'La Buona Politica' - La dura legge del Porcellum
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La locandina del Porcellum. (foto com.) ndr. |
di Cosimo Imbimbo
BARI, 6 DIC. - Era di consiglio la Corte Costituzionale, dichiarando illegittimi sia il
premio di maggioranza senza soglia sia le liste bloccate, nella parte in cui
non consentono all’elettore di esprimere una preferenza. Ecco che la cosidetta
società civile fa sentire il suo peso partendo da un ricorso del novembre del
2009 che l’avvocato milanese Aldo Bozzi, 79 anni, in qualità di privato
cittadino, cita in giudizio la presidenza del consiglio e il ministero dell’
interno davanti al tribunale di Milano, sostenendo che nelle elezioni politiche
che si sono tenute dopo l’entrata in vigore della legge 270/2005, il cosiddetto
Porcellum, e nello specifico nelle elezioni del 2006 e del 2008, il suo diritto
di voto era stato leso, perché non si era svolto secondo le modalità fissate
dalla costituzione: non era stato garantito un voto “personale ed eguale,
libero e segreto (art. 48) e “a suffragio universale e diretto”.
Cosa prevede il Porcellum.
La legge elettorale formulata da Roberto Calderoli nel 2005 prevede un sistema proporzionale alla camera su base nazionale e al senato su base regionale. Il sistema prevede, inoltre, liste bloccate, soglie di sbarramento e un premio di maggioranza. Cosa prevede il Mattarellum. Il sistema in vigore dal 1994 al 2001 è stato formulato da Sergio Mattarella. È un sistema elettorale misto, che prevede il maggioritario per tre quarti dei seggi, assegnati in collegi uninominali a turno unico, e il proporzionale per il restante quarto dei seggi, con una soglia di sbarramento del 4 per cento. Dopo tanta inerzia del legislatore e dopo alcuni moniti, pur a prezzo di un certo grado di forzatura, la Corte ritenesse legittima la questione posta era abbastanza ragionevole. Infine la montagna partorì il topolino. Passare dai moniti che parlavano della necessità di una soglia per assegnare il premio all'eliminazione tout court del premio pone ad esempio il problema non facile della sorte dei deputati eletti sulla base del premio e non ancora convalidati, problema che non vi sarebbe stato con la legge Mattarella che non avrebbe distinto le due tipologie di eletti. Forse la Corte riuscirà a risolvere il problema con le motivazioni però resterà intera la polemica almeno sul piano politico. Resta infatti da capire quanto e in che modo la decisione andrà a influire sulle passate elezioni.
I duecento parlamentari la cui elezione non è stata convalidata hanno già iniziato a tremare, e un'eventuale ripartizione dei seggi che tenga presente gli equilibri politici sarebbe un insperato regalo per la risorta Forza Italia. L'unica soluzione sarebbe differire l'incostituzionalità alle prossime elezioni. E ancora più importante è vedere quale formula per l'elezione dei rappresentati sarà scelta per sostituire il Porcellum. L'abrogazione del premio di maggioranza aprirebbe la strada a un proporzionale puro, che però, avvisano gli esperti, rischierebbe di farci tornare indietro a governicchi da prima repubblica. Oppure si potrebbe tornare al Mattarellum. In ogni caso, cambiare adesso è un obbligo ha tracciato la strada. Comunque una riforma della legge elettorale è tra i punti programmatici che il premier Enrico Letta intende portare in aula mercoledì prossimo in sede di verifica e sulla quale sta cercando di giungere a un’intesa tra le forze di maggioranza. Ma non solo. Proprio ieri il premier ha rivolto un appello alle forze politiche non di maggioranza, ma soprattutto a Forza Italia perché distingua tra l’appoggio al governo e la partecipazione attiva al percorso riformatore: «Ci sono tutti gli spazi per discutere», ha detto Letta, «ma il danno del non fare le riforme non viene contro uno o a vantaggio di un altro». Vallo a dire a Berlusconi che non vede l'ora di mettere nell'angolo i "traditori". “Resta fermo – precisa comunque la Consulta – che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali”.
Le scuderie dei partiti frattanto riscaldano i motori per accece ed aspre conflittualità da adottare all'ombra delle varie stanze dei bottoni. La posta in gioco è ghiotta ed assai ricca seppur dai dati rilevati l'Italia langue nella povertà e nella regressione più totale di usi e consumi legati al caro tema dell'economia.
La legge elettorale formulata da Roberto Calderoli nel 2005 prevede un sistema proporzionale alla camera su base nazionale e al senato su base regionale. Il sistema prevede, inoltre, liste bloccate, soglie di sbarramento e un premio di maggioranza. Cosa prevede il Mattarellum. Il sistema in vigore dal 1994 al 2001 è stato formulato da Sergio Mattarella. È un sistema elettorale misto, che prevede il maggioritario per tre quarti dei seggi, assegnati in collegi uninominali a turno unico, e il proporzionale per il restante quarto dei seggi, con una soglia di sbarramento del 4 per cento. Dopo tanta inerzia del legislatore e dopo alcuni moniti, pur a prezzo di un certo grado di forzatura, la Corte ritenesse legittima la questione posta era abbastanza ragionevole. Infine la montagna partorì il topolino. Passare dai moniti che parlavano della necessità di una soglia per assegnare il premio all'eliminazione tout court del premio pone ad esempio il problema non facile della sorte dei deputati eletti sulla base del premio e non ancora convalidati, problema che non vi sarebbe stato con la legge Mattarella che non avrebbe distinto le due tipologie di eletti. Forse la Corte riuscirà a risolvere il problema con le motivazioni però resterà intera la polemica almeno sul piano politico. Resta infatti da capire quanto e in che modo la decisione andrà a influire sulle passate elezioni.
I duecento parlamentari la cui elezione non è stata convalidata hanno già iniziato a tremare, e un'eventuale ripartizione dei seggi che tenga presente gli equilibri politici sarebbe un insperato regalo per la risorta Forza Italia. L'unica soluzione sarebbe differire l'incostituzionalità alle prossime elezioni. E ancora più importante è vedere quale formula per l'elezione dei rappresentati sarà scelta per sostituire il Porcellum. L'abrogazione del premio di maggioranza aprirebbe la strada a un proporzionale puro, che però, avvisano gli esperti, rischierebbe di farci tornare indietro a governicchi da prima repubblica. Oppure si potrebbe tornare al Mattarellum. In ogni caso, cambiare adesso è un obbligo ha tracciato la strada. Comunque una riforma della legge elettorale è tra i punti programmatici che il premier Enrico Letta intende portare in aula mercoledì prossimo in sede di verifica e sulla quale sta cercando di giungere a un’intesa tra le forze di maggioranza. Ma non solo. Proprio ieri il premier ha rivolto un appello alle forze politiche non di maggioranza, ma soprattutto a Forza Italia perché distingua tra l’appoggio al governo e la partecipazione attiva al percorso riformatore: «Ci sono tutti gli spazi per discutere», ha detto Letta, «ma il danno del non fare le riforme non viene contro uno o a vantaggio di un altro». Vallo a dire a Berlusconi che non vede l'ora di mettere nell'angolo i "traditori". “Resta fermo – precisa comunque la Consulta – che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali”.
Le scuderie dei partiti frattanto riscaldano i motori per accece ed aspre conflittualità da adottare all'ombra delle varie stanze dei bottoni. La posta in gioco è ghiotta ed assai ricca seppur dai dati rilevati l'Italia langue nella povertà e nella regressione più totale di usi e consumi legati al caro tema dell'economia.
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