Estero. Cina: esplosione Tienanmen, sale a otto persone lista ricercati
Il luogo dell'esplosione. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
PECHINO, 30 OTT. (AGI) - E' salita a otto persone la lista dei sospettati per l'esplosione di un Suv in piazza Tienanmen a Pechino due giorni fa, che ha provocato almeno cinque morti e 38 feriti. Secondo una nota della polizia, sette delle persone ricercate provengono dalla regione autonoma dello Xinjiang, dove vive la minoranza uighura, di lingua turca e fede musulmana, che lamenta una forte repressione linguistica, culturale e religiosa da parte del governo centrale cinese. L'ottavo sospettato e' di etnia han, quella maggioritaria in Cina, e proviene dal Sichuan, provincia nel sud-ovest del Paese, ma e' residente anch'egli nel Xinjiang. L'eta' dei sospetti va dai 21 ai 70 anni. Gli inquirenti sono inoltre alla ricerca di cinque veicoli con targa sempre dello Xinjiang, tra cui anche una motocicletta. Lo schianto della vettura e la successiva esplosione nei pressi dell'ingresso principale della Citta' Proibita che affaccia su piazza Tienanmen, avvenuto intorno a mezzogiorno di lunedi' quando in Italia erano le 5 del mattino, ha causato la morte delle tre persone a bordo e di due passanti: una donna di nazionalita' filippina e un uomo originario della provincia meridionale del Guangdong. Altre 38 persone hanno subito lesioni e sono state ricoverate in ospedale: una donna, tra le persone ancora sotto osservazione dei medici, si troverebbe tuttora in gravi condizioni, stando a quanto riferito oggi dal quotidiano in lingua inglese 'Global Times'. Un'associazione di uighuri all'estero, il Congresso Mondiale Uighuro, nelle scorse ore ha diffuso un messaggio on-line nel quale esprimeva timore per una "violenta repressione" da parte del governo nello Xinjiang. La regione autonoma, dove vivono nove milioni di uighuri su una popolazione totale di circa 21 milioni, e' stata teatro di diversi episodi di violenza tra la minoranza turocofona e musulmana e la popolazione di etnia han. Nello scorso mese di giugno le proteste degli uighuri contro le autorita' cinesi nello Xinjiang hanno provocato la morte di 35 persone a causa di diversi scontri con le forze di sicurezza. Le proteste della scorsa estate hanno segnato la fase di massima tensione tra le due comunita' dal 2009, quando circa duecento persone rimasero uccise durante le proteste. A settembre tre persone di etnia uighura sono state condannate a morte da un tribunale dello Xinjiang per i fatti di sangue del periodo precedente, con le imputazioni di omicidio, terrorismo e incendio doloso. I tre condannati sono stati anche accusati di "attivita' religiose illegali". Negli ultimi mesi nello Xinjiang sono state arrestate piu' di cento persone con l'accusa di avere diffuso informazioni on-line non verificate, e di incitamento alla jihad sui social network cinesi.***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
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