CEP Foggia: evitiamo il coprifuoco
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Piazzola autobus vandalizzata (foto Nico Baratta) ndr. |
di Nico Baratta
FOGGIA, 13 SET. - "Evitiamo che al quartiere CEP di Foggia si viva con il coprifuoco"
Sembrerebbe una battuta
per far notizia e invece è lo stato attuale che i residenti di quell'area urbana vivono da molto tempo. A nulla son valse le centinaia di segnalazioni
fatte alla Forze dell’Ordine, alla stampa, a chi ha ottenuto voti da quelle
parti e oggi dimentica chi li fa sedere in banchi istituzionali.
La situazione del
quartiere CEP di Foggia è grave: delinquenza, degrado, inciviltà ,
menefreghismo, abbandono, sono le crude realtà che tutti i santi giorni cittadini
attivi e innamorati del proprio quartiere devono affrontare per vivere nella
straordinarietà , poiché la normalità sguazza nell'illegalità .
Basta farsi un giro
nella piazza antistante la Chiesa di San Paolo che lo scenario poc'anzi descritto
prende forma. Panchine rotte, pluviali della chiesa divelti, cabine del
telefono e della piazzola di sosta degli autobus distrutte, giardini sporchi e
color ocra anziché verdi, bottiglie frantumate. Finanche l’isola un tempo
felice –se mai lo fosse stata- del bike sharing è un ammasso di ferraglia.
Oramai quell'area è un pericolo visibile in pieno giorno e malsano nelle ore
notturne. Tre giorni fa son state ripristinate le serrature della cabina
elettrica che alimenta l’intera area giacché era “sport notturno”
cortocircuitare i cablaggi elettrici per oscurare la zona in modo da aver campo
libero e non visivo per azioni illegali. E dire che in quell'area sono presenti
ben due postazioni di Sicurezza Pubblica, una dei Carabinieri, l’altra della
Polizia Municipale: peccato che entrambe “lavorano” a porte serrate e fino ad
un certo orario. Come pure è presente la sede della Circoscrizione Municipale
che, a parte il gran palazzo disabitato che la ospita, è perennemente
incastonato da un’impalcatura ventennale che la rende percettibilmente lontana
dal cittadino.
Parlando con alcuni
residenti che non accettano di essere inseriti tra quelli rassegnati e
noncuranti, ho colto la volontà di riscossa, la stessa di altri che puntano il
dito verso chi dovrebbe istituzionalmente alzar la voce e intervenire. I
riferimenti dei residenti son chiari e parliamo di chi vive in quell’area
urbana, ovvero del parroco della Chiesa di San Paolo che a malapena si scorge e
dei politici che da decenni predicano bene e razzolano male, anzi non se ne
hanno notizie da quelle parti, come mi hanno detto chi intervistavo.
Durante un sopralluogo
–e la cosa mi ha lasciato basito- una bambina di 5 anni mi ha chiesto «Sei un carabiniere?
Vedi, io non posso sedermi su quella panchina perché è rotta». Ovviamente ho
risposto che non ero un carabiniere a quella creatura innocente e –lasciatemelo
dire- più responsabile di tanti adulti, ma le ho garantito un mio interessamento
pregandola di porre la stessa domanda a chi un giorno, se quel giorno arriverà ,
a chi si presenterà indossando una divisa.
Ma il grido di dolore e
di rabbia che mi è giunto alle orecchie è quello di chi quotidianamente cerca
di rendere quell'area più vivibile per non farla diventare “area attenzionata
per il coprifuoco urbano”, come detto da alcuni di loro. Difatti la loro
denuncia è forte e precisa, accusando chi dalle ore 21 in poi si appropria di
quella piazza. Son due tipi di “invasione urbana” che si manifestano dalle ore
21, dapprima con ragazzi non maggiorenni che “si svagano” rompendo gli arredi
urbani e disturbando chi cerca un po’ di serenità serale, poi dalle 23 fino
alle ore 4 del mattino la palla balza nelle mani di giovani maggiorenni che tra
una bottiglia e una “tirata”, tra una “spada” e una azzuffata, vanificano il
sonno dei residenti e devastano quel po’ di arredo urbano rimasto. Il tutto nel
buio assoluto di una piazza che accende i suoi fari alle 17 del pomeriggio e
che vengono spenti al bisogno da “ignoti”.
Bisogna intervenire e necessita
farlo al più presto se si vuole che quell'area ritorni a vivere nella legalitÃ
prima che l’ennesimo e quotidiano coprifuoco se ne appropri anche durante il
giorno.
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