'La Buona Politica' - Economia: venti di crisi su Berlino
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I dati economici italiani. (foto com.) ndr. |
di Cosimo Imbimbo
BARI, 28 LUG. - I dati pubblicati dagli analisti del fondo monetario internazionale gelano il
sangue alla cancelliera tedesca che da anni strozza i paesi del vecchio
continente imponendo misure austere e aggravando una crisi economica gia' di
per sé pesante.la crescita tedesca nel 2013 è prevista debole: ci sono
significativi rischi sulle prospettive. Il fondo monetario internazionale ha
tagliato le stime dei pil del 2013 della germania dallo 0,6% allo 0,3% a causa
dell’incertezza dell’eurozona. Proprio per questo sarà importante evitare un
"risanamento eccessivo".
"La solidità del sistema bancario è migliorata ma restano debolezze", si legge nell’article iv su berlino. "quest’anno il pil della germania è previsto crescere dello 0,3% con una graduale ripresa alla fine dell’anno condizionata a un’ulteriore e tangibile riduzione dell’ incertezza a livello europeo", hanno spiegato gli analisti dell'fmi sottolineando che l’allentamento fiscale "marginale" di quest’anno è appropriato. "le riforme strutturali per aumentare il potenziale di crescita della germania sono una priorità ", ha messo in evidenza il fondo precisando che le riforme al sistema finanziario interno dovrebbero assicurare un’ armonizzazione con le iniziative europee e offrire chiarezza sul panorama finanziario emergente. Quindi venti di crisi per la germania, motore economico globale e dominus dell’europa. Il wsj rimarca come l’economia tedesca appaia forte solo se paragonata all’eurozona. La produzione industriale è scesa lo scorso mese di 0,6 punti percentuali, ed i dati delle vendite non sono positivi. Nell’ultimo trimestre del 2013 l’economia dovrebbe essere cresciuta di solo lo 0,25%, mentre forniscono preoccupazioni l’invecchiamento demografico, la crescita del costo dell’energia e l’eccesso di regolamentazione dei mercati interni.
Per il quotidiano finanziario simili tensioni si potrebbero scaricare anche sui finora molto generosi mercati dei capitali, che hanno premiato le obbligazioni sovrane tedesche. La germania naviga a vista e il piano di riduzione delle tasse per il prossimo biennio rischia di naufragare davanti al temuto aumento del debito pubblico. «in questo caso schäuble dovrebbe subito abolire l’iva al 7 per cento applicata ad alcune categorie di prodotti, tra cui i libri e generi alimentari, per adeguarla a quella standard del 19 per cento» dice a panorama giacomo corneo, docente di scienze delle finanze della freie universität di berlino, «poi dovrebbe passare alle pensioni, aumentando l’età (ora ferma a 67 anni) e tagliando prepensionamenti e pensioni di reversibilità ».Possibile Parlare di recessione?SECONDO Alcuni analisti, è ancora troppo presto per parlare di recessione, soprattutto grazie al forte contributo dei consumatori tedeschi (infatti, le vendite al dettaglio hanno riportato un esito superiore alle aspettative) e alla robustezza del mercato del lavoro (che tuttavia ha registrato un brusco aumento del numero di persone disoccupate). Tuttavia, ciò non esclude che per il terzo ed il quarto trimestre dell’anno, la germania registri un periodo di contrazione, spiegano gli analisti, indicando come sia ancora troppo presto parlare di recessione (la quale, però, non si può escludere). Argomentazioni simili sono riportate in un’ intervista al quotidiano tedesco der spiegel da wolfgang muenchau, che ammette senza fronzoli che i tedeschi non capiranno forse mai che l’avanzo delle partite correnti non equivalga necessariamente ad essere competitivi.
E smonta il punto centrale della visione tedesca dell’eurozona, sostenendo che la germania non può fungere da modello per tutti gli altri membri dell’unione monetaria, per un fatto puramente matematico. «gli effetti delle tensioni in ucraina e di quelle in medio oriente sull'economia globale sono ancora difficili da valutare ma certamente queste due crisi stanno alimentando l'incertezza delle imprese», spiega joerg zeuner, capo economista di kfw. «se le tensioni dovessero rientrare, i tassi di crescita potrebbero di nuovo risollevarsi dopo aver tirato il fiato nel secondo trimestre ma abbiamo dei dubbi sulla possibilità che la crescita del pil di quest'anno, che stimiamo del 2%, possa essere ripetuta nel 2015.
