Libri. Qualcosa di noi di Anna Gomes: come eravamo a Bari, come siamo e come diventeremo
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La copertina del libro. (foto) ndr. |
di Romolo Ricapito
BARI, 10 GIU. - Pubblicati da Mario Adda Editore, gli otto racconti raccolti nel volume "Qualcosa di Noi" , scritti da Anna Gomes (Bari, 1957), si impongono all'attenzione del lettore grazie a una certa leggerezza e soavità , creando un'immediata empatia che coinvolge per le dissertazioni di vita vissuta tra Bari e altri luoghi, come ad esempio Cortina d'Ampezzo e Parigi. Il capoluogo pugliese resta però il riferimento speciale della prosa di questa nuova scrittrice, che pubblicò in passato tre raccolte di poesie edite da Laterza. Si parte col passato "remoto": Bari, anni '40. Irene, musicista, ha con il pianoforte e le sette note un rapporto davvero speciale. La musica è l' elemento "sostitutivo" della classica "sistemazione", che vedeva le donne di un tempo interessate alla ricerca di un marito come priorità assoluta rispetto ad altre azioni. Le sale da ballo , specialmente nel Sud Italia, erano i luoghi deputati al corteggiamento e alla socializzazione tra i due sessi. Vediamo nel contesto del racconto in questione, "Note di Musica", come le sorelle della protagonista siano "complici" dell'intreccio amoroso della loro congiunta. Le relazioni affettive, nell'Italia borghese di un tempo, erano regolate da un "sistema" sociale particolare, che coinvolgeva tutta la famiglia, nell'attesa della già citata sistemazione. Non tutto è rosa però, ma anche "nero": nel racconto infatti è citato il bombardamento del giugno '44 al porto di Bari . Gli intrecci amorosi delle sorelle di Irene completano il quadro, ma anche le gesta del bellissimo e sportivo fratello Ernesto. La storia di questa famiglia di commercianti di tessuti è il manifesto di vita di tante altre famiglie italiane di quell'epoca . Regnava su tutto una certa serenità fatta di cose e valori concreti , mentre Al di là delle onde, il secondo racconto, è un compendio di altri temi tipici relativi al Meridione, come la "Controra", che di recente ha dato anche il titolo a un film finanziato da Apulia Film Commission e ambientato nei paesi costieri del barese. Gli altri elementi di questa breve narrazione sono il Promontorio del Gargano, che negli anni del boom economico, i Sessanta, con l'inizio delle vacanze di massa (e non più dunque un turismo riguardante poche categorie privilegiate) iniziò ad essere la meta di gite domenicali e vacanze allungate, in un'epoca nella quale le vacanze al mare potevano durare anche tutto il periodo estivo e la scuola iniziava ad ottobre. In settembre invece, come ricordato da Anna Gomes, la Fiera Campionaria del Levante rappresentava un punto fermo dell'immaginario dei baresi . Tra gli altri temi di questo racconto sono presenti le festicciole organizzate in casa tra gli adolescenti , che negli anni '60-70 sostituivano quelle più "istituzionali" di strutture pubbliche o private come l'esclusivo Circolo Unione. Il concetto di "gruppo" di amici diventa decisamente alternativo e predominante rispetto alla famiglia di origine, mentre la musica di Lucio Battisti, sin dall'inizio dei Settanta, era la colonna sonora degli amori giovanili , sostituita a metà decennio da quella di Barry White (con l'avvento della disco music). Al di là delle storie personali-autobiografiche di Anna Gomes , il volume "Qualcosa di Noi" è importante perché in esso è raccolta una sorta di "bignami" di umori, mode, suggestioni e legami che i ventenni di oggi ignorano se non per sentito dire, ma che chi ha più di 50 anni rivive con passione e un po' di nostalgia. Nel volume l'autrice è capace di bilanci: il Teatro Petruzzelli riaperto al pubblico dopo l'incendio doloso che ne annullò l'attività fa da guardia alla città di Bari, cambiata all'esterno dal multiculturalismo del terzo millennio e sempre più