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Estero. Prove di disgelo Putin - Obama In Normandia si celebra il D-Day

Putin e Obama. (foto Agi) ndr.

di Redazione

OUISTREAHAM (FRANCIA), 6 GIU. (AGI) - Incontro decisivo Putin-Obama durante la cerimonia che celebra il D-Day, il giorno che segno' l'inizio della fine della Seconda Guerra mondiale. Tra i due leader politici c'e' stato un breve scambio di battute, prima di entrare per la colazione nel castello di Benouville, nel corso del quale entrambi si sono mostrati favorevoli a "porre fine nel piu' breve tempo possibile alla violenza e alle operazioni militari" nell'Est dell'Ucraina: questa la versione data dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. I due erano stati tenuti accuratamente a distanza dal protocollo del Paese ospitante, la Francia. Obama e Putin si sono trovati per la prima volta faccia-a-faccia dall'inizio di una crisi, quella ucraina, che ha fatto ripiombare l'Europa in un clima da Guerra Fredda.La Francia ha organizzato le celebrazioni senza lesinare sforzi: in Normandia sono arrivati 19 capi di stao e 1800 veterani. prima di obama, aveva parlato il presidente francese Francois Hollande, il quale ha ricordato "la sofferenza e la gloria degli oltre 20mila statunitensi che persero la vita in Normandia. La francia - ha detto Hollande - non dimentichera' mai quel che si deve a questi soldati, quel che deve agli Stati Uniti. la Francia non dimentichera' mai la solidarieta' tra i nostri due stati, una solidarieta' che riposa su un sogno di liberta'". Importante è stato anche l'incontro tra Putin e il presidente ucraino Poroshenko: d'accordo sulla necessita' di uno stop immediato alle attivita' militari nell'est dell'Ucraina e al "bagno di sangue" in corso. La conversazione tra i due e' avvenuta a margine delle celebrazioni del 70esimo anniversario dello sbarco in Normandia. Lo riferisce sempre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, le cui dichiarazioni sono riportate dalla Ria Nvosti. Intanto seduti su tante sedie di plastica bianca, con la bustina ben fissa sulla testa, decine e decine di anziani dall'espressione tra il compreso ed il commosso ascoltano I discorsi ufficiali. Ogni tanto, dalla folla, accennano ad un saluto un po' incerto, come se cercassero di ritrovare, tra mille rughe, I volti della gente di 70 anni fa. Sono loro i veri padroni della festa che ha imbandierato tutte le case della Normandia, in un raggio di venti chilometri. E questo, Sainte-Mere-Eglise, e' l'epicentro dei festeggiamenti. Fu il primo paese dell'Europa liberata in quella che fu la piu' grande operazione militare nella storia del genere umano; Operazione Overlord, D-Day o, piu' semplicemente, lo Sbarco in Normandia. L'attacco frontale degli alleati alla Fortezza Europa di Hitler. Difficile vedere in questi anziani veterani, che ci tengono a deporre da soli una corona di fiori ai piedi del monumento sulla piazza principale, I personaggi che per decine di film sono stati interpretati da John Wayne o Henry Fonda. Sono assai piu' vicini a Tom Hanks alla ricerca del soldato Ryan. "All'epoca non c'era pieta', non c'era rimorso", ricorda uno, "poi il tempo ci ha cambiato". Normandia, 70 anni dopo: la memoria viene mantenuta con una celebrazione nel massimo della pompa. Venti tra capi di stato e di governo, delegazioni imponenti e la Francia che ne approfitta per ribadire un legame privilegiato, come lascia intendere nel suo discorso Hollande, con l'alleato americano. Anche se, all'epoca, I partner principali di Washington erano gli inglesi. Ieri hanno ribadito il concetto il Principe Carlo e Camilla Parker, visitando quel Pegasus Bridge che venne occupato nella nebbia del mattino al suono delle cornamuse scozzesi. Oggi c'e' Elisabetta II, arrivata a bordo di un Eurostar. A lei il ruolo dell'ospite d'onore. A tavola, nel pranzo ufficiale nel Castello di Benouville, Barack Obama insiste per avere alla sua destra Giorgio Napolitano. Napolitano, ancora il 25 Aprile scorso, ha voluto ringraziare per l'invito ribadendo che, in quei giorni, l'Italia aveva iniziato con le sue forze vive la riconquista della liberta'. La cortesia protocollare del presidente americano, pero', ha anche il sapore di una nuova manifestazione di stima personale, dedicata a chi viene da sempre considerato un punto di riferimento stabile e sicuro. Diverso, di certo, l'atteggiamento di Vladimir Putin, da mesi accusato di rilanciare la Guerra Fredda. Arriva ostentatamente senza giacca, e se la infila solo all'ultimo momento. Quasi un gesto plateale di fronte a quei suoi omologhi che appena ieri hanno celebrato un G7 tenendolo fuori della porta. E quando è arrivato Barack Obama, che inappuntabile e sorridente ha raccolto gli applausi girandosi a destra e sinistra, Putin resta per tutta la scena con lo sguardo fisso nel vuoto ed il volto ancora piu' inespressivo del solito. Si gira addirittura dall'altra parte. Solo alla fine batte le mani: una, due, tre volte, poi basta.





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