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Berlusconi: 2 anni di interdizione dai pubblici uffici

Silvio Berlusconi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

MILANO, 19 OTT. (AGI) - E' stato il processo piu' veloce della lunga storia giudiziaria di Silvio Berlusconi. Nel giro di un paio d'ore, i giudici della terza corte d'Appello di Milano presieduti da Arturo Soprano, lo hanno interdetto per due anni dai pubblici uffici nell'appello - bis per la vicenda Mediaset. Il primo agosto scorso la Cassazione lo aveva condannato in via definitiva a 4 anni di carcere per la frode fiscale da 7 milioni realizzata attraverso la compravendita dei diritti televisivi ma aveva rispedito gli atti a Milano perche' era stato individuato un errore tecnico nel calcolare l'interdizione a 5 anni, comminata in primo e secondo grado. Oggi i giudici potevano 'scegliere' un'interdizione compresa tra uno e tre anni, come indicato dalla Suprema Corte, e hanno deciso di accogliere la 'via di mezzo', come richiesto dal pg Laura Bertole' Viale. Gli avvocati di Berlusconi, Niccolo' Ghedini e Roberto Borgogno (sostituto del professor Franco Coppi, ammalato), hanno tentato con una mossa a sorpresa di convincere i giudici a sospendere il processo e mandare gli atti alla Corte Costituzionale. Due le eccezioni sollevate dal collegio difensivo. La prima sulla legge Severino, che impone l'ineleggibilita' alle cariche pubbliche per chiunque abbia subito condanne penali superiori ai due anni di carcere. Sarebbe incostituzionale, questa la tesi, perche' costituisce un 'doppione' della pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici gia' prevista dal codice penale. La seconda sulla legge tributaria nella parte in cui non prevede che all'imputato che paga i suoi debiti al Fisco, anche dopo che sia iniziato il processo, venga tolta la pena accessoria. Nelle motivazioni che verranno depositate tra quindici giorni, i giudici spiegheranno perche' hanno ritenuto di non chiedere l'intervento della Consulta. Per adesso comunque Berlusconi potra' continuare a svolgere la sua attivita' politica in attesa che si completi l'iter politico della sua decadenza e che diventi definitiva la sentenza di oggi. Ghedini ha annunciato ricorso in Cassazione ritenendo "eccessiva" la pena inflitta. Inoltre, riproporra' le eccezioni sollevate oggi, "in particolare quella relativa al contenzioso fiscale, perche' Mediaset ha versato al fisco 11 milioni per le annualita' 2002-2003", quelle relative alla frode fiscale contestata.





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