meta dei turisti stranieri , trasportati dalla compagnia Costa Crociere. In "Piazza Santa Croce "ecco il confronto della protagonista con il Nord Italia e in particolare con la città che ne è l'emblema in fatto di arte: Firenze. Beatrice, l'amica di Anna (Beatrice è nome che ricorda, non si sa quanto intenzionalmente, la Vita Nova e la Divina Commedia di Dante) è un personaggio "disinvolto": ha un fidanzato storico, ma cerca un altro affetto che la appaghi maggiormente. Ecco i primi "germi" della contestazione alla già citata "sistemazione", quella insita nella borghesia vecchia maniera. La ricerca di altri uomini per Beatrice è una ribellione quasi istintiva che la porterà a una rottura delle regole definitiva, a costo di un'inquietudine poi sofferta nella maturità . Domani è Natale è il pretesto per dei ricordi che si rinnovano e impiantano nella mente durante gli anni maturi. Un incontro in funivia nella mitica Cortina è la base della storia, protagonisti i giovani Giorgio e Federica. Nasce qualcosa, ma la "lontananza" è "avversaria" dell'amore, in questo come in tanti altri incontri che avrebbero potuto diventare "sbocchi" felici di relazioni a lungo termine. Positano: in questa breve narrazione sempre di amori si parla, ma ambientati più a Nord di Bari, presso i nostri "cugini" campani. Rimembranze di amori passati si alternano a una solitudine apparente, ma serena, allietata dalla strepitosa bellezza di Positano, che fa da teatro a gioie e dolori di gente sconosciuta. In questo tocco d' internazionalità , anche perché la Costiera Amalfitana è meta soprattutto di turisti stranieri del Nord Europa, non stona per niente un viaggio a Parigi, con un'immersione totale in luoghi e strade tipici della Capitale. In tempi di crisi globale, luoghi evocativi e mitici come il Louvre, Notre Dame, la Rive Gauche, i caffè frequentati da Sartre, fanno da ambientazione a sprazzi di vite sconosciute, ma dai rituali ben noti . "Dacci il nostro caffè quotidiano" è lo spunto per documentare la crisi dei locali pubblici nel quartiere Murat, ovvero il cuore di Bari. Ecco allora i bar che chiudono e poi riaprono con nuove gestioni nell'ambito di una crisi economica che non si ricorda a memoria d'uomo per chi è nato dagli anni Cinquanta in poi. Sopravvivono alcune amicizie coltivate sin dai tempi del liceo; il racconto assume quindi un aspetto saggistico e di valutazione della realtà circostante in un mondo ormai invaso da troppa tecnologia, della quale i giovani sono i principali fruitori, ma spesso anche le vittime predestinate. "Lunedì Rosa" è un racconto dall'aspetto ancora più intimista: il cinema a prezzo scontato è un vezzo piacevole in tempo di crisi. Film come Tutta Colpa di Freud diventano il richiamo di un'umanità mista, fatta anche di anziani in gruppo, con l'osservazione che anche la cinematografia si nutre della realtà circostante, riproducendola con la descrizione di una situazione economica impoverita e che influenza moltissimo il sociale. La scrittrice affronta il dramma della disoccupazione giovanile con i molti giovani che per poter sopravvivere sono relegati in città del nord . In tutto questo, osservazioni autobiografiche; la madre rimasta vedova, la quotidianità che nella sua ripetitività di gesti offre degli elementi di certezza , dunque di serenità . Mentre La Giostra, conclusione di tutto, è un gioco negato da bambina e offerto come "risarcimento " per la gioia dei due figli, quindi una metafora di vita. In questo pot pourri di sensazioni, viaggio materiale e spirituale della protagonista, la famiglia è avvertita, ancora una volta, come rifugio sicuro in un mondo incompreso e incomprensibile ,che però offre ancora e sempre delle suggestioni , ma ancora di più - al contrario di quando si era giovani o bambini - anche tante nuove inquietudini.***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
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