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Bari. I facitori di opinione


Il lungomare di Bari. (foto) ndr.

di Ettore Bucciero

BARI, 10 FEB. - Nell’editoriale di domenica scorsa, Marco Demarco (accomiatandosi dai lettori e augurando buon lavoro ad Antonio Polito) si chiede “a cosa sono serviti” i 17 anni durante i quali ha diretto il Corriere del Mezzogiorno. E si risponde: “A creare opinione pubblica e a selezionare la classe dirigente”!!! Se ci si fosse fermati a questa risposta, i lettori avrebbero reagito duramente, stigmatizzando una evidente prosopopea. Ma lo stesso Demarco subito dopo riconosce che non è riuscito nel proposito. Infatti la classe dirigente del Sud, lo vediamo tutti, ha fallito: in primis quella politica e poi, salvo rare eccezioni, quella imprenditoriale e libero professionista, in parte incolpevole perché schiacciata da uno Stato predatore! Non parliamo poi dell’opinione pubblica; se dovessimo giudicarla da come esprime il proprio voto, dovremmo dirne peste e corna: immatura, schizofrenica, con istinti suicidi o priva di istinto di conservazione, pronta al servaggio, schiava della demagogia, rinunciataria a un minimo tentativo di riscatto e cioè di dignità, stanca, umiliata! Ma soprattutto “ignorante”, vale a dire che non conosce, nel 90% dei casi, il minino necessario per valere come cittadino. Ha fallito Demarco, fallirà anche Polito, pur essendo persone intelligenti, colte e tecnicamente preparate. Perché loro, come gli altri loro colleghi direttori di testate ancor più “nobili”, non vogliono rendere matura la “opinione pubblica”, anzi non possono perché i loro editori “non puri” hanno altro interesse che elevare la maturità del cittadino. Il quale, sin tanto che rimarrà bruto, sarà facile esca e preda dei facitori della “opinione pubblica” ognuno per la sua parte di editori, direttori, editorialisti un tanto al chilo, opinionisti d’affezione, ecc. ecc…





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