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Bari. Nuovi ticket sanitari: insorge l'opposizione di Via Capruzzi

Una ricetta medica. (foto) ndr.

di Nico Baratta

BARI, 1 SETT. - Toni alti e secchi no dei consiglieri d'opposizione nei confronti della decisione presa dalla Giunta Regionale pugliese in merito la delibera di Giunta n. 1529 del 24 luglio 2014 che ha previsto che “presso le farmacie pubbliche e private convenzionale sia attivato il servizio di prenotazione e disdetta CUP, il cui onere è pari a due euro per ciascuna procedura, assegnato a favore della farmacia dispensatrice e a carico del cittadino richiedente”.
Vi proponiamo le  dichiarazione di alcuni consiglieri. Nel frattempo speriamo che l'opinione pubblica dia gran risalto al tal problema poiché la collettività deve sapere e non subire.

- Negro (Udc): “No a nuovi ticket sanitari la Giunta lavori per attuare il piano di rientro”.
 “No a nuovi ticket sanitari. Piuttosto la Giunta regionale lavori per attuare il piano di rientro sanitario con la riconversione delle vecchie strutture dismesse e la costruzione di nuovi ospedali”.
È quanto afferma il presidente del Gruppo regionale Udc, Salvatore Negro, che ha espresso contrarietà e dissenso nei confronti della delibera di Giunta n. 1529 del 24 luglio 2014 che ha previsto che “presso le farmacie pubbliche e private convenzionale sia attivato il servizio di prenotazione e disdetta CUP, il cui onere è pari a due euro per ciascuna procedura, assegnato a favore della farmacia dispensatrice e a carico del cittadino richiedente”.
“È inaccettabile il pagamento di due Euro per la prenotazione o disdetta di visite specialistiche attraverso le farmacie”, sottolinea il capogruppo Udc. “Concordiamo con quanti hanno espresso proteste in queste ore, tra cui anche alcuni colleghi di maggioranza: non si può sottoporre malati cronici, disabili e anziani a tale nuova gabella. Oltre che una pesante tassa a carico delle fasce più deboli della popolazione, c’è il rischio che tale ticket spinga gli utenti, soprattutto pensionati, a prenotare solo attraverso i CUP, intasando le strutture pubbliche. In questo scorcio di legislatura, piuttosto che ingegnarsi a imporre nuove tasse per tappare qualche falla, la Giunta regionale potrebbe lavorare per attuare quanto previsto dal piano di rientro sanitario, ovvero per quelle ragioni che spinsero all’epoca il gruppo Udc a sostenerne l’approvazione: la riconversione delle vecchie strutture in Poliambulatori e Case della salute e la programmazione della costruzione di nuovi ospedali. L’aumento dei ricoveri che si è registrato negli ultimi anni, infatti, poteva essere evitato se fossero state riconvertite le vecchie strutture dismesse come ci era stato garantito”.

- Ticket sanitari, Longo: “Un'ingiustizia in tempo di crisi”.
Una dichiarazione di Peppino Longo, consigliere regionale dell'Udc.
"In Puglia non c'è una sanità efficiente ma l'efficienza nel mettere le mani nelle tasche dei cittadini non ha eguali. Questo balzello del ticket per le visite prenotate (o disdettate) in farmacia ha davvero dell'incredibile e fa specie che il governo regionale non abbia pensato come evitare un'altra tassa per i pugliesi. Due euro, forse, agli occhi degli amministratori regionali, sembrano poca cosa ma in questo momento di grave crisi ci sono fasce deboli (anziani, disoccupati, malati cronici che già spendono fior di quattrini) per le quali si tratta di un'altra vera e propria montagna da scalare. Si faccia qualcosa, si eviti questa nuova ingiustizia e, soprattutto, si faccia in modo di rendere la sanità pugliese meno fallimentare di quanto già non lo sia".

- Ticket sanitario, Zullo (FI): “Gabella medievale? Rispondano Emiliano, Stefàno e Minervini”.
Solo nel 2005, pur di vincere le elezioni contro Fitto, non pago delle uova marce e dei pomodori lanciatigli contro nella sua Terlizzi, Vendola etichettava i ticket come una gabella medioevale promettendone l’eliminazione.
La sinistra, come nelle sue migliori abitudini,  non solo non ha mantenuto la promessa elettorale dell’eliminazione del ticket, ma, nel frattempo,  il cittadino pugliese è stato assoggettato a aumenti di tassazione IRPEF, IRAP e IRBA e per potersi approvvigionare dei farmaci è costretto a pagare- oltre al ticket- un euro in più per ricetta,  per poter effettuare una prestazione specialistica deve pagare-sempre oltre al ticket- ben dieci euro per ricetta e, se gli va male capitando in alcuni ospedali, anche il parcheggio.
Ora, come se non bastasse, se si vuole prenotare in farmacia bisogna aggiungere al già salato conto anche due euro.
In una Regione dove l’11% della popolazione rinuncia a curarsi per scarsa o mancanza di redditività, questo centrosinistra non si smentisce: mette in evidenza il suo vero volto del tassa e spreca nell’incuranza di tutta la sua schiera di rappresentanti pronti a non mollare l’osso-Regione e lì in fila per primarie e secondarie.
Se è vero che i vari Stefàno, Minervini ed Emiliano ci sono, che battano un colpo!

