Ora legale. Questa notte si sposta l’orologio un’ora avanti
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Esempio del cambio dell'ora (foto) ndr. |
di Redazione
FOGGIA, 29 MAR. - Tra poche ore, nella notte tra sabato 29 marzo e domenica 30 marzo 2014, precisamente alle ore 02:00, ci sarà il cambio all’ora legale, portanto le lancette degli orologi alle ore 03:00. Come in gran parte del mondo occidentale, saremo quindi nuovamente chiamati ad adeguare gli orologi di casa al cambiamento orario. Questa notte dormiremo un’ora in meno, ma in compenso ci farà risparmiare energia nei prossimi mesi fino al 26 ottobre, anche stavolta di domenica notte.
Oggi sarebbe corretto dire che più che posizionare le lancette, dovremmo controllare i numeri digitali di tutti quegli apparati elettronici di ultima generazione che catturano parte del nostro tempo, a volte parecchio. Ecco perché è utile ricordare che computer, smarthphone, tablet, etc…saranno aggiornati automaticamente, provvedendo da sé ad adeguarsi all’ora legale 2014, che ci terrà compagnia per tutta l’estate, fino al prossimo ottobre 2014. Un cambiamento che avrà conseguenze sulle nostre abitudini, anche sul nostro umore, come per esempio la mattina svegliarsi risulterà un più difficile, poiché il buio caratterizzerà l’inizio di giornata per un’ora in più (il Sole sorgerà un’ora dopo). Al contrario, però, le giornate si allungheranno notevolmente ed il sole ci abbandonerà con un’ora di ritardo rispetto alle attuali abitudini.
Storia, differenze, pro e contro del cambio dell’ora.
Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l’organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate: i contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano infatti sempre all’alba, seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera e ritardo in autunno. Nell’età contemporanea l’espediente dell’ora legale non fa che riprodurre questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.
Il primo che pensò al meccanismo dello spostamento orario fu Benjamin Franklin che, già nel 1784, sotto consiglio del collega ed inventore francese Jacques Légal, pubblicò la sua idea sul quotidiano francese Journal de Paris tramite il saggio intitolato “Un progetto economico per la riduzione del costo della Luce” del 26 aprile 1784. Le riflessioni di Franklin si basavano infatti sul principio del risparmio energetico, ma come spesso accade alle idee più lungimiranti, i tempi non erano maturi e le sue teorie non trovarono seguito.
Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willet, che trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. In tempo di guerra il risparmio energetico era divenuto una priorità e molti paesi imitarono l’esempio della Gran Bretagna.
In Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta il 3 giugno del 1916 tramite il decreto legislativo n°631 del 25 maggio, che rimase in uso fino al 1920. In seguito, tra il 1940 e il 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda guerra mondiale, ed è solo dal 1996 che viene adottata definitivamente, mentre dal 1980 si applica a tutta la Comunità Europea.
La durata del periodo di ora legale si è modificata nel tempo: dal ‘66 al ‘79 rimaneva in vigore generalmente dalla fine di maggio alla fine di settembre; nel 1980, da aprile a settembre; dall’81 al ‘95, dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di settembre; infine, dal 1996, in attuazione della direttiva europea, è stato semplificato il processo definendo convenzionalmente l’entrata dell’ora legale nell’ultima domenica di marzo ed il ritorno all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.
L’idea di introdurre l’ora legale nasce dunque dal bisogno di ottimizzare l’uso della luce solare al fine di ottenere un risparmio nel consumo di energia (è stato infatti stimato che con l’ora legale, dal 2004 al 2007, l’Italia ha risparmiato complessivamente oltre 2,5 miliardi di kilowattora, pari a 300 milioni di euro). Il concetto alla base è di sfruttare l’allungamento delle giornate anticipando l’inizio della vita produttiva del paese: spostando di un’ora l’orario si riesce ad avere la luce naturale al mattino e si guadagna un’intera ora di luce per la sera, ritardando il consumo di energia elettrica per l’illuminazione. Il nome internazionale dell’ora legale è infatti Daylight Saving Time – DST, letteralmente “tempo per il risparmio della luce”.
