Agricoltura. Riforma della PAC: Agricoltura e paesaggio
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Territorio rurale e agricoltura. (foto) ndr. |
di Donato Forenza
FIRENZE, 14 SETT. - Nell’ambito delle attività dell’agricoltura europea, il nostro Paese con la definitiva approvazione della PAC si deve organizzare per intraprendere un periodo di sette anni di programmazione (fino al 2020) con nuove risorse e nuovi strumenti strategici per affrontare le molteplici sfide che attendono le imprese agricole e che sono influenzate da un complesso scenario mondiale radicalmente cambiato ed in continua evoluzione. Tali risultati sono il resoconto di un recente intervento del Prof. Paolo De Castro presso l’Accademia dei Georgofili in relazione alla situazione attuale della riforma della PAC: .
L’Italia e il sistema agro-industriale italiano sta attraversando un periodo alquanto difficoltoso, derivante da una crisi economica interna e dalla situazione internazionale in forte sviluppo; si sta verificando una rilevante pressione competitiva di imprese concorrenti e la crescita dei consumi alimentari di molti Paesi emergenti. Elemento vulnerabile, all’interno della filiera alimentare, è l’agricoltura, soprattutto per problemi strutturali. La insufficiente concentrazione e l’organizzazione produttiva e commerciale, e la polverizzazione dell’agricoltura italiana limitano il potere contrattuale degli addetti all’agricoltura. Le deleterie conseguenze di questa fragilità sistemica sono riscontrabili nell’andamento del reddito delle imprese agricole, anche in periodi in cui i prezzi alimentari sono in aumento; molte imprese alimentari italiane risultano, in maniera minore, sottodimensionate rispetto ad altre aziende europee, sia in termini di valore della produzione che di numero di occupati per impresa; pur a fronte di una crescita delle esportazioni di quasi il 70% in dieci anni, la propensione all’export della nostra industria alimentare è inferiore a quella dei nostri principali competitori europei.
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