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Kossovo, rapporto Amnesty: l'Onu deve rimediare ai fallimenti nelle indagini sugli scomparsi

Il logo di Amnesty International. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 27 AGO. - In un rapporto lanciato alla vigilia del dibattito che si svolgera’ il 29 agosto al Consiglio di sicurezza, Amnesty International ha denunciato che la Missione di amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite in Kossovo (Unmik) ha clamorosamente mancato di indagare sul rapimento e sull’uccisione di serbi kossovari nel periodo successivo al conflitto del 1998-99. ‘Il fallimento dell'Unmik nelle indagini su quello che ha costituito un diffuso e sistematico attacco contro la popolazione civile e che potrebbe configurarsi come crimine contro l'umanita’, ha favorito il clima di impunita’ che prevale in Kossovo’ - ha dichiarato Sian Jones, ricercatrice di Amnesty International sul Kossovo. Non c'e’ prescrizione per i crimini contro l'umanita’. Questi devono essere indagati e le famiglie delle persone rapite e uccise devono essere risarcite. Le Nazioni Unite non possono continuare a venir meno alle loro responsabilita’. Nel rapporto ‘Kossovo, l’eredita’ dell’Unmik: mancata giustizia e riparazione per i familiari delle persone rapite’, Amnesty International denuncia come l'Unmik non sia riuscita a indagare sulle denunce di rapimenti e uccisioni, nonostante uno degli incarichi affidatole dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fosse proprio la tutela dei diritti umani in Kossovo. Il rapporto si basa sui risultati iniziali del Gruppo di lavoro sui diritti umani (Hrap) istituito dal’Unmik per ricevere le denunce di coloro che ritengono che i propri diritti siano stati violati dalla stessa Unmik. L’Hrap ha ricevuto circa 150 denunce da parenti di persone scomparse, principalmente serbi kossovari che si presume rapiti da membri dell'Esercito di liberazione del Kossovo (Uck). In ogni denuncia si sostiene che l'Unmik non abbia saputo indagare in modo adeguato. L’Hrap ha rilevato che in diversi casi l'Unmik non e’ stata in grado di presentare alcuna prova che l'inchiesta fosse stata compiuta, mentre in altri la polizia dell’Unmik sembra aver interrotto le indagini non appena il corpo della vittima era stato consegnato ai parenti. In un caso, la polizia dell’Unmik era persino ignara che due corpi erano gia’ stati ritrovati e restituiti alla famiglia per la sepoltura. Nonostante le conclusioni e le raccomandazioni dell’Hrap, non sembra che l’Unmik abbia preso ulteriori misure per fornire risarcimento e riparazione. Anche se il rapporto si focalizza sui rapimenti di serbi del Kossovo, presumibilmente da parte dell’Uck, le ricerche di Amnesty International hanno evidenziato che anche nelle indagini sulle sparizioni forzate di persone di etnia albanese da parte delle forze serbe l’Unmik non ha conseguito risultati migliori. A partire dal biennio 1999-2000, Amnesty International ha monitorato l’operato dell'Unmik in una serie di casi emblematici di sparizione forzata e rapimento. In cinque casi, che riguardano la sparizione forzata di 27 albanesi, nessun colpevole e’ stato ancora assicurato alla giustizia. In altri 10 casi, relativi al rapimento di 13 serbi e rom, un solo responsabile e’ stato assicurato alla giustizia, ma dalle autorita’ serbe. Per quasi un decennio dopo il conflitto, la polizia dell'Unmik e i pubblici ministeri non hanno saputo avviare tempestivamente indagini efficaci, indipendenti, imparziali e accurate sulle numerose segnalazioni di sparizioni forzate e rapimenti. Di conseguenza, pochi dei sospettati per crimini di guerra e contro l'umanita’ sono stati assicurati alla giustizia nei tribunali internazionali o nazionali. ‘Gli anni sono passati e il destino della maggioranza dei dispersi su entrambi i fronti del conflitto e’ ancora irrisolto, con le loro famiglie ancora in attesa di giustizia. I casi considerati finora dall’Hrap rivelano come le vittime di violazioni dei diritti umani siano state lasciate nel limbo a causa della mancanza di volonta’ all'interno del sistema delle Nazioni Unite per garantire che ricevessero un risarcimento adeguato e altre forme di riparazione’ – ha commentato Jones. Le responsabilita’ dell'Unmik in materia di ordine pubblico e giustizia sono cessate il 9 dicembre 2008, quando la Missione dell'Unione europea per lo stato di diritto in Kossovo (Eulex) ha assunto funzioni giudiziarie e di polizia. Questo passaggio di consegne ha incluso la responsabilita’ per l'accertamento e il perseguimento di reati gravi, compresi i crimini di diritto internazionale. L’Eulex ha cosi’ ereditato 1.187 crimini di guerra che l'Unmik aveva omesso di indagare. ‘Mentre ora spetta all’Eulex aprire le indagini su casi di rapimenti e omicidi compiuti nel dopoguerra, l'Unmik deve rendere disponibili fondi sufficienti per assicurare ai parenti degli scomparsi compensi adeguati ed effettivi per i danni morali e per il loro dolore e la sofferenza, in conformita’ con la legge e gli standard internazionali’ – ha sottolineato Jones. ‘Le eredita’ del conflitto in Kossovo devono essere risolte. E per risolverle bisogna scoprire la verita’ sul destino delle persone scomparse di tutte le comunita’ del Kossovo, portare di fronte alla giustizia i responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanita’ e fornire riparazione. Solo quando questo accadra’, le ferite del passato potranno rimarginarsi’ – ha concluso Jones.





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