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Cgia accusa le banche: preferiscono i titoli di stato che dare soldi alle aziende

I titoli di Stato. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 3 AGO. - "Le banche non si fidano piu' delle imprese: sono sempre piu' insolventi ed allora molti istituti hanno deciso di non rischiare investendo sui titoli di stato". A dirlo e' la Cgia di Mestre che sottolinea: dal dicembre 2011 al maggio di quest'anno (ultimo dato disponibile) i titoli di Stato detenuti dalle banche residenti in Italia sono aumentati dell'88,5%: all'inizio del periodo di osservazione i titoli posseduti ammontavano a 209,6 miliardi, ora hanno raggiunto quota 395,1 miliardi (variazione assoluta +185,5 miliardi). Per contro, i prestiti erogati dal nostro sistema creditizio alleato imprese sono diminuiti del 5%, che in termini assoluti corrispondono a meno 49,3 miliardi di euro erogati. Sempre in questo periodo, spiega la Cgia di Mestre, le sofferenze in capo al sistema imprenditoriale sono aumentate del 29,4% (variazione assoluta + 23,7 miliardi) che, a maggio di quest'anno, hanno raggiunto un volume di 104,2 miliardi di euro. Dalla Cgia fanno notare che l'analisi ha avuto inizio dal dicembre 2011. Questo periodo, infatti, coincide con la prima operazione realizzata dalla Bce che ha portato nelle casse delle nostre banche 58 miliardi di euro di rifinanziamento netto a cui si sono aggiunti altri 74 miliardi di euro prestati nel febbraio del 2012. Complessivamente, i due prestiti hanno consentito di "rafforzare" le casse dei nostri istituti di credito per 132 miliardi di euro netti ad un tasso dell'1%. La tendenza, aggiunge la Cgia, si e' rafforzata anche in questa prima parte dell'anno: tra il dicembre 2012 e il maggio 2013, lo stock dei titoli di Stato in possesso delle banche e' cresciuto di 64 miliardi di euro; le sofferenze in capo alle aziende sono cresciute di 4,2 miliardi; mentre gli impieghi alle imprese sono diminuiti di 17,1 miliardi. "Quel mare di denaro erogato dalla Bce tra il dicembre 2011 e la fine di febbraio 2012 - afferma Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - e' stato investito dalle nostre banche soprattutto in Bot, in Btp o in Ctz. Investimenti redditizi e a basso rischio. Tuttavia - prosegue Bortolussi - sarebbe ingeneroso criticarle per queste scelte. Se hanno deciso di acquistare i nostri titoli di Stato in maniera cosi' massiccia, non possiamo disconoscere che cio' a contribuito ad immettere una forte dose di liquidita' nel sistema salvando l'Italia dal crack finanziario. Ora, pero', e' indispensabile ritornare ad investire nell'economia reale. Sono consapevole che le banche non sono degli istituti di beneficenza, ma delle imprese private che devono fare utili. Cio' detto, il nostro sistema produttivo e' sempre piu' in difficolta' e i dati relativi all'aumento delle sofferenze lo dimostrano. Pertanto, e' necessario che tutti gli istituti di credito, cosi' come hanno continuato a fare in questi durissimi anni di crisi le Banche di Credito Cooperativo, le Popolari e le Casse di Risparmio, ritornino a rischiare assieme il sistema produttivo, altrimenti corriamo il pericolo di non essere in grado di superare questo momento cosi' difficile".





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