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Pd: caos tessere, si cerca accordo. 'Incubo' gazebo vuoti

Il logo del Pd. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 11 NOV. - Prima il fondatore dell'Ulivo che dichiara di non voler votare alle primarie, poi l'avvertimento del segretario del partito che inserisce Enrico Letta tra i possibili candidati premier e, infine, l'ex Popolare che mette in guardia quanti danno per scontato l'approdo del Pd nel Ppe. Tre scossoni che hanno reso particolarmente tormentato il fine settimana del Partito Democratico, da oggi al lavoro per rimettere ordine in casa, cosi' da non penalizzare le primarie dell'otto dicembre. Il rischio flop e' sempre presente. Anche perche' il polverone sollevato dal caos tessere e' ancora di la' dall'essere spazzato via. In queste ore si cerca un accordo che non sia doloroso, la volonta' di tutti, Renzi in testa, e' di concentrarsi su argomenti concreti come il piano casa o la politica estera. Stasera si riunira' la commissione congresso in cui si esamineranno i casi di Asti e Lecce. L'annullamento delle consultazioni dovrebbe essere evitato, su questo si sarebbe gia' raggiunto un accordo tra renziani e cuperliani. I primi, in particolare temono che nuovi provvedimenti possano avere ricadute sull'affluenza ai gazebo, specie su quelle dei non iscritti, bacino a cui il sindaco di Firenze si dice sicuro di poter attingere a piene mani. Per la stessa ragione si proporra' di non rinviare l'assemblea provinciale di Perugia, dopo il ricorso di Valerio Marinelli, cadidato alla segreteria. Renzi, forte del suo vantaggio sugli inseguitori, appare deciso a tenere un profilo basso almeno in questa fase: fino a fine settimana non dovrebbe tenere incontri strettamente connessi alla campagna delle primarie. Sempre fitta, invece, l'agenda da sindaco di Firenze: nel corso degli appuntamenti istituzionali, come quello di oggi sulla casa, non perdera' tuttavia occasione di toccare temi nazionali. Oggi e' stata la volta dell'emergenza abitativa, "una tematica su cui la politica nazionale puo' e deve fare qualcosa", ha detto, "non tanto con nuove edificazioni, ma con il recupero degli edifici vuoti dello Stato". Stesso schema dovrebbe tenere domani, quando si occupera' di missioni di pace partecipando ad una iniziativa a Firenze. Nel suo comitato elettorale si stanno ancora mettendo a punto i passaggi e le uscite delle prossime settimane. Renziani al lavoro nel tentativo di fare tornare Romano Prodi sui propri passi, dopo che l'ex premier ha annunciato che non partecipera' alle primarie perche', in quel caso, dovrebbe necessariamente dichiarare per chi votera'. Contatti ci sono stati ieri tra lo stesso Prodi e Matteo Renzi ed oggi le dichiarazioni di alcuni ulivisiti, come Sandro Gozi, hanno fatto capire chiaramente che i 'prodiani' sosterranno Renzi alle primarie. Molti renziani si sono messi all'opera con dichiarazioni pubbliche per convincere Prodi a ripensarci e dare cosi' il suo contributo contro il rischio flop e per risollevare il morale alle truppe democratiche che si preparano al voto dell'Immacolata. Un rischio, quello della diserzione dei gazebo, che non sembra tuttavia cosi' concreto, almeno a guardare i dati che circolano nel comitato per Gianni Cuperlo. Gli ultimi sondaggi parlano di piu' di due milioni al voto l'otto dicembre e questo senza che sia entrata ancora nel vivo la campagna mediatica e che avra' tra i suoi momenti clou il confronto a quattro, il 29 novembre a SkyTg24. E dalla sinistra del partito si fuga ogni possibile idea che qualcuno stia pensando alla scissione per un ritorno ai Ds in caso di debacle da parte di Cuperlo. "Hic manebimus optime", commenta chi gli e' piu' vicino. Non manca, pero', chi nel partito mette in guardia rispetto a cio' che accadrebbe all'indomani di una folgorante vittoria di Renzi: lo scenario piu' temuto e' quello di un arroccamento di chi finora ha guidato la 'ditta', con l'impossibilita' oggettiva di renzi di guidare il partito "Il carisma da solo non basta, Obama da questo punto di vista insegna", ha detto tra l'altro Gianni Cuperlo intervistato oggi dal Gr Parlamento. "Tutti quelli che non vogliono stare con renzi e che hanno guidato la macchina partito fino ad oggi sono 'in sonno' in questo momento. Ma hanno le mani sul partito", spiega un parlamentare renziano che, per ribadire il concetto, ricorda un adagio di Gianni Brera su Maradona: "Sei un dio della pelota, ma se ti tolgono la pelota non rimane nulla". Apertissima rimane anche la questione della 'casa europea' del Pd dopo l'altola' di Beppe Fioroni sul congresso dei socialisti europei che dovrebbe tenersi a Roma nel mese di marzo: "Se il Pd dovesse essere una edizione aggiornata della socialdemocrazia non potrebbe essere il punto di approdo dei popolari", ha detto Fioroni citando Pietro Scoppola. Un avvertimento letto, dalla sinistra del partito, alla luce di quanto sta avvenendo nel Pdl e in Scelta Civica, con il progetto dichiarato degli alfaniani, da una parte, e dai cattolico-popolari dall'altra, di formare una sezione italiana del Ppe.





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