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Privatizzazioni: Letta annuncia prima tranche da 10-12 miliardi

Letta e Saccomanni. (foto Asca) ndr.

di Redazione

ROMA, 21 NOV. - Il governo ha annunciato un primo pacchetto di dismissioni da 10-12 miliardi che prevede, tra l'altro, la cessione di quote di controllo di alcune societa' e il 3% di Eni senza comunque scendere sotto il 30%. Il premier, Enrico Letta, al termine del Consiglio dei ministri che ha affrontato il piano di privatizzazioni ha sottolineato: ''Vogliamo dare per la prima volta da 5 anni a questa parte il segnale di un avvio della riduzione del debito''. Numeri e dimensioni del ruolo dello Stato nell'economia non sono piu' quelle dei primi anni '90, quando l'Italia realizzo' il piu' imponente piano di dismissioni al mondo, secondo solo alla Gran Bretagna. Nella sfera statale non c'e' piu' Stet/Telecom, non ci sono piu' le banche, non esistono piu' moloch come Efim e Iri che spaziavano dal credito ai panettoni passando per telefonia, trasporto aereo, treni, autostrade. Tuttavia il ministero dell'Economia rimane un azionista di peso nel mondo delle imprese. E' azionista di riferimento in due tra le maggiori societa' quotate come Eni e Enel, e sempre tra le quotate detiene la quota di controllo di Finmeccanica. Nel piano varato dal Consiglio dei ministri il primo pacchetto di privatizzazioni dovrebbe generare introiti di 10-12 miliardi di euro. Una delle principali dismissioni, per valore della partecipazione, sara' il 3% di Eni che ai corsi attuali di borsa vale circa 2 miliardi di euro. Nell'elenco figura anche la quota in Stm Holding NV, la scatola che controlla Stm, societa' italo-francese tra i principali produttori di chip al mondo. La holding detiene quasi il 28% di Stm per cui la partecipazione indiretta del Tesoro (che detiene il 50% della holding) vale quasi 800 milioni di euro. Anche se le partecipazioni dello Stato si sono sensibilemente dimagrite, il portafoglio del Tesoro rimane comunque cospicuo. Il primo elenco di cessioni include anche Grandi Stazioni, Enav, Fincantieri, Sace e le reti di Cdp. Grandi Stazioni fa parte del gruppo FS e il ministro Saccomanni ha annunciato che verra' dismessa l'intera quota del 60% in mano pubblica. Il restante 40% e' detenuto da Eurostazioni SpA di cui sono azionisti gruppo Benetton, Caltagirone, Pirelli e Sncf. Anche per Enav (societa' per il controllo del traffico aereo) e' prevista la cessione del 60% (il Tesoro ne detiene il 100%), cosi' come per Fincantieri, che e' controllato al 99,9% da Fintecna, holding a sua volta controllata da Cdp cosi' come la Sace. Per le reti in possesso di Cdp invece e' prevista la cessione del 40%. Rimarra' cospicuo il portafoglio di quote azionarie in mano al Tesoro. Tra le partecipazioni figurano il 100% di Invitalia, il 100% di Anas, Poste Italiane, FS, il 99,56% di Rai. Altre partecipazioni sono l'80% di Cdp, il 100% di Consip, il 40% di Expo 2015, il 90% di Eur SpA, il 100% del GSE (Gestore servizi energetici), 100% di Invimit Sgr, 100% di Istituto Luce-Cinecitta', il 100% di Rete Autostrade Mediterranee, il 100% di Sogei e il 100% di Sogin.





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