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Colle. No impeachment Grillo: "Si dimetta lo stesso"

Giorgio Napolitano. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 11 FEB. (AGI) - Niente stato d'accusa per Giorgio Napolitano. Il Comitato parlamentare ha infatti votato per l'archiviazione della richiesta di impeachment di Giorgio Napolitano presentata dal Movimento 5 Stelle. L'istanza e' stata ritenuta "manifestamente infondata" con 28 si'. Per l'archiviazione hanno votato Pd, Ncd, Sel, Scelta Civica, Popolari per l'Italia e Socialisti. Contro i 5 stelle. Forza Italia non ha partecipato al voto. Il Pd questa mattina ha presentato la mozione per chiudere la vicenda che il presidente del comitato, Ignazio La Russa (FdI), ha posto in votazione. I no all'archiviazione sono stati 8 (M5s), contro 28 si'. A favore dell'archiviazione anche la Lega. I parlamentari di Forza Italia non hanno partecipato al voto, poiche' secondo Regolamento non ci si poteva astenere. Grillo e Forza Italia attaccano il Capo dello Stato. Il primo ne chiede le dimissioni, mentre gli azzurri non escludono la possibilita' di impugnare l'archiviazione della messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica, archiviata questa mattina dal Comitato parlamentare. "Non finisce qui", avevano detto i parlamentari M5S dopo l'archiviazione della richiesta di impeachment. E infatti prima arriva l'annuncio della raccolta delle firme per portare il dossier, bocciato dal Comitato parlamentare, al vaglio dell'Aula, poi tocca alla bordata via blog di Beppe Grillo. "Come puo' rimanere ancora al Quirinale? Napolitano deve avere la dignita' di dimettersi", dice il guru del Movimento. "Bisogna capire quando si e' a fine corsa e fuori ruolo. Lui lo e'. Napolitano sta per compiere novant'anni, e' in politica dal 1945, in Parlamento dal 1953, e' peggio di una condanna all'ergastolo", incalza Grillo. "L'Italia non puo' essere condannata a Napolitano a vita e alle sue originali interpretazioni monarchiche del ruolo di presidente della Repubblica. L'Italia ha scelto la Repubblica il 2 giugno del 1946", dice ancora. E allora, dice Grillo, "qualcuno lo avverta. Napolitano e' oggi il problema principale di questo Paese, prima viene rimosso, prima l'Italia potra' ripartire". Secondo Grillo "non c'e' bisogno dell'impeachment perche' tolga il disturbo. Non rappresenta piu' la maggioranza del Parlamento, non e' considerato super partes, e' in sostanza il Presidente del pdexmenoelle, da cui proviene, che ha la maggioranza alla Camera solo grazie al vergognoso premio ottenuto grazie al Porcellum". "La posizione di Forza Italia e' chiara. Noi vogliamo la verita' su quello che e' acceduto tra l'estate e l'autunno del 2011. Su quello strano avvicendamento tra Berlusconi e Monti, guidato a Palazzo Chigi dalle Cancellerie europee e, come sembra dalle ultime rivelazioni, dal volere quirinalizio", dice Renato Brunetta. E allora, chiede anche il capogruppo FI, "il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nelle forme che riterra' piu' opportune, deve raccontare al Paese e all'opinione pubblica la storia di quei mesi". "Lo deve - riprende - per salvaguardare l'onore dell'Italia, lo deve al presidente del Consiglio di allora, Silvio Berlusconi, ingiustamente bersagliato da avversari politici irresponsabili che sfruttarono una speculazione finanziaria internazionale per far fuori un governo legittimamente eletto". "L'atteggiamento di Forza Italia, che ha deciso di non partecipare al voto del Comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa, e' - rivendica - un atto di chiarezza. Esprime un'esplicita distanza dalle motivazioni che ha presentato il Movimento 5 Stelle per chiedere l'impeachment di Napolitano, ed esprime allo stesso tempo disappunto per l'accelerazione che il Partito democratico ha voluto imporre a questo procedimento. Procedimento che e' stato discusso in fretta e furia in pochi giorni e che magari avrebbe richiesto un piu' cauto approfondimento". Forza Italia, invece, valutera' la possibilita' di impugnare l'archiviazione della messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. L'impugnazione e' stata gia' messa in cantiere dal M5s, che ha annunciato l'avvio della raccolta firme necessaria. Lo ha detto Lucio Malan, interpellato dall'Agi sui passi che il partito si accinge a compiere. "Dobbiamo valutare, conosciamo bene la procedura", si e' limitato a dire il senatore di Forza Italia, componente del Comitato parlamentare per la messa in stato d'accusa. Il provvedimento puo' essere impugnato dal 25% dei parlamentari, entro dieci giorni dalla trasmissione dei documenti ai presidenti di Camera e Senato. L'archiviazione della messa in stato d'accusa del persidente della Repubblica ha suscitato la dura reazione dei grillini, che annunciano una raccolta di firme in aula: "Hanno vinto i patti e i ricatti dopo una notte di incontri al Quirinale. Ma non finisce qui". M5S, dunque, non molla e annuncia: "raccoglieremo le firme in Parlamento per chiedere che il caso-Napolitano venga portato in aula in seduta congiunta". Deputati e senatori M5S accusano: "Dopo una notte di tentennamenti, il partito del Quirinale si e' ricompattato contro la Costituzione e contro la volonta' popolare. Dopo le ultime rivelazioni sulla nascita del governo Monti e sull'azione disciplinare nei confronti del pm Nino Di Matteo appare piu' che evidente che le denunce del MoVimento, tradotte nella richiesta di messa in stato d'accusa, sono tutt'altro che prive di fondamento. Insomma - concludono - 'Re Giorgio' e' nudo". Intanto Fi torna ad attaccare Napolitano sulla questione del 'complotto' per far cadere il governo Berlusconi nel 2011, secondo la tesi contenuta nel libro di Alan Fridman. "Non sarebbe male se Napolitano desse qualche spiegazione in piu'... In Parlamento, nel Comitato, magari con una lettera...". E' Giovanni Toti, il piu' stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, neo consigliere politico 'azzurro', a sottolinearlo dallo studio di Mattino Cinque. L'esponente FI, sempre a proposito della contrapposizione tra il suo partito e l'inquilino del Colle, che si innesta con la procedura per la messa in stato d'accusa avviata in Parlamento, sottolinea che "comunque, il comunicato di ieri di Napolitano e' largamente insoddisfacente". "C'e' chi oggi parla di fumo, ma noi guardiamo all'arrosto perche' la verita' non e' importante solo per il nostro passato ma anche per il nostro futuro perche' dal Quirinale nei prossimi giorni potrebbe arrivare un nuovo governo non avallato dal voto popolare".





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