Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Pd: Renzi dopo-Leopolda. Cuperlo, quale idea partito?

Matteo Renzi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 28 OTT. (AGI) - Leopolda, il giorno dopo. Matteo Renzi si e' goduto a Firenze il successo della tre giorni che lo ha consacrato come favorito per la segreteria del Pd. Senza contare che i primi congressi territoriali hanno gia' dato grandi soddisfazioni: candidati renziani hanno vinto a Napoli e Palermo, e a Milano parte teo Renziin testa per il ballottaggio Pietro Bussolati. Ora lo staff sta preparando le prossime mosse della campagna elettorale, in attesa di capire l'effetto in termini di consensi che l'appuntamento fiorentino ha avuto. Domani e' prevista l'apertura del comitato nazionale a Roma ma a differenza di quanto accadde l'anno scorso, per la sfida contro Pier Luigi Bersani, lui non ci sara', almeno cosi' hanno assicurato i suoi. Ma ancora non si e' fermata l'onda lunga della Leopolda, contro cui Gianni Cuperlo ha messo in campo la sua idea di partito, a marcare la distanza che lo separa dal sindaco di Firenze. Cuperlo ha difeso la necessita' di "promuovere il simbolo" del Pd per vincere le elezioni, anni luce dall'ex rottamatore che ha rivendicato la scelta di non mettere bandiere democratiche alla Leopolda, anche nell'anno in cui si candida a guidare il partito. Del resto c'e' di fatto un 'brand' Renzi, troppo ingombrante per Cuperlo che cita Dino Risi e la sua fulminante battuta su Nanni Moretti: "Nanni spostati e fammi vedere il film". "Non ho niente contro Renzi, ma non riesco a vedere il Pd che ha in mente. Mi verrebbe da dirgli 'Spostati, fammi vedere'", ha assicurato al videoforum di Repubblica.it, "vedo solo una persona che non ci racconta che partito vuole". Cuperlo ha spiegato, per quel che lo riguarda, che partito vuole e come andare a prendere quei 3 milioni di voti che il Pd ha perso, prima ancora di volgere lo sguardo sugli elettori del Pdl o dell'M5S. "Il Pd deve essere rifondato", ha chiarito, "e' giusto parlare a tutti, ma con la nostra storia e il nostro linguaggio. Se sei la sinistra devi dire chi sei, il tuo nome, noi siamo il partito democratico. Devi dire per chi sei, gli interessi che vuoi rappresentare, quei soggetti cui vuoi restituire una quota di potere". Sul resto, in fondo, le differenze non sono poi cosi' grandi. Anzi. "Le larghe intese devono essere una parentesi, non una strategia politica", ha spiegato in piena sintonia con Renzi. E per cancellarle dall'orizzonte serve una nuova legge elettorale. Intanto, "mai piu' al voto con il Porcellum, abbiamo preso un impegno morale", ha ricordato, poi niente tentazioni presidenziali o semipresidenziali. La Repubblica parlamentare va preservata e "con un modello a doppio turno che consenta governabilita' e allo stesso tempo rappresentativita'". Tornato nei panni del sindaco di Firenze, Renzi oggi ha dato mostra di non voler indulgere troppo all'autocompiacimento. "La Leopolda e' stata un'occasione bellissima. Tre giorni di discussione vera, profonda, un sacco di gente. Forse la migliore tra le Leopolde che abbiamo fatto, in termini di riuscita e di organizzazione. Adesso la vera sfida e' quella di fare le cose e non di chiacchierare", ha sottolineato. "Come si dice a Firenze, chi si loda, s'imbroda, per cui a lavorare, pancia a terra", ha aggiunto. Neppure e' parso dare grande importanza al durissimo attacco di Stefano Fassina. "Andiamo avanti, dai", si e' limitato a rispondere ai giornalisti. E "avanti" c'e' la campagna per le primarie. L'organizzazione e' in mano a Stefano Bonaccini che domani inaugurera' il comitato nazionale a pochi passi da Camera e Senato. A tagliare il nastro dunque non dovrebbe essere Renzi, impegnato in un videoforum con un quotidiano nella Capitale. Poi si partira' con i comizi. L'obbiettivo e' toccare tutte le regioni, in una miscela tra grandi citta' e piccoli centri, compresi molti luoghi simbolici come imprese innovative o luoghi storici dell'impegno civile, avendo come filo conduttore il suo programma.





***Questo Spazio pubblicità è in vendita***

Nessun commento