Bari. Tdme, ogni giorno aggressioni a medici ma nessuno denuncia
Le corsie degli ospedali. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 4 SET. (ADNKRONOS SALUTE) - "Un problema in aumento, sottostimato e che non gode assolutamente della giusta attenzione da parte dei politici". Cosi' Mario Falconi, presidente del Tribunale dei diritti e dei doveri del medico (Tdme), definisce il fenomeno delle aggressioni ai danni dei medici, "in crescita anche a causa della crisi, della riduzione delle prestazioni sanitarie e del fatto che le persone sono sempre piu' esasperate". Ultima vittima in ordine di tempo una psichiatra che lavorava nel Servizio di igiene mentale di via Tenente Casale a Bari, uccisa questa mattina con numerose coltellate, si sospetta da un paziente.
"Chi lavora nei centri di Igiene mentale e' chiaramente piu' a rischio, il paziente con problemi psichici puo' sempre 'scoppiare' da un momento all'altro - dice Falconi all'Adnkronos Salute - ma ugualmente in pericolo sono anche i medici addetti ai dipartimento di Emergenza-urgenza, dove c'e' maggiore affollamento e le persone pensano sempre che il loro problema sia piu' grave di altri e per questo perdono le staffe facilmente. Per non parlare delle guardie mediche notturne, specialmente donne, che spesso vengono chiamate da sedicenti malati, che in realta' hanno solo brutte intenzioni. O ancora, i 'camici bianchi' che lavorano in centri sperduti, in solitudine, senza alcuna protezione. E' un problema davvero grave, reale, che abbiamo denunciato piu' volte, ma contro il quale non e' stato fatto niente. Personalmente sono molto arrabbiato con i nostri politici, che di fronte a un fenomeno di questa portata non muovono un dito".
Secondo Falconi, "ogni giorno avvengono episodi del genere, ma quelli che finiscono sulle pagine delle cronache sono solo i piu' eclatanti, perche' ormai nessun medico denuncia l'accaduto. Tanto non ottiene nulla. Molte volte si tratta di violenza verbale, che sembra diventata un'abitudine fra i pazienti, pero' a volte si sfocia in episodi gravissimi come quello di oggi o quello della dottoressa stuprata e uccisa nel 2003 in Sardegna. Allora iniziai la mia battaglia che, purtroppo, non ha portato a una vittoria. E mentre parliamo, questa notte molte donne e uomini monteranno ancora una volta per la loro guardia medica notturna, fra mille rischi e senza protezione. Negli ospedali invece ci sarebbe bisogno di speciali unita' di crisi, di sistemi di sorveglianza simili a quelli che si usano in banca. Invece continuiamo come se nulla fosse".
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