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Foggia. “Odore di mafia al comune di Monte?” Lo scrive l'Attacco

La pagina dell'articolo de "l'Attacco" (foto) ndr

di Redazione

FOGGIA, 10 OTT. - In queste ore a Monte Sant'Angelo l'argomento principe del vociferare popolano, e non solo, sono gli argomenti scritti e pubblicati sul quotidiano foggiano "l'Attacco", diretto da Piero Paciello. Da quanto si legge pare che nell'Amministrazione Comunale vi sia odore di mafia. L'argomento è tema scottante in quanto le notizie trapelate da organi istituzionali foggiani e riportate in un articolo, "Odore di mafia nelle istituzioni", a firma di Lucia Piemontese parlano di infiltrazioni mafiose. Noi della redazione riportiamo fedelmente l'articolo pubblicato su l'Attacco. Niente niente l'amministrazione di Monte rischia lo scioglimento? 

Ecco l'articolo pubblicato da "l'Attacco".

"No comment, non posso dire nulla". Il Prefetto di Foggia Luisa Latella scuote la testa e risponde seccamente quando l'Attacco le domanda se siano vere le indiscrezioni secondo le quali la Prefettura starebbe verificando le eventuali infiltrazioni mafiose nell'amministrazione di Monte Sant'Angelo.
La città garganica sarebbe al vaglio dell'organo periferico del Governo, che avrebbe istituito o starebbe per istituire la commissione di accesso agli atti, primo passo per esaminare i possibili collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata o in alternativa il condizionamento che la mafia impone agli amministratori, ovvero i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Oltre a ciò è necessario connettere al condizionamento o ai collegamenti dei pregiudizi che sono la mancanza di libera determinazione per gli organi elettivi e/o amministrativi (dirigenti, personale), l'andamento negativo dell'ente locale, il malfunzionamento dei servizi affidati all'ente oppure pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica.

La commissione, secondo la legge, sarà composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, e sarebbe presieduta da Massimo Mariani, vicario del Prefetto di Cosenza. Non è stato possibile nella mattinata di ieri, al termine della conferenza stampa di presentazione dell'associazione antiracket foggiana, ottenere conferme di tali indiscrezioni dal Prefetto e nemmeno dal suo capo di gabinetto, la dottoressa Daniela Aponte. Non ne sa nulla neanche il sottosegretario Ivan Scalfarotto, mentre il Sindaco Antonio di Iasio, interpellato da l'Attacco, affermando di non averne notizia ammette che gli inquirenti sono al lavoro da tempo su quanto avvenuto negli anni passati a Palazzo di Città. In diverse occasioni, spiega il primo cittadino, l'ultima delle quali 2-3 mesi fa, i militari della Guardia di Finanza hanno compiuto sopralluoghi negli uffici comunali e prelevato una corposa documentazione fatta di atti e delibere. Gli inquirenti hanno sempre beneficiato della piena collaborazione da parte del sindaco.
Che siano in corso una o più indagini è dunque da presumersi, ma esisterebbe anche un ricchissimo dossier di 2mila pagine sul caso Monte. Come esisterebbero diverse personalità chiacchierate per la familiarità o vicinanza ad ambienti criminali all'interno degli organi di governo della città garganica.

Al commissariamento dell'ente locale si arriva dopo un'attenta procedura che prende il via dalla nomina di una commissione d'accesso agli atti da parte del Prefetto del territorio interessato che esercita i poteri di accesso e di accertamento di cui è titolare per delega del Ministro dell'interno; la commissione svolgerà la propria attività per 3 mesi prorogabili per altri 3 mesi, al termine redigerà una relazione conclusiva che invierà al Prefetto e questi redigerà un'altra relazione entro 45 giorni da inviare al Ministro dell'interno previa consultazione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato dal Procuratore della Repubblica competente per territorio e dal Procuratore Distrettuale antimafia competente per territorio. Il Ministro dell'interno in seguito potrà proporre lo scioglimento dell'ente al Presidente della Repubblica, che emetterà il decreto di scioglimento, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro 3 mesi a decorrere dalla presentazione della relazione del Prefetto. L'Ente, una volta commissariato, sarà retto da una commissione straordinaria, per un periodo che andrà dai 12 ai 18 mesi prorogabili fino a 24. Il d.lgs 267/2000 prevede inoltre che in caso di verifica negativa dei presupposti di legge per disporre lo scioglimento il ministro dell'Interno debba comunque emanare un decreto di conclusione del procedimento. Contro il decreto presidenziale di scioglimento si può ricorrere in prima battuta dinanzi al TAR e in appello dinanzi al Consiglio di Stato, i termini per impugnare il decreto sono dimezzati rispetto a quelli ordinari tranne che per il ricorso introduttivo, il ricorso incidentale e i motivi aggiunti.

diiasio sindacoA fine giugno il sindaco di Monte Sant'Angelo Antonio di Iasio è stato sentito dalla Commissione d'inchiesta sugli atti intimidatori ad amministratori locali, unico primo cittadino ad essere ascoltato oltre al cerignolano Antonio Giannatempo durante le audizioni atte a far luce sulla criminalità sul Gargano. "Io sono sindaco da due anni e non ho ricevuto alcuna intimidazione né materiale né verbale. Si sono verificati alcuni episodi; tre mesi fa circa (inizio 2014, ndr) quello più grave contro un dirigente dell'ufficio tecnico, che è stato oggetto di una mitragliata sulla serranda del suo garage. Ad ogni modo, il fatto è stato subito denunciato e ha permesso anche la cattura di un presunto colpevole. Questo anche grazie al nostro sistema di videosorveglianza che ha aiutato molto le forze dell'ordine", ha affermato di Iasio. "Rispetto ad altri episodi che si sono verificati non saprei dirne i motivi, se ci sono state o meno vere e proprie intimidazioni, per esempio, verso un consigliere comunale che un anno fa, se non erro, ha avuto squarciate le ruote dell'auto parcheggiata sotto casa. La lettura che posso dare di questi episodi – in base alla mia esperienza personale – è che si tratta di tensioni dovute alle difficoltà economiche che abbiamo. Da me c'è sempre la fila, perché la gente è convinta che il sindaco abbia in mano i posti di lavoro, le case da assegnare. Posso dire questo per l'esperienza di questi due anni in cui sono sindaco. Non mi risultano invece eventuali legami tra gli episodi accaduti e appalti da assegnare".
La presidentessa della Commissione Doris Lo Moro ha chiesto al primo cittadino: "Mi sembra di capire che la sua preoccupazione è più per la situazione di difficoltà che ha davanti che per la pericolosità dei singoli atti. È così?". "Sì, sono preoccupato proprio per la situazione economica, per la mancanza di lavoro che naturalmente porta i cittadini ad una certa esasperazione. Qualche mese fa c'è stata una forte contestazione per l'aumento della TARSU, tanto per fare un esempio, ma gli episodi restano sempre legati a questo tipo di situazioni; non si tratta di atti di intimidazione per ottenere qualcosa. Le pressioni sono forti perché c'è la convinzione che il sindaco abbia il potere di elargire posti di lavoro, ma non è così perché non ci sono posti per nessuno, purtroppo", ha risposto di Iasio.
L'articolo è di Lucia Piemontese, pubblicato sul quotidiano foggiano "l'Attacco" il 07 Ottobre 2014





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