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Nairobi: I Flying Doctors di AMREF in prima linea nel soccorso alle vittime dell'attentato al Westgate Mall

Il lgoo di  AMREF. (foto com.) ndr.

di Redazione

NAIROBI, 23 SET. - Tommy Simmons: "Non fermare i processi di sviluppo. Il nostro dovere è restare e continuare" AMREF è coinvolta in queste ore nella risposta all'emergenza scattata in seguito all'attacco terroristico al Westgate Mall, in cui, secondo il bilancio attuale, 69 persone hanno perso la vita, 170 sono rimaste ferite e 69 risultano disperse. Attraverso il servizio dei Flying Doctors, sono stati dispiegati i mezzi di terra e tutte le ambulanze disponibili per l'assistenza e il trasporto dei feriti negli ospedali. Altri membri dello staff stanno collaborando per l'assistenza alle vittime ricoverate. La centrale di controllo dei Flying Doctors sta coordinando i mezzi e il personale per l'emergenza 24ore su 24, in collaborazione con le altre organizzazioni impegnate nei soccorsi e con gli ospedali. Un appello per la donazione di sangue è stato diramato dalla centrale, che invita tutti coloro che si trovano nella zona a recarsi presso UhuruPark, dove sono stati allestiti gli stand per la donazione. Purtroppo, la situazione non è ancora risolta e un numero imprecisato di ostaggi è ancora all'interno del centro commerciale, nelle mani dei terroristi; il personale dei Flying Doctors di AMREF rimane allertato e disponibile finché non sarà decretata la fine dell'emergenza. L'attentato terroristico ha colpito duramente anche la nostra organizzazione: una collega dell'ufficio di AMREF Kenya è tra le vittime accertate dell'assalto. È una perdita tragica per tutta la Family di AMREF, che in questo momento si stringe affettuosamente intorno ai familiari della vittima. "Il miglior modo per offrire una risposta a questo attacco, che rischia di mettere in ginocchio il processo di sviluppo di tutta l'area e l'economia di un'intera regione, è quella di continuare il nostro lavoro" ha dichiarato Tommy Simmons, direttore di AMREF Italia. "AMREF è impegnata con le comunità che vivono nelle periferie rurali così come al fianco delle migliaia di abitanti degli slum di Nairobi. Il nostro lavoro da più di 50 anni mira a innescare processi virtuosi di sviluppo per uscire dal circolo di malattia e povertà, agendo sui sistemi sanitari così come sul tessuto sociale. Abbandonare il lavoro e le comunità per il timore di nuovi attentati significherebbe mettere in discussione tutto il lavoro svolto finora. Noi continueremo ad esserci, sia attraverso i Flying Doctors, sia attraverso il lavoro di tutti i nostri operatori sul campo".





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