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Teatro. Ci siamo dimenticati di ridere: le lacrime e il riso definiscono i giorni dell’uomo

Uno scorcio di Bari Vecchia. (foto) ndr.

di Nicola Cutino

BARI, 11 MAG. - “Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa […] non solo per te, ma anche per donarl(a) agli altri”. (Elli Michler). “Ci siamo dimenticati di ridere” è una Commedia vernacolare barese in due atti scritta dal giovane autore di testi teatrali Gennaro De Santis e rappresentata con successo presso il “Teatro Bravò” di Bari” nello scorse settimane del mese di Aprile. Interpreti del piece teatrale Giuseppe De Sario (Tristano); Gennaro De Santis (Memorio); Eleonora Volpe (Titina); Giovanni Delle Foglie (Marcalberto Rondinella); Maria Paola Cozzi (Isabella Rondinella); Isabella Cassatella (Nonna Chella). La regia è stata curata magistralmente da Gennaro De Santis. La trama: Tristano e Memorio, i due protagonisti della storia sono compagni di sventura e di stanza in una clinica psichiatrica, dove sono ricoverati per problemi mentali (malàte jìnde a u chezzètte): Tristano, all’apparenza, acculturato (che le scole fattìzze) e per bene e distinto (tutte linde e pinte), soffre di una incontenibile risata compulsiva, che si scatena nei momenti di maggiore stress. Memorio, poco sveglio (allambanàte), soffre di amnesia (scherdevolèzze) cronica. Stanchi (schecciàte) della permanenza in manicomio, i due riescono a scappare (se ne fùscene) con l’aiuto esterno di Titina, donna verace che lavora come massaggiatrice presso l’avvocato Rondinella, pupillo di una ricca famiglia barese. Titina presenta al professionista (u azzeccagarbùglie) il suo compagno d’ infanzia, procurandogli non solo un lavoro (fatìche) in qualità di maggiordomo, ma anche vitto e alloggio (nu poste pe mangià e pe dorme). La presenza di Memorio, però, complica le cose: difatti Titina trova molta difficoltà nel farlo assumere. Ma sappiamo bene che la necessità aguzza l’ingegno: “ U munne – del resto – iè de ce u sape pegghià!”. In realtà il capofamiglia (u capecìffe), dietro un atteggiamento burbero (schendrùse), nasconde un animo generoso (nòbele), al contrario Isabella, sua figlia è una ragazza viziata (caprecciòse), autoritaria (mberiòse) e furbetta ( scaldre), la quale dirige tutti gli affari di famiglia. Per convincerla, di conseguenza, Titina dovrà ricorrere all’ astuzia (ferbìzzie) e tanta pazienza, ma, alla fine, Titina riesce nel suo intento. Sappiamo bene, del resto, che “ La fèmmene iè nate prime de u diaue!”. La vita quotidiana, all’interno della famiglia Rondinella, è assai impegnativa: a parte le mansioni ( le ngombènze), i due malcapitati (desgrazziàte) devono tenere testa alle intemperanze (sfrenatèzze) e alla stravaganza ( la bezzarrì) dei datori di lavoro (de le patrùne) un pò squilibrati (matte) anch’ essi: una ragazza dispettosa (ngeriòse), un padre debole e arrendevole (smidollàte) e una nonna un tantino fuori di testa (spostàte) perché, come ribadisce un proverbio dialettale barese: “Pure a le vicchie prode u chevìrchie” . A complicare definitivamente la vicenda (la patòrie), c’è Memorio, il quale s’invaghisce perdutamente di Isabella, iniziando con passione (u crepacòre) a corteggiarla. Tristano, timoroso che le avances di Memorio possano compromettere l’ impiego, escogita ogni mezzo per tenere a bada il cuore innamorato (nammeràte perse) dell’ amico. Ma si sa che il cuore è lontano dal cervello (la tiòleche )… Solo la fatalità (u destìne) aiuterà a sanare l’infelicità (la penùrie) della famiglia Rondinella, l’ansia (u patème d’ àneme) crescente di Tristano e la passione (u termènde) di Memorio. Come? Questo sarà tutto da scoprire … Il prossimo appuntamento per apprezzare lo spettacolo è previsto per Sabato 29 Giugno alle ore 21:00 presso il Nuovo Abeliano di Bari nell’ ambito della Rassegna Teatrale “In scena per amore” della Piedigrotta Barese 2014. Serata assai gradita al numeroso pubblico presente a teatro per le situazioni paradossali rappresentate con sobrietà e con giochi di parole che hanno permesso di cogliere a pieno il senso della parola dialettale senza mai ricorrere alla volgarità da parte dei giovani attori dell’ Associazione di promozione sociale “Time of smile”, che svolge attività artistiche attraverso laboratori teatrali, produzione di commedie in vernacolo e in lingua italiana, spettacoli di varietà, sempre pronti a farci ridere, ma anche a farci riflettere. “ Nulla – ammoniva il poeta latino Catullo – è più stolto di un ridere insulso” L’ utilità del ridere è a tutti nota per i suoi effetti positivi sull’ ossigenazione del corpo e dell’ irrorazione sanguigna, sulla produzione di anticorpi ed endorfine, sulla psiche con il miglioramento dell’ autostima e nella neutralizzazione dell’ ansia e dello stress, sul miglioramento delle relazioni sociali: insomma la risata ci rende più dinamici e creativi, permettendoci di scaricare in maniera liberatoria le tensioni accumulate, di star bene con se stessi e in armonia con gli altri. Tuttavia occorre distinguere il ridere dal sorridere: il primo è qualcosa di esteriore, di superficiale, il sorriso, invece è interiore ed uno stato mentale. hSorridere vuol dire essere ottimista e godere delle proprie giornate anche di quelle più brutte, propagare gioia e serenità. Una lirica di P. Faber da me veldàte a la barese (trascrizione dialettale secondo le regole elaborate dal Seminario Permanente di Studio e di Approfondimento sul Dialetto Barese dell’ Associazione Onlus “ Mondo Antico e Tempi Moderni” Onlus) recita: 

“Regalà nu serrìse/ te da’ tanda chendendèzze a u core,/ arrecchèsce ce u pigghie/senza levà nudde a ce te u dà/ … / U serrìse porte felicetà/ jìnd’ a la famìgghie,/ dà aiute sop’ a la fatiche/ e iè segne d’ amecìzie./ U serrìse chenfòrte a ce iè stanghe,/ da’ coràgge pe scavalcà le prove d’ ogne dì/ e a u memènde de la trestèzze,/ addevènde medecìne./E ce iacchie ngualche d’ une ca no te u chengède:/ tu ha da iesse ( u stesse) generùse/ e nge ha da da’ u cudde tu./ Nesciùne tene tann’ abbesègne/ com’ a cudde ca no te u sape denà”. 

(Prof. Nicola Cutino, presidente Seminario Permanente di Studio e di Approfondimento sul Dialetto Barese dell’ Associazione Onlus “ Mondo Antico e Tempi Moderni”) .





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