I Paesi che si trovano nella fascia tropicale solitamente non adottano l’ora legale, poiché la variazione delle ore di luce durante l’anno è minima. La maggior parte dell’Africa non adotta l’ora legale, che è in uso soltanto nelle Isole Canarie, in Marocco e Namibia. Nemmeno le isole Seychelles e Mauritius, come la maggior parte dei paesi dell’Asia applica la convenzione, invece in uso nella maggior parte del Nord America e negli Stati Uniti d’America , fanno eccezione Arizona, Hawaii, Porto Rico, Isole Vergini, Samoa americane, Guam e Isole Marianne Settentrionali. In Sud America la maggior parte dei Paesi, soprattutto quelli vicini all’equatore, non usano l’ora legale, mentre Cile, Paraguay, Uruguay e le regioni meridionali del Brasile la usano.
Nell’emisfero australe inoltre le stagioni sono invertite rispetto all’emisfero boreale, quindi anche l’ora legale viene introdotta ad ottobre per finire a marzo. La Nuova Zelanda e le regioni meridionali dell’Australia adottano l’ora legale, mentre le restanti parti dell’Oceania non la usano. Infine in Russia dal 2011, è stata adottata l’ora legale durante tutto l’anno.
Ma fa davvero risparmiare?
Stando ai dati diffusi dalla società energetica Terna, l’adozione dell’ora legale genera risparmi energetici che solo nel 2010 sono stati calcolati intorno agli 85 milioni di euro, mentre per il 2013 avrebbero raggiunto i 90 (complice l’aumento delle tariffe). Visti i numeri, c’è chi propone di pensionare definitivamente la vecchia ora solare, per adottare l’ora legale 365 giorni l’anno. Tra i maggiori promotori dell’iniziativa c’è la Codacons, che da anni porta a supporto della sua battaglia i risultati di un sondaggio del 2008, in cui l’80% degli italiani si sarebbe detto d’accordo al pensionamento dell’ora solare.
Uno dei pochi paesi ad abolire veramente l’ora solare è stata la Russia, con un provvedimento del 2011. Può sembrare strano, ma la motivazione con cui l’allora presidente Dmitrij Medvedev fece passare la nuova legge è che il cambio di ora nel corso dell’anno causerebbe stress nella cittadinanza. A prescindere dalle motivazioni, sulle prime tutto dopo il cambio di orario tutto sembrava andare per il meglio. L’idillio però durò fino all’arrivo del primo inverno, quando i cittadini di Mosca si accorsero di colpo che il sole da loro sorgeva intorno alle 10 di mattina, mentre a San Pietroburgo faceva capolino addirittura alle 11 passate. Dopo tre inverni passati a svegliarsi nel pieno della notte, ora sono in molti ad aver capito che anche con il risparmio non si deve esagerare, e a chiedere a gran voce il ripristino della cara, vecchia, ora solare.
Tuttavia esistono anche gli scettici. Anche gli americani comunque sembrano avere i loro problemi con l’ora legale. Dal 2005 infatti, la sua durata negli Stati Uniti è stata allungata fino a otto mesi, precisamente dalla seconda domenica di marzo alla prima di novembre. Secondo gli scettici, quella che è stata spacciata come una manovra ecologista dal governo sarebbe in realtà una bieca operazione speculativa, promossa dalle cosiddette “lobbie del tempo libero”, produttori di barbecue, di attrezzature sportive, di materiale per il “fai da te”, che hanno tutto da guadagnare dall’anticipare l’entrata in vigore dell’ora legale. Allungando prima le giornate, gli americani hanno infatti più ore di luce da dedicare ai loro passatempi preferiti: mangiare, giocare a golf, e fare del bricolage. Secondo Michael Downing, autore di un libro dal titolo eloquente Spring Forward: The Annual Madness of Daylight Saving Time (anticipare la primavera: la follia annuale dell’ora legale), i presunti risparmi energetici sarebbero addirittura una montatura. Stando ai risultati di un recente studio sui consumi domestici degli americani, accusa Downing, l’ora legale produrrebbe in realtà un aumento dei consumi compreso tra l’1 e il 4%, a tutto vantaggio delle compagnie petrolifere.
