Calcio. Brasile 2014: Naufragio Italia, "colpa nostra" e Prandelli e Abete si dimettono
Il C.T. Prandelli con Buffon. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
NATAL (BRASILE), 25 GIU. (AGI) - Azzurri eliminati al primo turno per la seconda volta consecutiva dopo Sudafrica 2010, conseguente terremoto in coda. Le dimissioni di Cesare Prandelli, l'addio di Giancarlo Abete. Ieri sera, poco prima delle 21 italiane, con gli azzurri gia' fuori dal Mondiale, prima il ct e poi il presidente della Federcalcio annunciano il loro addio. "Dopo la partita ho parlato con il presidente Abete e con Albertini, mi sembra giusto dare le dimissioni dopo il fallimento del progetto tecnico", le parole del ct dopo la sconfitta con l'Uruguay. Ma non e' tutto qui, non e' solo un problema tecnico: "mi prendo le mie responsabilita'". "Prima della firma del contratto c'era la volonta' di andare avanti e di proseguire questo progetto. Avevamo camuffato bene in quattro anni i problemi del calcio italiano. Poi siamo stati aggrediti, sia io che il presidente Abete, come se fossimo un partito politico e ci hanno accusato di prendere, anzi di rubare, i soldi ai contribuenti. Abete non prende un euro, io ho sempre pagato le tasse e non ho mai rubato i soldi a nessuno. Se sbaglio tecnicamente, invece, e' un discorso diverso e mi prendo tutte le responsabilita'". Poi tocca ad Abete che annuncia anche lui le sue dimissioni definendole "irrevocabili. Non perche' senta una particolare responsabilita' per i risultati conseguiti, ma perche' voglio favorire un livello di riflessione sulle strategie future della Federazione. Era una decisione che avevo gia' preso prima dei Mondiali, a prescindere dal risultato che avremmo ottenuto.
Manterro' i miei incarichi in Uefa e Coni, ma voglio liberare la federazioni dalle critiche che mi vengono rivolte in quanto vertice federale". Abete sente il peso della responsabilita' della decisione presa, pensa alle elezioni all'assemblea statutaria dell'11 agosto e che il tutto venga fatto "in una data utile a far si' che la ripresa del campionato e degli impegni internazionali inizi con il nuovo vertice federale, che avra' tutto il mio appoggio- Tra vebnerdi' e lunedi' convochero il Consiglio Federale". Abete non lascera' il mondo dello sport, anzi: "continuero' a fare politica sportiva con grande liberta', anche per dare delle risposte a gufi e portatori di malaugurio che infestano il nostro mondo". Una scelta, dunque, maturata molto prima di questa eliminazione. "Magari non verro' creduto ma e' cosi', e' una scelta mia perche' sono convinto che le varie componenti mi avrebbero dato ancora il loro appoggio", mentre secondo lui e' "assolutamente mancato il sostegno degli organismi sportivi". Una stoccata diretta al governo dello sport italiano. Dopo tanti anni in Federazione Abete lascia perche' pensava "comunque di staccare la spina, per motivi personali e professionali, io svolgo questa attivita' in maniera volontaria".Nel frattempo anche Prandelli, in una conferenza stampa che segna un'era del calcio italiano ancor di piu' di quanto non avvenne quattro anni fa in Sudafrica, spiega che le sue sono dimissioni "assolutamente irrevocabili", vanificando le speranze del dimissionario Abete che si augurava un passo indietro del ct. "Al di la' del risultato di oggi che ci amareggia, non si possono dimenticare il secondo posto all'Europeo, il terzo in Confederations e delle ottime qualificazioni Mondiali che abbiamo fatto".
Prandelli non tornera' indietro anche perche' sento suo il fallimento: "le scelte le faccio io, la preparazione e l'organizzazione generale e' responsabilita' mia, forse abbiamo limiti tecnici, non solo strutturali, ma anche di qualita', le responsabilita' sono mie sulle decisioni, sui cambi, sul progetto tecnico che non ha funzionato e me le assumo tutte. Ho preso questa decisione perche' ho fallito, ma ho anche fatto una riflessione, da quando ho rinnovato e' cambiata qualcosa, siamo stati considerati e attaccati come un partito, non c'e' stata una presa di posizione forte da parte di chi di dovere, pero' la decisione e' sull'aspetto tecnico". Le macerie del terremoto che ha investito il calcio italiano deve essere sgombrate velocemente, Prandelli ripartirebbe da "un progetto tecnico che parta dai settori giovanili che hanno smarrito il modo giusto di fare calcio, ci sono tanti stranieri nei nostri campionati e i club sono molto impegnati. C'e' bisogno di avere piu' collaborazione, vi faccio un solo esempio, ma ce ne sarebbero tanti: abbiamo un'amichevole importante di mercoledi' contro la Spagna e la domenica sera ci sono tre posticipi...Al di la' di questo siamo una delle poche Nazionali che parte senza il supporto dei propri tifosi. In questi anni abbiamo preso insulti e fischi, ma poi dobbiamo diventare la squadra che trascina il Paese, non abbiamo senso patriottico, fischiamo il nostro inno... Ripartiamo dai settori giovanili e cerchiamo di far ritrovare certi valori". Per Abete "la verita' del nostro sistema e' che ogni settore e' portatore di interessi specifici anche legittimi, vale per i club che devono pensare ai bilanci, vale per chi rappresenta giocatori e tecnici. Gli interessi generali sono quelli indirizzati ai vivai e alla Nazionale ma sono molto deboli".
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