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Renzi: "Iniziata la rivoluzione, sindacati non mi fermano"

Il Premier Matteo Renzi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 4 MAG. (AGI) - "E' iniziata la rivoluzione. Una rivoluzione pacifica, ma che le resistenze del sistema non fermeranno". Lo dice il premier Matteo Renzi in un'intervista al 'Corriere della Sera' e spiega: "Il fatto che tutti gli organismi siano contro lo considero un elemento particolarmente incoraggiante: noi non facciamo favoritismi". Continua il premier: "Noi siamo qui per cambiare l'Italia. Se qualcuno pensava che fossimo su Scherzi a parte, si sara' ricreduto. Trovo legittimo il malumore di tante realta'. Certo, non mi sarei aspettato che rappresentanti delle istituzioni abituati a servire lo Stato usassero espressioni come 'coltellate alla schiena'. Ma il punto e' un altro: l'Italia ha tutte le carte in regola per essere un leader nel mondo e il leader in Europa; ma per farlo deve cambiare. Non basta cambiare il Senato o le Province o i poteri delle Regioni; ma se ci riusciamo, se la politica dimostra che puo' riformare se stessa, allora abbiamo l'autorevolezza morale per cambiare gli intoccabili". E insiste: "Sono qui per cambiare il Palazzo; non accetteremo che il Palazzo cambi noi". "I miei avversari non sono in trincea. Sono piuttosto nella palude", prosegue nella sua riflessione il presidente del Consiglio, "nell'establishment ci sono, come dappertutto, forze conservatrici. Ma ci sono anche forze di cambiamento. E' evidente che una larga parte della classe dirigente ci osteggia. E' altrettanto evidente che noi non arretreremo davanti all'obiettivo di garantire ai cittadini una pubblica amministrazione in cui non si sentano ospiti indesiderati, ma padroni di casa. Se per far questo dobbiamo prenderci un po' di insulti e contumelie, ce le prendiamo. Non dico che dobbiamo cambiare tutto, ma che dobbiamo cambiare tutti". E sulle resistenze dei sindacati osserva: "ci dicano le loro idee: non abbiamo problemi ad ascoltarli. Ma vogliamo negare che occorra un cambio radicale delle regole del lavoro?". E ancora: "Il sindacato non puo' occuparsi solo di chi il lavoro ce l'ha o di chi e' in pensione. Anche i sindacati, come la politica, devono farsi un esame di coscienza, devono cambiare. Sogno un sindacato che, nel momento in cui cerchiamo di semplificare le regole, dia una mano e non metta i bastoni tra le ruote. Non vogliamo fare tutto da soli, sulla riforma della pubblica amministrazione aspettiamo anche le loro idee; ma vogliamo che a un certo punto si decida, altrimenti non e' politica, e' chiacchiericcio". A proposito del leader del M5S il premier ha osservato: "Mi ha molto colpito l'atteggiamento di Grillo a Piombino. E' andato in un'azienda che sta morendo, dove hanno appena spento l'altoforno, a strumentalizzare un dramma con il solo obiettivo di prendere voti e attaccare i sindacati". Mentre sulla polemica scatenata da Piero Pelu' dal palco del concertone ha sottolineato: "Sono vecchie polemiche fiorentine che lasciano il tempo che trovano. A me non interessano gli incarichi di Pelu' con il Comune, ne' quanto prende dalla Rai. Mi dispiace solo la spocchia sugli 80 euro da parte di un certo mondo artistico, imprenditoriale, salottiero".





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