Calcio. Intervista a Francesco Caracciolese: nuovo colpo della Virtus Putignano
Francesco Caracciolese. (foto V.P.) ndr. |
di Redazione
PUTIGNANO (BA), 27 SET. - Non paga di una campagna acquisti monstre, che ha rivoluzionato la rosa per renderla competitiva in Promozione, la dirigenza della Virtus Putignano ha regalato a Vito Castelletti un ultimo colpo, la ciliegina sulla torta: Francesco Caracciolese. Stiamo parlando di un giocatore che, prelevato in Eccellenza dal Terlizzi, ha visto sviluppare la sua carriera prevalentemente nel mondo dei professionisti, con tante apparizioni e reti messe a segno in serie C1 e C2, e che, nell'estate del 2003, ha apposto il suo autografo su un contratto che lo avrebbe legato per tre anni ad una delle grandi del nostro calcio: la Fiorentina.
Proprio con lui, fresco di firma con la Virtus, abbiamo ripercorso la sua vita calcistica, partendo però dalla fine.
Cosa ti ha convinto a scendere in Promozione per giocare a Putignano?
"Mi hanno convinto i due presidenti, prospettandomi un progetto serio".
Conosceva l'allenatore Castelletti?
"Lo conoscevo da avversario: più di una volta ci ho giocato contro e mi è capitato anche di fargli gol!".
Conoscevi già qualcuno dei nuovi compagni?
"Conoscevo Ricci, con cui ho giocato a Rutigliano più di dieci anni fa, e De Luisi, che ho affrontato da avversario".
Che impressione ti sei fatto della tua nuova squadra? Pensi che l'ambizione di raggiungere la promozione in Eccellenza abbia fondamento?
"Per ora ho fatto un solo allenamento con la squadra, per cui non posso sbilanciarmi sulle sua potenzialità . Di certo due difensori come Ricci e De Luisi non ce li hanno in tanti in questa categoria".
Sei un attaccante. Nel 4-3-3 di Mister Castelletti in quale posizione ti sentiresti più a tuo agio?
"A questa età posso adattarmi a tutti e tre i ruoli d'attacco. Deciderà il mister".
Sei cresciuto nelle giovanili del Bari. Cosa ti ha insegnato, calcisticamente e non, quel periodo?
"Ero in un'età in cui si pensa più che altro a divertirsi, non a quello che vuoi fare da grande. Certamente il settore giovanile del Bari dà un'ottima preparazione per affrontare anche campionati d'alto livello".
Dopo il Bari, 3 anni a Rutigliano in Serie D. Il terzo anno l'esplosione: 17 reti in 33 partite. Sentivi di aver dato una svolta alla carriera?
"Quei tre anni furono straordinari. Io e altri 3-4 compagni di squadra spiccammo il volo e raggiungemmo squadre blasonate. Potevo fare molto di più, ma un po' per colpa mia, un po' per le squadre in cui ho giocato, mi sono fermato alla serie C1".
Quali colpe imputi a te stesso?
"Da giovane ero impulsivo. Se avessi avuto l'esperienza di adesso, che mi porta a contare ogni volta fino a dieci, magari a quest'ora..."
La squadra blasonata che ti chiama è la Fiorentina. Cosa hai provato in quel momento?
"Una gioia immensa. Non capita tutti i giorni di firmare un triennale con la Fiorentina. Avremmo dovuto disputare la C1, ma quell'anno i viola furono ripescati in Serie B e noi fummo girati in prestito in altre parti d'Italia".
Come hai vissuto l'esperienza del prestito?
"Fui prestato al Gubbio, una società seria e rinomata per il modo di fare calcio. Ho vissuto quell'esperienza, come sempre, cercando di far bene e di arrivare più in alto possibile, sia personalmente che con la squadra".
Nel 2005 ti chiama il Manfredonia e la tua carriera si sposta stabilmente in Puglia, ad eccezione della Cisco Roma nel 2008-2009. A quale delle squadre pugliesi resti più affezionato?
"Ho ottimi ricordi sia di Barletta che di Monopoli: mi sono tolto grandi soddisfazioni professionali in quelle piazze calde e importanti e ho avuto un ottimo rapporto con le tifoserie".
Quanti anni di carriera credi di avere davanti?
"Per come va il calcio adesso non posso fare nessun tipo di programma. Potevo tranquillamente giocare ancora oggi in Eccellenza o Serie D, ma ho perso la motivazione di confrontarmi con le categorie più alte: vedo gente inattiva un anno, o che ha reso poco la stagione precedente, riuscire a trovare una squadra solo grazie a conoscenze personali. Inoltre è frequente non vedere più uno stipendio già da ottobre o novembre se la squadra non è ai primi posti. Chi ha famiglia ha bisogno di una certa stabilità economica: per questo ho preso la decisone di lavorare la mattina e giocare il pomeriggio".
Cosa pensi della cittadina di Putignano?
"A Putignano mi lega un fantastico ricordo: 10 mesi fa qui è nato mio figlio Michele. Per questo non posso che parlarne bene!"
Te la senti di fare una promessa ai tifosi della Virtus?
"Darò il massimo e cercherò di portare questa squadra il più alto possibile. Spero si crei entusiasmo e lo stadio sia sempre pieno. A partire già dal derby di domenica con l'Alberobello. Ovviamente dovremo essere bravi anche noi, con i risultati, ad attirare sempre più gente".
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