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Napolitano difende la manovra "Coraggio, non incoscienza"

Il Presidente Giorgio Napolitano. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 18 OTT. (AGI) - Ieri l'endorsement della Casa Bianca. Oggi l'intervento di Giorgio Napolitano. Due passi in avanti per il governo di Enrico Letta e per la sua legge di stabilita' in 24 ore. Se Barack Obama aveva elogiato la leadership del premier, il Presidente della Repubblica ne sottolinea l'equilibrio in occasione del varo del provvedimento cardine per la tenuta economica del Paese. "Non serve il coraggio se poco responsabile", avverte in una videointervista trasmessa durante il governo dei giovani della Confidustria, a Napoli. Il destinatario del messaggio sono, evidentemente, tutti coloro che negli ultimi giorni avevano giudicato priva di ardimento la legge di stabilita'. "Possiamo noi sottovalutare il fatto che l'Italia sia uscita dalla situazione in cui era di infrazione per deficit eccessivo? Possiamo correre il rischio che ci ricaschi? Il governo dice di no e penso che sia una giusta preoccupazione", ribatte ai dubbiosi il Colle. Una "legge di stabilita' coraggiosa e di rottura, che segnasse la fine del rigore depressivo e l'avvio di investimenti per la crescita", era invece il desiderio del presidente dei giovani industriali, Jacopo Morelli. Rileva ancora Napolitano: "Se abbiamo avuto come prima risposta alle notizie sulla nuova Legge di Stabilita' una notevole caduta dello spread e' una conferma che bisogna spostare l'accento rispetto alle politiche degli anni scorsi in Italia e in Europa assai piu' sulla crescita, ma bisogna farlo non pensando che non esista piu' il problema del consolidamento delle finanze pubbliche". L'iter parlamentare della legge non sara' privo di ostacoli, comunque. Il primo scossone politico si e' gia' avuto, con le dimissioni di Mario Monti da Scelta Civica. Dimissioni ribadite oggi, a scanso di equivoci, dal Professore in persona. "Scelta Civica sostiene molto tenacemente il governo che facesse tutto il possibile per il Paese intensificando l'impegno e attraverso una maggiore capacita' del premier Letta di frenare la dominanza dei due partiti principali che si muovono con interessi elettorali", dice Monti prima di puntare nuovamente il dito su un paio di personaggi eletti nelle sue liste. "Mauro, Casini e altri - cita per nome - criticano questa posizione e ritengono che l'appoggio al Governo debba essere senza se e senza ma, che non e' la linea del partito". Basta, non c'e' piu' niente da fare. Infatti Pier Ferdinando Casini gia' mostra di pensare al futuro, quando risponde che al timone del governo c'e' Letta, e quindi va sostenuto.





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