Spread sotto quota 200 punti Letta: "Ora l'Italia puo' ripartire"
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Enrico Letta. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 3 GEN. (AGI) - Enrico Letta plaude alla discesa dello spread che, per la prima volta dal luglio 2011, e' calato sotto la soglia psicologica dei 200 punti, toccando i 198.
"E' una grande notizia frutto di un lungo lavoro e soprattutto dei sacrifici di tutti gli italiani", ha detto il premier al Tg1. "E' il segno che l'Italia e' sulla giusta direzione, il frutto di un lungo lavoro che va perseguito", ha insistito, aggiungendo che ora ci sono le condizioni per far ripartire il Paese.
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"Lo spread e' una cosa molto concreta", ha sottolineato Letta. "Perche' le cose sono andate molto male in questi anni? Sono tre anni che lo spread ballava intorno ai 400-500 punti e questo vuol dire aver buttato via una ventina di miliardi di euro soltanto per pagare interessi in piu'", ha spiegato il presidente del Consiglio. "Se avessimo, come le avremo, queste risorse disponibili potremmo usarle per abbassare le tasse sul lavoro, aiutare l'occupazione e l'occupazione giovanile che e' il vero dramma. Ma soprattutto questo rendera' le imprese italiane piu' competitive perche' non erano in grado di acquisire credito o fare investimenti come le imprese tedesche o francesi", ha chiarito.
"Oggi c'e' la condizione perche' il Paese riparta e questa condizione va assolutamente colta", ha insistito Letta, assicurando che la maggioranza che sostiene l'esecutivo trovera' un'intesa su tutti i temi 'caldi' al centro del patto di coalizione: riforme e legge elettorale, modifiche alla Bossi-Fini, unioni civili. "Su tutti questi temi sono convinto che le soluzioni si troveranno e metteranno d'accordo la maggioranza", ha spiegato.
Quanto alla legge elettorale, "penso che l'iniziativa di Matteo Renzi sia una buona iniziativa, importante. Il paese non puo' permettersi di stare un altro anno senza riforme e senza legge elettorale. E cosi' anche sugli altri temi. Io sono convinto che le soluzioni si troveranno. Bisogna arrivare rapidamente al dunque", ha concluso il premier.
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