Oggi sarebbe corretto dire che più che posizionare le lancette, dovremmo controllare i numeri digitali di tutti quegli apparati elettronici di ultima generazione che catturano parte del nostro tempo, a volte parecchio. Ecco perché è utile ricordare che computer, smarthphone, tablet, etc…saranno aggiornati automaticamente, provvedendo da sé ad adeguarsi all’ora legale 2014, che ci terrà compagnia per tutta l’estate, fino al prossimo ottobre 2014. Un cambiamento che avrà conseguenze sulle nostre abitudini, anche sul nostro umore, come per esempio la mattina svegliarsi risulterà un più difficile, poiché il buio caratterizzerà l’inizio di giornata per un’ora in più (il Sole sorgerà un’ora dopo). Al contrario, però, le giornate si allungheranno notevolmente ed il sole ci abbandonerà con un’ora di ritardo rispetto alle attuali abitudini.
Storia, differenze, pro e contro del cambio dell’ora.
Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l’organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate: i contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano infatti sempre all’alba, seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera e ritardo in autunno. Nell’età contemporanea l’espediente dell’ora legale non fa che riprodurre questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.
Il primo che pensò al meccanismo dello spostamento orario fu Benjamin Franklin che, già nel 1784, sotto consiglio del collega ed inventore francese Jacques Légal, pubblicò la sua idea sul quotidiano francese Journal de Paris tramite il saggio intitolato “Un progetto economico per la riduzione del costo della Luce” del 26 aprile 1784. Le riflessioni di Franklin si basavano infatti sul principio del risparmio energetico, ma come spesso accade alle idee più lungimiranti, i tempi non erano maturi e le sue teorie non trovarono seguito.
Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willet, che trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. In tempo di guerra il risparmio energetico era divenuto una priorità e molti paesi imitarono l’esempio della Gran Bretagna.
In Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta il 3 giugno del 1916 tramite il decreto legislativo n°631 del 25 maggio, che rimase in uso fino al 1920. In seguito, tra il 1940 e il 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda guerra mondiale, ed è solo dal 1996 che viene adottata definitivamente, mentre dal 1980 si applica a tutta la Comunità Europea.
La durata del periodo di ora legale si è modificata nel tempo: dal ‘66 al ‘79 rimaneva in vigore generalmente dalla fine di maggio alla fine di settembre; nel 1980, da aprile a settembre; dall’81 al ‘95, dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di settembre; infine, dal 1996, in attuazione della direttiva europea, è stato semplificato il processo definendo convenzionalmente l’entrata dell’ora legale nell’ultima domenica di marzo ed il ritorno all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.
L’idea di introdurre l’ora legale nasce dunque dal bisogno di ottimizzare l’uso della luce solare al fine di ottenere un risparmio nel consumo di energia (è stato infatti stimato che con l’ora legale, dal 2004 al 2007, l’Italia ha risparmiato complessivamente oltre 2,5 miliardi di kilowattora, pari a 300 milioni di euro). Il concetto alla base è di sfruttare l’allungamento delle giornate anticipando l’inizio della vita produttiva del paese: spostando di un’ora l’orario si riesce ad avere la luce naturale al mattino e si guadagna un’intera ora di luce per la sera, ritardando il consumo di energia elettrica per l’illuminazione. Il nome internazionale dell’ora legale è infatti Daylight Saving Time – DST, letteralmente “tempo per il risparmio della luce”.
