Unioni civili e Bossi-Fini, Alfano gela Renzi. Letta, "Troveremo soluzioni"
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Alfano e Renzi. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 3 GEN. (AGI) - Riforma elettorale, trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie, semplificazione istituzionale e piano per il lavoro. Quattro capitoli che vanno a comporre il 'pacchetto' riforme che Matteo Renzi ha preannunciato per iscritto a tutte le forze politiche. Sulla prima si registra una prima apertura da parte di Angelino Alfano: bene la tempistica illustrata da Renzi, "va bene se a febbraio passa il primo si' alla Camera, e ci fidiamo non sia per anticipare voto".
Una accelerazione sulla riforma elettorale, per Alfano, non indebolisce il governo, anzi "lo rafforza perche' se a maggio abbiamo la riforma elettorale e abbiamo avviato il superamento del bicameralismo ci presentiamo con risultati importanti".
Un 'imprimatur' arriva anche dal presidente del Consiglio Enrico Letta: "Io penso che l'iniziativa del segretario del Pd sia una buona iniziativa perche' il paese non puo' permettersi che passi un altro anno senza riforme", dice il premier al Tg1.
Ma e' un 'post scriptum' a generare fibrillazione dentro e fuori la maggioranza, quello riguardante le unioni civili di coppie etero e omosessuali. E stavolta dal vice presidente del consiglio arriva un altola' a Renzi: "Prima ci si occupi delle famiglie", intendendo quelle tradizionali. Stessa musica per quanto riguarda la modifica della Bossi-Fini, altra postilla alla lettera inviata da Renzi: "Tra quelli che si sono cuciti la bocca nel Cie di Roma, alcuni avevano gia' conti in sospeso con la giustizia", aggiunge Alfano ai Tg dell'ora di pranzo, "con la sicurezza degli italiani non si scherza".
Da Letta non arriva una considerazione sul merito delle questioni, ma una rassicurazione: "Anche gli altri temi li metteremo nella discussione che faremo. Sono convinto che le soluzioni si troveranno e metteranno d'accordo la maggioranza".
Ed e' stata lunga la scia di attacchi e risposte che si e' andata scatenando nel corso della giornata, con il Ncd sulle barricate in difesa della famiglia composta dal connubio uomo-donna. Il Pd non sembra scomporsi e, con due senatori renziani di stretta osservanza come De Monte e Marcucci, fa sapere ad Alfano di essere intenzionato ad andare avanti: "Se il partito di Alfano non ci sta, il disegno di legge andra' avanti cercando una maggioranza in Parlamento".
Nella querelle si inserisce anche il senatore Sc Benedetto Della Vedova che, parlando a titolo personale, sottolinea la necessita' di "colmare il ritardo decennale sulle unioni civili, anche per le coppie omosessuali". Nel botta e risposta tra Alfano e Renzi si inserisce intanto FI che, con Daniela santanche' e Maurizio Gasparri, invitano Alfano e i suoi a tornare alla casa madre del centrodestra.
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