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Estero. Siria, Ginevra 2 a Montreux Gli 'attori' cercano il dialogo

Il dialogo a Ginevra. (foto Agi) ndr.

di Redazione

MONTREAUX (SVIZZERA), 22 GEN. - Comincera' con un saluto del Paese ospitante, la Svizzera, la conferenza di pace di Montreux, meglio nota come 'Ginevra 2', il cruciale tavolo negoziale dove gli attori della guerra civile siriana saranno seduti l'uno di fronte all'altro per cercare una soluzione politica alla crisi. Le delegazioni stanno gia' arrivando nel palazzo nella cittadina sulle rive del Lago Lemano dove si terranno i lavori. Alla conferenza, che si svolge tra imponenti misure di sicurezza, partecipano almeno 45 delegazioni: oltre agli organizzatori, l'Onu e gli Stati Uniti insieme alla Russia, i rappresentanti dell'opposizione, per la prima volta a fianco degli emissari del regime. Se pero' la stessa opposizione ha un unico obiettivo, disarcionare il presidente Bashar al-Assad, il regime ancora ieri ha dichiarato che la rimozione del 'Rais' e' una "linea rossa" invalicabile. Insomma, come ha sintetizzato il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino arrivando ieri sera in Svizzera, la conferenza e' "tutta in salita", ma "almeno e' un inizio di dialogo politico". Grande assente l'Iran, che e' stato 'depennato' all'ultimo momento dalla lista degli invitati per essersi rifiutato di sottoscrivere le conclusioni di Ginevra 1, ovvero l'impegno a lavorare a "un governo di transizione con pieni poteri", e i cui componenti fossero riconosciuti da entrambe le parti: un'esclusione 'de facto' di Assad dal futuro della Siria. Le speranze che il negoziato proceda rapidamente sono piuttosto labili, e puntano soprattutto a un piano umanitario. Il negoziato vero e proprio tra il regime e l'opposizione comincera' venerdi' a Ginevra con gruppi di lavoro 'mediati' dall'inviato speciale congiunto di Onu e Lega Araba, Lakhadar Brahimi. La giornata inaugurale della conferenza si aprira' alle 9 e, dopo i saluti del presidente elvetico Didier Burkhalter, interverranno l'uno dopo l'altro tutti gli attori in campo: il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, e il segretario di Stato Usa, John Kerry. Subito dopo il capo della delegazione di Damasco e ministro degli Esteri, Walid Muallem, seguito da Ahmad Jarba, presidente della Coalizione Nazionale Siriana. Poi, via via, tutti gli altri capi delle diplomazie impegnate nella soluzione della crisi, a cominciare da Bonino. A poche ore dall'apertura ufficiale a Montreux della conferenza internazionale di pace sulla Siria detta Ginevra 2, il presidente iraniano Hassan Rohani ha espresso forti perplessita' sulle possibilita' di successo dei colloqui. "Tutti i segnali indicano che non possiamo nutrire molta speranza nel fatto che la conferenza Ginevra 2 trovera' una soluzione ai problemi del popolo siriano e alla lotta contro il terrorismo", ha osservato Rohani, in partenza da Teheran per partecipare ai lavori del Forum Economico Mondiale di Davos, sempre in Svizzera. L'Iran, storico alleato del regime di Damasco, sara' assente dai negoziati ginevrini: l'invito rivoltogli in un primo momento dalle Nazioni Unite e' stato infatti poi ritirato. "Dubito nella riuscita di Ginevra 2, e nella sua capacita' di risolvere la crisi in Siria, data l'assenza dalla riunione di protagonisti influenti", ha ribadito Rohani, citato dall'agenzia di stampa ufficiale 'Irna'. "E' una riunione", ha rincarato la dose, "che e' gia' fallita senza nemmeno essere iniziata". Ufficialmente, il ritiro dell'invito alla Repubblica Islamica e' stato dovuto alle minacce dell'opposizione siriana di boicottare i lavori se fosse stato presente il Paese che piu' di ogni altro appoggia Assad. Lo stesso governo di Teheran ha pero' denunciato "pressioni" esterne, con una chiara allusione agli Stati Uniti.





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