I Paesi che si trovano nella fascia tropicale solitamente non adottano l’ora legale, poiché la variazione delle ore di luce durante l’anno è minima. La maggior parte dell’Africa non adotta l’ora legale, che è in uso soltanto nelle Isole Canarie, in Marocco e Namibia. Nemmeno le isole Seychelles e Mauritius, come la maggior parte dei paesi dell’Asia applica la convenzione, invece in uso nella maggior parte del Nord America e negli Stati Uniti d’America , fanno eccezione Arizona, Hawaii, Porto Rico, Isole Vergini, Samoa americane, Guam e Isole Marianne Settentrionali. In Sud America la maggior parte dei Paesi, soprattutto quelli vicini all’equatore, non usano l’ora legale, mentre Cile, Paraguay, Uruguay e le regioni meridionali del Brasile la usano.
Nell’emisfero australe inoltre le stagioni sono invertite rispetto all’emisfero boreale, quindi anche l’ora legale viene introdotta ad ottobre per finire a marzo. La Nuova Zelanda e le regioni meridionali dell’Australia adottano l’ora legale, mentre le restanti parti dell’Oceania non la usano. Infine in Russia dal 2011, è stata adottata l’ora legale durante tutto l’anno.
Ma fa davvero risparmiare?
Stando ai dati diffusi dalla società energetica Terna, l’adozione dell’ora legale genera risparmi energetici che solo nel 2010 sono stati calcolati intorno agli 85 milioni di euro, mentre per il 2013 avrebbero raggiunto i 90 (complice l’aumento delle tariffe). Visti i numeri, c’è chi propone di pensionare definitivamente la vecchia ora solare, per adottare l’ora legale 365 giorni l’anno. Tra i maggiori promotori dell’iniziativa c’è la Codacons, che da anni porta a supporto della sua battaglia i risultati di un sondaggio del 2008, in cui l’80% degli italiani si sarebbe detto d’accordo al pensionamento dell’ora solare.
Uno dei pochi paesi ad abolire veramente l’ora solare è stata la Russia, con un provvedimento del 2011. Può sembrare strano, ma la motivazione con cui l’allora presidente Dmitrij Medvedev fece passare la nuova legge è che il cambio di ora nel corso dell’anno causerebbe stress nella cittadinanza. A prescindere dalle motivazioni, sulle prime tutto dopo il cambio di orario tutto sembrava andare per il meglio. L’idillio però durò fino all’arrivo del primo inverno, quando i cittadini di Mosca si accorsero di colpo che il sole da loro sorgeva intorno alle 10 di mattina, mentre a San Pietroburgo faceva capolino addirittura alle 11 passate. Dopo tre inverni passati a svegliarsi nel pieno della notte, ora sono in molti ad aver capito che anche con il risparmio non si deve esagerare, e a chiedere a gran voce il ripristino della cara, vecchia, ora solare.
Tuttavia esistono anche gli scettici. Anche gli americani comunque sembrano avere i loro problemi con l’ora legale. Dal 2005 infatti, la sua durata negli Stati Uniti è stata allungata fino a otto mesi, precisamente dalla seconda domenica di marzo alla prima di novembre. Secondo gli scettici, quella che è stata spacciata come una manovra ecologista dal governo sarebbe in realtà una bieca operazione speculativa, promossa dalle cosiddette “lobbie del tempo libero”, produttori di barbecue, di attrezzature sportive, di materiale per il “fai da te”, che hanno tutto da guadagnare dall’anticipare l’entrata in vigore dell’ora legale. Allungando prima le giornate, gli americani hanno infatti più ore di luce da dedicare ai loro passatempi preferiti: mangiare, giocare a golf, e fare del bricolage. Secondo Michael Downing, autore di un libro dal titolo eloquente Spring Forward: The Annual Madness of Daylight Saving Time (anticipare la primavera: la follia annuale dell’ora legale), i presunti risparmi energetici sarebbero addirittura una montatura. Stando ai risultati di un recente studio sui consumi domestici degli americani, accusa Downing, l’ora legale produrrebbe in realtà un aumento dei consumi compreso tra l’1 e il 4%, a tutto vantaggio delle compagnie petrolifere.
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