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'La Buona Politica' - Evasione fiscale: l'immortale male italiano

Gli euro evasi annulalmente. (foto) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 26 FEB. - L’evasione ed elusione fiscale europea è stimata in almeno 1.000 miliardi di euro; l'Italia è il grande Paese con maggior percentuale di frodi fiscali rispetto al Pil. La distribuzione territoriale fa ritenere che l’economia meridionale riesce a sopravvivere solo perché non paga le imposte. In Italia, un dato ufficiale e complessivo sull’evasione non esiste: la politica sino ad ora non lo ha ritenuto necessario. 

Le stime, così, le ha fatte il britannico Richard Murphy, fondatore di Tax Justice Network, un uomo inserito da International Tax Review nell'elenco delle 50 persone più influenti al mondo in materia di fisco. Secondo mister Murphy, i soldi sottratti ogni anno alle casse dello Stato sono 180,2 miliardi di euro. Una cifra enorme, eppure la guerra al nero non è senza quartiere: su 5 milioni di contribuenti sospetti, i controlli sono stati 200mila. Inoltre, chi viene “pizzicato” ad evadere, trova in una giustizia-lumaca il suo migliore alleato: per il primo grado di giudizio occorrono 903 giorni. Inoltre,solo l'1,7% di chi viene denunciato per reati tributari viene poi arrestato. D’altra parte, la potenza di fuoco del girone dei grandi evasori è certificata dall’analisi delle nostre denunce dei redditi incrociate con i nostri stili di vita. Siamo al sesto posto della classifica mondiale dei consumatori di champagne, tra i primi acquirenti di Suv, e abbiamo un patrimonio familiare (163mila euro) pari al triplo di quello di un cittadino tedesco, eppure i contribuenti che dichiarano un reddito superiore ai 300mila euro sono appena 31.752, mentre gli italiani che dichiarano e versano zero tasse rappresentano il 27 per cento della popolazione. Infine, c’è una domanda che deve fare riflettere: lo Stato quanto riesce a recuperare con la sua lotta all’evasione? Poco, troppo poco. Nonostante uno spiegamento di mezzi umani, tecnologici e finanziari ormai imponente. Come dicevamo siamo a 400mila controlli l’anno, è entrato in funzione, tra mille polemiche comprese le accuse di “Stato di polizia”, il redditometro, i nostri conti correnti non hanno segreti per il fisco, 1.900 persone lavorano presso la Sogei, la società informatica di Equitalia che si occupa dei controlli fiscali. Bene: dei 180 miliardi di tasse evase, nel 2012 lo Stato ne ha recuperati, incassandoli, 12,7, un risultato pari al doppio rispetto al 2008. 

Se però sottraiamo i 5,5 miliardi incassati per dichiarazioni presentate e imposte non versate (anche in questa categoria si segnalano scelte per stato di necessità del contribuente in difficoltà), si arriva a un totale di 7,2 miliardi di euro. In pratica appena il 4 per cento. Come dire che il gigante buono (lo Stato) che vuole rovesciare il vaso di Pandora dell’evasione fiscale in Italia assume anche le sembianze di una montagna che partorisce un topolino. E anche questo è un segno di un sistema Paese che non funziona. In un solo anno gli italiani non hanno pagato le tasse su 51,9 miliardi di euro, una cifra che basterebbe per la copertura di tre manovre finanziarie. E, come se non fosse già abbastanza, hanno evaso anche l’Iva per quasi 5 miliardi. Senza dimenticare che un’attività commerciale su tre, nella migliore delle ipotesi, ha emesso scontrini e ricevute fiscali irregolari; o non li ha emessi proprio. Il bilancio dell’attività svolta nel 2013 dalla Guardia di Finanza per tentare di ridurre i danni enormi che ogni anno l’evasione fiscale provoca al bilancio dello Stato, fotografa un paese in mano ai furbetti, ancora inesorabilmente costretto a fare i conti con un fenomeno gigantesco, che altera l’economia legale e la concorrenza. Un paese dove, nonostante i controlli sempre più attenti e incrociati, esistono ancora oltre ottomila soggetti completamente sconosciuti al fisco, gente che per anni non ha pagato un euro di tasse. Siamo alle solite di un cane che si morde all’infinito la coda senza un minimo di pudore: tutti assistono, pochi intervengono. 

La maggior parte delle persone denunciate (5.776 violazioni), spiegano i militari della Guardia di Finanza, ha utilizzato o emesso fatture false. Sono inoltre 2.903 i soggetti che hanno omesso di presentare la dichiarazione dei redditi mentre 1.976 hanno distrutto o occultato la contabilità e 534 non hanno versato l’Iva, aumentata di un punto nel settembre del 2011 ed elevata ancora di un punto percentuale, passando così al 22%, nell’ottobre del 2013. Emerge inoltre che nei confronti dei responsabili delle frodi fiscali i finanzieri hanno avviato procedure di sequestro di beni mobili, immobili, valuta e conti correnti per un valore complessivo piuttosto alto: ben 4,6 miliardi di euro. Fosse arrivato il momento di giungere a delle riforme fiscali adeguate? In tal situazione dovremmo reclamare nuove elezioni o leader politici in grado di realizzare, ignorando condizionamenti o lobby di sorta, una macchina aspirafurbi. 

Visto che la legittimazione della legalità in Italia appare nonostante tutto come fumo negli occhi. Occhi forse apparentemente infantili e creduloni.





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