I tedeschi mostrano di risentirsi di fronte ad analisi di questo tipo, al punto che la maggior parte di essi tende a considerare la storia nazionale anteriore al 1945 come irrilevante rispetto ai problemi attuali dell’eurozona e ad interpretare i paralleli storici come “un tentativo di estorsione da parte dei governi più indebitati”.
"La solidità del sistema bancario è migliorata ma restano debolezze", si legge nell’article iv su berlino. "quest’anno il pil della germania è previsto crescere dello 0,3% con una graduale ripresa alla fine dell’anno condizionata a un’ulteriore e tangibile riduzione dell’ incertezza a livello europeo", hanno spiegato gli analisti dell'fmi sottolineando che l’allentamento fiscale "marginale" di quest’anno è appropriato. "le riforme strutturali per aumentare il potenziale di crescita della germania sono una priorità ", ha messo in evidenza il fondo precisando che le riforme al sistema finanziario interno dovrebbero assicurare un’ armonizzazione con le iniziative europee e offrire chiarezza sul panorama finanziario emergente. Quindi venti di crisi per la germania, motore economico globale e dominus dell’europa. Il wsj rimarca come l’economia tedesca appaia forte solo se paragonata all’eurozona. La produzione industriale è scesa lo scorso mese di 0,6 punti percentuali, ed i dati delle vendite non sono positivi. Nell’ultimo trimestre del 2013 l’economia dovrebbe essere cresciuta di solo lo 0,25%, mentre forniscono preoccupazioni l’invecchiamento demografico, la crescita del costo dell’energia e l’eccesso di regolamentazione dei mercati interni.
Per il quotidiano finanziario simili tensioni si potrebbero scaricare anche sui finora molto generosi mercati dei capitali, che hanno premiato le obbligazioni sovrane tedesche. La germania naviga a vista e il piano di riduzione delle tasse per il prossimo biennio rischia di naufragare davanti al temuto aumento del debito pubblico. «in questo caso schäuble dovrebbe subito abolire l’iva al 7 per cento applicata ad alcune categorie di prodotti, tra cui i libri e generi alimentari, per adeguarla a quella standard del 19 per cento» dice a panorama giacomo corneo, docente di scienze delle finanze della freie universität di berlino, «poi dovrebbe passare alle pensioni, aumentando l’età (ora ferma a 67 anni) e tagliando prepensionamenti e pensioni di reversibilità ».Possibile Parlare di recessione?SECONDO Alcuni analisti, è ancora troppo presto per parlare di recessione, soprattutto grazie al forte contributo dei consumatori tedeschi (infatti, le vendite al dettaglio hanno riportato un esito superiore alle aspettative) e alla robustezza del mercato del lavoro (che tuttavia ha registrato un brusco aumento del numero di persone disoccupate). Tuttavia, ciò non esclude che per il terzo ed il quarto trimestre dell’anno, la germania registri un periodo di contrazione, spiegano gli analisti, indicando come sia ancora troppo presto parlare di recessione (la quale, però, non si può escludere). Argomentazioni simili sono riportate in un’ intervista al quotidiano tedesco der spiegel da wolfgang muenchau, che ammette senza fronzoli che i tedeschi non capiranno forse mai che l’avanzo delle partite correnti non equivalga necessariamente ad essere competitivi.
E smonta il punto centrale della visione tedesca dell’eurozona, sostenendo che la germania non può fungere da modello per tutti gli altri membri dell’unione monetaria, per un fatto puramente matematico. «gli effetti delle tensioni in ucraina e di quelle in medio oriente sull'economia globale sono ancora difficili da valutare ma certamente queste due crisi stanno alimentando l'incertezza delle imprese», spiega joerg zeuner, capo economista di kfw. «se le tensioni dovessero rientrare, i tassi di crescita potrebbero di nuovo risollevarsi dopo aver tirato il fiato nel secondo trimestre ma abbiamo dei dubbi sulla possibilità che la crescita del pil di quest'anno, che stimiamo del 2%, possa essere ripetuta nel 2015.
I tedeschi mostrano di risentirsi di fronte ad analisi di questo tipo, al punto che la maggior parte di essi tende a considerare la storia nazionale anteriore al 1945 come irrilevante rispetto ai problemi attuali dell’eurozona e ad interpretare i paralleli storici come “un tentativo di estorsione da parte dei governi più indebitati”.
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