosseo. E il Codacons annuncia ricorso. Per il collegio, il Codacons, inteso come associazione di consumatori e utenti, appare privo di legittimazione a ricorrere contro la sentenza del Tar. "L'acquisizione del finanziamento, il progetto di restauro e gli equilibri sinallagmatici, accettati dall'Amministrazione nei confronti dello sponsor - si legge nel provvedimento del Consiglio di Stato - corrispondono a scelte sindacabili solo nei limiti, generalmente riconosciuti in tema di impugnazione di atti discrezionali". E le considerazioni del Codacons "non sono rapportate a specifici fattori di incongruita' o illogicita' del contratto di sponsorizzazione", ma fanno riferimento "alla genericita' ed ambiguita'" di una sponsorizzazione, che avrebbe determinato ingiustificata riduzione delle risorse, destinate alla tutela storico-artistica di un patrimonio dell'umanita', in termini di diminuite disponibilita' di mezzi economici per il restauro, con "supina" recezione di un accordo, che consegnerebbe il Colosseo "nelle mani di un noto gruppo industriale". Per i giudici del Consiglio di Stato, tali considerazioni - "connesse a valutazioni discrezionali dell'Amministrazione, circa l'equilibrio sinallagmatico del contratto di sponsorizzazione - non trovano alcun concreto riscontro nel caso di specie, tenuto conto dei contenuti dell'accordo. Una posizione legittimante non e' d'altra parte ravvisabile, in ordine al perseguimento di una ipotetica (e del tutto indimostrata) ottimizzazione della qualita' dei servizi e delle maggiori risorse che avrebbero potuto essere ottenute in sede di trattativa, essendo questi interessi generali della collettivita', oggetto di scelte di indirizzo e gestione discrezionale della pubblica amministrazione, cosi' come non e' consentito che l'interesse dedotto in giudizio riguardi soltanto una parte delle categorie rappresentate, potendosi in caso contrario configurare una situazione di conflitto di interessi dell'associazione stessa con alcuni dei soggetti rappresentati, o una non consentita sostituzione processuale". Ma il Codacons non si arrende e annuncia ricorso: "Nessuno sembra voler giudicare il contratto di sponsorizzazione del Colosseo e i giudici scappano sostenendo l'assenza di legittimazione della nostra associazione ad impugnare gli atti, perche' il monumento Colosseo non rientra nella materia ambientale".





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