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Trani. Sequestrato impianto di depurazione dalla Gd.Costiera

L'impianto sequestrato. (foto di Luca Turi) ndr.

di Redazione

TRANI (BT), 28 AGO. (LUCA TURI) - Nella mattina odierna, in esecuzione di decreto emesso dall’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Trani, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dottor Antonio SAVASTA, personale militare del Nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Bari, unitamente a militari del Comando Gruppo Guardia di finanza di Barletta, ha sottoposto a sequestro preventivo l’impianto di depurazione della città di Trani e la relativa condotta di scarico a mare. Il provvedimento autorizza la facoltà d’uso dell’impianto, esclusivamente ai fini dell’immediata attuazione delle opere di adeguamento ed all’immediato abbattimento dei valori chimici delle sue acque di scarico, riscontrati non conformi ai limiti non superabili previsti dal decreto legislativo 152 del 2006. Complessivamente, risultano indagate 8 persone. Tra di esse, due legali rappresentanti dell’Acquedotto pugliese S.p.A. (soggetto gestore dell’impianto), l’amministratore unico della Pura depurazione S.r.l. (società esecutrice della conduzione, manutenzione, controllo e custodia del depuratore), il presidente della Commissione di collaudo, un dirigente della Regione Puglia, il Presidente e due funzionari dell’Autorità idrica pugliese. I reati contestati attengono a: 1) gravi illeciti ambientali quali il danneggiamento aggravato delle acque pubbliche, il getto pericoloso di cose, il deturpamento di bellezze naturali, il superamento dei valori tabellari nello scarico in acque superficiali, il deposito e trattamento – in assenza di autorizzazione - dei fanghi prodotti dall’impianto di depurazione, l’emissione in atmosfera – in assenza di autorizzazione – di gas prodotti dall’impianto di depurazione; 2) reati contro la pubblica amministrazione, quali l’omissione di atti d’ufficio, l’interruzione di un servizio di pubblica necessità, la frode e l’inadempimento di contratti nelle pubbliche forniture; c) violazioni delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro). Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani (Dott. Antonio Savasta), sono state svolte da militari specializzati del Nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Bari e si sono avvalse delle risultanze tecniche emerse dal lavoro svolto dai consulenti nominati dalla stessa procura tranese. La corposa ed articolata attività investigativa ha consentito di accertare l’attuale e persistente stato di degrado ed abbandono dell’impianto di depurazione di Trani che, di fatto, non è adeguato alle reali esigenze della popolazione a cui è asservito e, pertanto, non riesce a garantire il trattamento delle acque reflue ricevute. Si tratta di un impianto obsoleto, che necessita di improcrastinabili lavori di adeguamento alle mutate esigenze cittadine ed alla normativa europea, tenuto conto che le opere di ammodernamento appaltate in passato non sono mai state portate a termine e che quelle in parte realizzate non sono mai state collaudate. Tale stato di fatto determina un perdurante inquinamento delle acque marine del litorale tranese e, di conseguenza, una situazione di pericolosità per la salute pubblica, in relazione alla quale si è resa necessaria l’adozione dell’odierno provvedimento cautelare.





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