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'La Buona Politica' - Politica nazionale: nel segno di un cambiamento tra utopia e nuove realtà

La Camera dei Deputati. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 26 NOV. - Il sistema dei partiti che ha caratterizzato, con una notevole stabilità, il primo cinquantennio di vita repubblicana, fu poi completamente travolto nei primi anni novanta sia dalle inchieste giudiziarie sia, soprattutto, dalle leggi elettorali di tipo maggioritario varate nel 1993. Attualmente non sopravvive nessuno dei partiti esistenti prima degli anni Novanta: alcuni sono completamente scomparsi dalla scena, altri hanno cambiato nome (e sostanza). 

Ma talvolta si ha l'imbarazzante sensazione che oltre i simboli nulla sia effettivamente cambiato nella nuova classe politica, tranne quelle acerbe compagini e diverse new entry che sanno decisamente di continuità con il passato o rottamamatori di turno. Uno dei dati più rilevanti che emerge dalle elezioni politiche del 2013 è stato l’arretramento elettorale dei due partiti principali di centrodestra e di centrosinistra, ossia il Pdl e il Pd, rispetto alle precedenti elezioni del 2008. In questa sede cerchiamo di analizzare l’ andamento dei principali partiti italiani con una comparazione diacronica che comprenda anche le elezioni del 2006. In conclusione, queste elezioni politiche hanno registrato una accresciuta volatilità elettorale che ha riguardato la maggior parte dei partiti italiani, sfidati sia dalla crescente disaffezione dei cittadini nei confronti della politica (con un aumento significativo dell’astensione), sia da nuovi attori politici, in primis il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Tutto ciò sta a indicare come siamo entrati in una fase di riallineamento elettorale e di possibile destrutturazione del nostro sistema partitico. C'è chi sostiene che , dovremmo avere secondo Bakunin, gente con virtù e intelligenza, per il filosofo “questa condizione non può essere facilmente esaudita”. Siamo tutti a conoscenza che in Italia governano persone insignificanti e mediocri. 

Le persone che ci guidano sono, oltre che meschine, bugiarde, indifferenti, anche ignoranti. Quei pochi intelligenti che sono in parlamento badano ai loro interessi e ai malaffari, seguono le lobby e le direttive dei loro partiti. Ovviamente la colpa di tale deficienza è anche nostra. Senza calcolare l'annoso dramma del bottino politico dove ci sono nomine, cariche etc.. il vero contendere delle elezioni. Si elegge un sindaco e lui piazza chi vuole nelle varie partecipate: chi non è stato eletto, gli amici, i parenti… E queste società fanno concorrenza impropria ad altre società, che lavorerebbero con logica del merito e del profitto. Tutti noi cresciamo in questa società ma se non impariamo a seminare e raccogliere in prima persona i valori scritti nella nostra Costituzione, a cambiare noi stessi e titare fuori le palle, tutto diventa come è oggi: statico e corrotto. Allora, se iniziassimo a mettere in gioco noi stessi e il nostro carattere si può cambiare davvero. Io non ho mai creduto alle persone che dicono: “io sono fatto così” oppure “purtroppo è così..” Bisogna iniziare a pretendere che le persone più “intelligenti e capaci” di noi ci diano quella spinta che noi vogliamo. Bisogna imparare e pretendere che non sono i nostri parenti le persone più brave. Davanti a noi ci sono tantissime persone che spiccano di intelligenza. 

Chi ci governi ci garantisca i diritti fondamentali e che sappia trovare le soluzioni. Che credibilità può avere qualcosa che vuole decidere le sorti del paese in un paio di mesi di campagna elettorale, come se tutto il resto non contasse nulla? Umori e voti che si spostano in base ad una dichiarazione o l’altra, ad una promessa più o meno fantascientifica. Si fa tutto per impressionare, niente per costruire. Volano roboanti balle in quantità industriale e più si sparano grosse e più si acquistano punti, tanto l’ importante è fare uscire la notizia, poi che siano complete falsità, boutade, idiozie, non importa, anzi meglio.In sintesi ci ritroviamo sempre con le stesse facce, le stesse tragedie, gli stessi volti ma peggio con gli stessi problemi di sempre anzi peggiorati ed amplificati da situazioni congiunturali disastrose. Frattanto il barometro Politico di novembre dell’Istituto Demopolis. Il “partito” più forte resta quello dell’astensione che raggiungerebbe il 34%, oltre un terzo del corpo elettorale: se ci si recasse oggi alle urne, 16 milioni di italiani rimarrebbero a casa. 

Come disse il Principe Salina nel Gattopardo: "Tutto cambia affinchè nulla cambi".





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