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Economia. Famiglie povere, potere d'acquisto mai cosi' giu' da 20 anni

L'euro nelle tasche degli italiani. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 7 APR. (AGI) - Cala ancora il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Il reddito disponibile in valori correnti e' aumentato dello 0,3% nel 2013 e nell'ultimo trimestre dell'anno e' risultato invariato rispetto al trimestre precedente mentre e' cresciuto dell'1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Tenendo conto dell'inflazione, il potere di acquisto delle famiglie e' diminuito dell'1,1%. Nel quarto trimestre del 2013 e' risultato in lieve diminuzione rispetto al trimestre precedente (-0,1%) mentre e' aumentato dello 0,4% rispetto al quarto trimestre del 2012. La propensione al risparmio si e' attestata al 9,8% nel 2013, registrando un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto all'anno precedente. A certificare nero su bianco la tendenza ancora negativa sul fronte dei consumi e' l'Istat che, alla vigilia del varo del Def, ha anche scattato una fotografia dei conti pubblici italiani confermando che nel 2013 il rapporto deficit/Pil e' in linea con i parametri europei, entro il tetto del 3%. In particolare, secondo l'istituto di statistica, il rapporto tra indebitamento netto e Pil, senza le operazioni di swap, e' stato pari al 2,8%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto a quello del 2012. La pressione fiscale, nel quarto trimestre dell'anno, e' stata pari al 51,5%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Nel trimestre l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil (dati grezzi)si e' attestato all'1,1%, inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2012. Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) e' risultato positivo e pari a 16,765 miliardi di euro. L'incidenza dell'avanzo sul Pil e' stata del 4,1%, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2012. Il saldo corrente e' stato positivo e pari a 5,003 miliardi di euro (9,153 miliardi nel corrispondente trimestre dell'anno precedente), con un'incidenza sul Pil dell'1,2%. Le uscite totali sono diminuite, in termini tendenziali, del 2,2%; la loro incidenza rispetto al Pil e' stata del 56,7% (57,9% nel corrispondente trimestre dell'anno precedente). Le uscite correnti si sono ridotte dello 0,1% e quelle in conto capitale del 26,5%. Al netto della spesa per interessi (in flessione del 9,4%) le uscite correnti sono aumentate dell'1,%. Le entrate totali, nel quarto trimestre, sono diminuite, in termini tendenziali, dell'1,4% con un'incidenza sul Pil del 55,7%, inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2012. Nel complesso, lo scorso anno, le uscite totali sono diminuite dello 0,5% rispetto all'anno precedente e il corrispondente rapporto rispetto al Pil e' rimasto invariato al 50,6%; le entrate totali sono diminuite dello 0,3%, con un'incidenza sul Pil del 47,7% anch'essa stabile rispetto al 2012.





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