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Libri. Il dramma del femminicidio al Libro Possibile di Polignano col testo di Deborah Riccelli edito da Palomar

Deborah Riccelli. (foto) ndr.
Dichiarazione in esclusiva di rosa maria scorese , sorella di santa scorese , vittima e in attesa di beatificazione

di Romolo Ricapito

POLIGNANO (BA), 11 LUG. - E' stato presentato durante la seconda serata del Festival del Libro Possibile di Polignano a Mare il libro di Deborah Riccelli edito da Palomar "Nessuno mai potrà + udire la mia voce". Con questo volume il femminicidio e i suoi drammi entrano in punta di piedi nell'ambito di una manifestazione a tratti gioiosa, ma che deve purtroppo fare i conti con la realtà di tutti i giorni, aiutando a sensibilizzare il pubblico su temi importanti, che richiedono una sorta di riflessioni collettive, allo scopo di poter prevenire, con l'esperienza drammatica appartenuta ad altri, situazioni di grave disagio che esulano dalla volontà del singolo ma che sono attribuibili a comportamenti asociali e condizionanti, attuati spesso da figure maschili. La narrazione del testo è di fatto una "fiction", ma trattasi in realtà di trasposizione iperrealistica dei drammi appartenenti a quelle famiglie che affrontano purtroppo i lutti e le violenze derivanti dai crimini compiuti nei confronti delle donne, molto spesso dai loro stessi compagni. Non a caso questo romanzo-verità si ispira alla vicenda di Veronica Abbate, 19 anni, che fu uccisa a Mondragone a colpi di pistola dal fidanzato, dopo che aveva minacciato di lasciarlo. A presentare l'autrice, la signora Orietta Limitone, presidente del Presidio del Libro di Gioia del Colle, la quale ha fornito un valido contributo interpretativo al libro di Riccelli. Mentre Fiorella Cardilli, attrice e volontaria del "Libro Possibile", ha letto un passo del testo, diario di una donna oggetto delle ossessive attenzioni di Gabriele. Deborah Riccelli, genovese, di professione ottico e che ha collaborato con un Centro di Accoglienza Anti- Violenze anche come Ufficio Stampa-Eventi-Comunicazione, fondatrice di Oltreilsilenzio Onlus Centro Antiviolenza a Genova, devolverà parte del ricavato del libro (14,50 il costo del volume) all'associazione nata in memoria di Veronica Abbate. "Il racconto è sì inventato-chiarisce l'autrice- ma nasce da stimoli prepotenti. Nel mio specifico caso, osservando un' intervista in televisione , realizzata nell'ambito di un telegiornale e fatta alla sorella di una delle tante vittime di femminicidio. Fui colpita esattamente da questa frase: "Nella mia famiglia non sarà più Natale". E così il personaggio "immaginario" di Francesca è un archetipo della cultura che vede le donne vittime sacrificali di una violenza apparentemente inspiegabile. Francesca dopo la morte violenta abbandona sé stessa e il suo corpo, raccontando da una diversa prospettiva i fatti che accadono intorno a lei. Dalla morte di questa giovane donna, è originata un'altra violenza, più sottile: la continuità e la cultura degli abusi sulle altre donne in chiave psicologica e pseudo-sociologica. Esse diventano infatti oggetto di giudizi, pregiudizi "a posteriori "e ricostruzioni irreali delle loro vite, anche mediaticamente. La gelosia del partner lusinga spesso, nella fase iniziale di un rapporto le ragazze, che si sentono ingenuamente (e particolarmente) amate e attenzionate. Tali attenzioni celano la precisa volontà da parte della figura maschile di mettere in atto forme d'isolamento nei confronti della loro metà, estraniandola completamente dalla famiglia e dalle amicizie. Queste morbosità costituiscono dunque una prima forma di violenza. Si è accennato anche nell'incontro ai sensi di colpa dei genitori , nell'ambito di una sindrome definibile "del sopravvissuto" : domande, risposte, dubbi e la risultanza finale che chi non c'è più è migliore di chi resta. Nel libro in questione è anche contenuta una frase tratta dal romanzo di Isabel Allende "Paula": non esiste separazione completa dal dolore finché resta il ricordo. Trattasi comunque di un ricordo alterato, ovvero modificato dalla tragedia. Francesca dice: ciò che mi preme di più è essere ricordata anche in certi piccoli gesti della vita quotidiana, piccolezze, stupidità, ciò che rende veramente "speciale" una persona. Riportiamo in esclusiva una dichiarazione di Rosa Maria Scorese, sorella di Santa Scorese, martire della Chiesa cattolica, uccisa a soli 23 anni da uno sconosciuto stalker , in attesa di beatificazione, ma già venerata come "serva di Dio". "Ho fatto una grande fatica nell'approcciarmi a questo libro inizialmente, ma l'ho fatto in maniera spontanea e sentita, a causa delle ben note mie vicende personali. Il libro è IL VISSUTO DI OGNI FAMIGLIA CHE HA PROVATO QUESTE TRAGEDIE SULLA PROPRIA PELLE. Ho faticato dunque su ogni rigo letto, ma mi sono completamente ritrovata nel testo. Ho chiesto a Deborah i suoi sentimenti rispetto ai casi delle ragazze e delle loro famiglie in esame, in un confronto spontaneo e utile ad ambedue e ho alla fine capito che il mio dolore è UNIVERSALE : Deborah HA INTROIETTATO LA SOFFERENZA DI UNA COMUNITA', QUELLA DELLE NOSTRE FAMIGLIE VITTIME DI RIFLESSO DI VIOLENZE CHE CI PORTEREMO DIETRO PER SEMPRE. In tutti noi esiste un vuoto che nessuno potrà può colmare, un vuoto fatto di rumori, suoni incancellabili, e tutto ciò che è appartenuto ai nostri cari scomparsi a causa di mani assassine. Romolo Ricapito , autore di questo articolo, ringrazia sentitamente per la sua toccante e importante testimonianza la signora Rosa Maria Scorese.





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