- Prenotazioni mediche a pagamento, Pastore: “I cittadini non paghino per disservizi sanità”.
"Un servizio è carente, nel caso specifico i Cup, per tutta una serie di motivi, e le istituzioni cosa fanno, anziché scusarsi con i cittadini per il disservizio, glielo fanno anche pagare, due euro a richiesta, per prenotare una visita medica.
Che questo sarebbe successo si sapeva già da tempo, da mesi. Solo che per correre ai ripari e mettere in campo soluzioni alternative si è arrivati ad oggi, cioè alla vigilia del pagamento di quei due euro, salvo alcune proposte e sperimentazioni in alcuni territori, come quella di coinvolgere i medici di famiglia, anche nella Asl Bat (ma chissà se i singoli medici, al di là delle intenzioni dei loro rappresentanti sono d’accordo).
Le intenzioni dell’assessore Donato Pentassuglia sono delle migliori, prevedono una verifica e razionalizzazione delle liste d’attesa e, soprattutto, che siano, appunto, i medici di famiglia a fare da interlocutori fra i pazienti, le loro esigenze e stato di salute, e prescrizioni/prenotazioni per visite specialistiche.
Certo è d’uopo anche il ritorno alla normalità, con la fine delle ferie estive, e la conta delle risorse, anche umane, con le nuove assunzioni.
Questi, in ogni caso, sono costi che non spettano ai cittadini/contribuenti, che già a monte pagano le tasse e, al momento, i ticket per i servizi e le prestazioni effettivi, nonché per le richieste.
Poco più di una settimana fa, per la nostra regione era stato motivo di vanto il basso costo della politica (fonte Sole 24 Ore) e, in un mio intervento, ero stato prudente su tale atteggiamento, portando come esempio, proprio quello dei servizi offerti ai cittadini in sanità e ai tanti sacrifici fatti in questo campo dalla nostra regione, imposti dai piani di rientro.
Di cosa ci si vanta se può prenotare prima e più comodamente e velocemente chi, al di là della necessità e della gravità del suo stato di salute, non ha alcun problema a pagare quei due euro?
Non è il costo in sé, che pure oggi può essere un problema serio, ma è il principio che è inaccettabile e va cambiato il prima possibile, e lo si può fare solo non perdendo tempo e mettendosi a lavorare, tralasciando le dissertazioni su quanto possa essere complicato, un passatempo utile solo ad aggirare il problema senza affrontarlo.
Le liste d’attesa non sono lunghe, sono addirittura folli, ma stare a contemplarle non le accorcia di un centimetro"

- Prenotazioni farmacie, Scianaro: “No al ticket a carico dei cittadini nei centri dove Cup sono carenti”.
“La questione del ticket da 2 euro per prenotare una visita specialistica in farmacia è un pasticcio che l’ex assessore Gentile ha prodotto prima di lasciare la Regione”. Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Antonio Scianaro.
“L’accordo sottoscritto con le federazioni dei farmacisti, che impone il pagamento a carico dei cittadini, non è stato ben pensato e formulato”, prosegue - è giusto che, nei territori dove i Cup sono presenti ed efficienti, i 2 euro siano a carico dei cittadini che scelgono la comoda prenotazione della visita in farmacia, pur potendo richiederla nei Centri di prenotazione gratuita. Nei Comuni dove, invece, il servizio è carente, è assurdo pretendere la prenotazione onerosa in assenza del servizio pubblico gratuito e dovrebbe quindi essere la Regione a sostenere le spese. È un particolare che non può sfuggire anche per evitare discriminazioni tra chi vive in un centro ben servito e chi no. Sono certo che l’assessore Pentassuglia saprà rimediare nella giusta direzione e risolvere anche un’altra ragione di perplessità. Voler informatizzare le ricette eliminando il cartaceo è un intento apprezzabile ed opportuno”.
“Demandare però, ai medici di base anche le prenotazioni è da valutare – conclude Scianaro - si rischia di duplicare costi e competenze tra gli stessi medici e i Cup, con un aumento inutile della spesa pubblica. Se questa è la strada, tra l’altro, che fine faranno i Centri di prenotazione? E soprattutto, i dipendenti lì impiegati, mentre abbiamo avviato le stabilizzazioni, cosa faranno? Tutte circostanze su cui è necessario fare chiarezza e di cui mi auguro che Pentassuglia tenga conto e ci informi sulla riorganizzazione del servizio”.
- Romano e Maniglio: Un Odg per sospendere pagamento prenotazione esami farmacia.
“Sospendere l’entrata in vigore della delibera che prevede il pagamento di 2 euro per chi prenota o disdice esami in farmacia; o, in subordine, esentare dal pagamento dei 2 euro gli anziani, i disabili e gli affetti da malattie croniche; e consentire anche ai medici di base di effettuare il servizio Cup, permettendo un migliore accesso al servizio pubblico da parte degli utenti”: sono gli impegni che il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Pino Romano, e il consigliere democratico Antonio Maniglio, chiedono di assumere, in un Ordine del giorno depositato oggi, all’assessore alla Sanità, Donato Pentassuglia, e a tutto il governo regionale.
Nell’Ordine del giorno, i consiglieri ricordano che, “con delibera di Giunta regionale n. 1529 del 24 luglio 2014, è stato previsto che presso le farmacie pubbliche e private convenzionale sia attivato il servizio di prenotazione e disdetta CUP, il cui onere è pari a due euro per ciascuna procedura, assegnato a favore della farmacia dispensatrice e a carico del cittadino richiedente”. Secondo Romano e Maniglio, in questa maniera “si viene a creare disparità tra il servizio del CUP e quello fornito dalle farmacie, anche e soprattutto in ordine al costo della prestazione, che oltretutto non garantisce alcuna priorità in ordine all’intervento richiesto”. Inoltre, i consiglieri sottolineano “che il meccanismo previsto dalla delibera intaserà i CUP al quale si rivolgeranno soprattutto pensionati e meno abbienti; e che tale meccanismo sarà un onere aggiuntivo soprattutto per i malati costretti, per la gravità della malattia, a fare ricorso a più visite specialistiche diagnostiche e ambulatoriali”.

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