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Concerti. Il pianoforte...accanto, conferenza concerto all 'Auditorium Vallisa di Bari: Rossini, Verdi, ma anche ...Amapola!

Una immagine del concerto. (foto GM) ndr.

di Romolo Ricapito

BARI, 14 OTT. - Si è tenuta presso l'Auditorium Vallisa la terza serata del Festival Pianistico organizzato ed ideato del Conservatorio "Piccinni" di Bari (10-23 0ttobre). Il tutto coadiuvato anche dal Dipartimento di Strumenti a Tastiera e Percussioni, interno allo stesso Conservatorio. Trattasi di una manifestazione che ha tra i suoi scopi precipui anche quello di avvicinare il "Pianoforte" alla Città di Bari. Tale nobile strumento è un accompagnamento essenziale per il cantante. La serata denominata "Il Pianoforte...accanto" ha quindi un duplice significato. Accanto vuol dire "vicino" ai cantanti ; ma il pianoforte è anche uno strumento didatticamente insostituibile. Ad esempio, i cantanti si esercitano sempre con i loro "vocalizzi" al piano, per essere sempre pronti alle esibizioni col pubblico. Il programma della serata è stato assortito, mischiando brani d'Opera con musica antica, ma anche musica popolare e napoletana. Il pianoforte è, inoltre, strumento duttile che di volta in volta deve avvicinarsi a quegli strumenti del passato come, ad esempio, il clavicembalo. Nella lirica e nell'Opera esso coadiuva il recitar cantando degli interpreti. La soprano Flora Marasciulo, accompagnata dal pianista Mario Caringella, dopo essersi esibita con una sorta di kazoo, che vibra a contatto della voce emettendo dei suoni filtrati, ha adoperato anche il flauto prima di proporre l'antica "Canzonetta" di Francesca Caccini (Firenze, 1587) , figlia di Giulio Caccini (1550) che fu madre, a sua volta, di quattro cantanti. La soprano Marasciulo si è esibita con un abito da sera marrone "macchiato", sovrastato da una esile camicia portata aperta, dorata , in seguito "sostituita" , da un leggero scialle marrone scuro, con applique luccicanti. L'abito era arricchito, sotto la scollatura, di numerose paillettes. Applaudita l'esibizione di Reginella, classico di Gaetano Lama (Napoli, 1886) per poi passare a Di Piacer mi Balza il Cor dall'opera La Gazza Ladra di Gioacchino Rossini. E ancora la celebre Torna a Surriento di Ernesto De Curtis (Napoli, 1875) -per avvicinarsi alla fine del primo atto- con Still wie die Nacht dall'opera 326, numero 27, di Carl Bohm, pianista e compositore tedesco nato nel 1874. Dulcis in fundo, per concludere la prima parte, preceduto da una bottiglia di spumante stappata da un'orchestrale, il celebre Brindisi di Giuseppe Verdi , nella prima versione secondo autografo. Qui la soprano ha offerto un divertente fuori programma: assaggiato lo spumante, ha omaggiato del prezioso vino un'orchestrale, lanciandoglielo addosso sull'abito elegante! Stupore del pubblico, applausi e divertimento dell'orchestrale, bagnato ma ricco di un invidiabile sense of humour. Nel secondo atto, spazio alla deliziosa Amapola, di Josè Maria . Lacalle (1860) spagnolo ma emigrato molto giovane negli Stati Uniti . Amapola fu al primo posto nella hit parade dell'epoca, nel 1946. Ancora Verdi dunque, con Mercè dilette amiche dall'opera I Vespri Siciliani. Dunque Estrellita, di Manuel Ponce, pianista messicano nato nel 1882 (tutti i musicisti del concerto sono stati scelti quasi esclusivamente, tra contemporanei di due secoli fa). Per giungere alla conclusione, la splendida 'O Paese d'O Sole, ancora del napoletano Vincenzo D'Annibale, nato nel 1894. Dunque Cielito Lindo di Carlos Fernandez e infine Granada del messicano Augustin Lara (1900) per l'esecuzione della quale la soprano ha riservato un'altra sorpresa: l'esecuzione vocale accompagnata dalle nacchere, da lei sapientemente maneggiate. La cantante Marasciulo ha dimostrato oltre a straordinarie doti vocali una notevole duttilità interpretativa; ad esempio, nei brani napoletani, ha accompagnato il canto con la gestualità tipica dei partenopei. La serata era ad ingresso libero.





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