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Venezia. Ass. Democrazia Cristiana: altro che stato di diritto

Il logo della Ass. DC. (foto com.) ndr.

di Ettore Bonalberti

VENEZIA, 20 SET. - Enrico Letta, caro al nostro cuore, ieri ha dichiarato essere l'Italia un Paese in cui vige lo stato di diritto. Facile a dirsi, più difficile provarlo. Diritto al lavoro? Oltre il 35 % di disoccupati giovani fino ai 38-40 anni, un potenziale esplosivo a forte rischio Diritto alla sicurezza? Violenza e illegalità sempre più crescenti e diffuse Uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge? Due casi emblematici a confronto: Berlusconi e De Benedetti. Il primo, grande e, forse, primo contribuente italiano condannato per evasione fiscale; il secondo, tranquillamente residente all'estero, risarcito con 500 mio di euro dopo un" lodo" da lui stesso, a suo tempo, definito equo. Tripartizione bilanciata dei poteri? Un ordine, quello giudiziario, è diventato potere pressoché assoluto e, senza il filtro lungimirante dell'immunità parlamentare pensato dai padri fondatori costituenti, ha assunto status, ruoli e funzioni abnormi senza alcun altro esempio analogo nelle società democratiche occidentali. Per non parlare di ciò che sta creando la crisi economica e il clima di insicurezza sociale: un carabiniere che ruba una borsetta di una persona assassinata per giocarsi il denaro sottratto; lo scandalo di Equitalia di cui ci auguriamo di conoscere presto gli esiti con la stessa esibita esemplare rapidità usata con il Cavaliere. Caro Enrico, così vanno le cose nel nostro Paese e, mentre il tuo amico-nemico, il Fonzie fiorentino, ti sottopone a irresponsabili quotidiane docce scozzesi, nessuno ha il coraggio di dire che se non riusciamo a tenere dritta la barra di un governo di larghe intese, il rischio è la guerra civile con qualche prevedibile soluzione autoritaria.





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