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Foggia. L'associazione "Libera" ricorda Giovanni Panunzio

Giovanni Panunzio. (foto) ndr.

di Redazione

FOGGIA, 05 NOV. - Ventidue anni fa veniva ucciso a Foggia Giovanni Panunzio, imprenditore edile. Nella nostra città c'è sempre stata un'infiltrazione forte della criminalità nel settore dell’edilizia, uno dei business più redditizi. Negli anni '90, infatti, molti imprenditori edili subirono attentati e minacce. Panunzio decise di ribellarsi e di denunciare i suoi estorsori. Affrontò la criminalità e per questo fu ucciso il 6 novembre 1992, proprio in un giorno determinante per il mondo degli edili, ossia l'approvazione del piano regolatore della città. Evidentemente si erano colpiti gli interessi di qualcuno di importante, qualche affare milionario per la costruzione di nuovi quartieri e l'assegnazione degli appalti di questa città. Oggi, a distanza di ventidue anni, noi del Coordinamento di Libera Foggia continuiamo a ricordare la sua scelta e da questa costruiamo un impegno che quotidianamente ci porta a vedere la città con occhio critico e vigile. Dopo il suo omicidio Foggia ha continuato ad estendersi, a crescere spesso in maniera spasmodica. Le gru continuano a ergersi sulla nostra terra nonostante i tanti spazi abbandonati e degradati, i vani sfitti e la popolazione che non aumenta. Ancora oggi imprenditori edili vengono minacciati, subiscono attentati, fanno affari. Oggi ricordiamo un uomo che ha perso la vita per denunciare un sistema illecito di potere. Oggi speriamo ancora che il suo gesto non sia stato vano e che la città si interroghi seriamente su chi decide quanto ancora dovrà crescere. Siamo convinti, infatti, che più che altri palazzi Foggia avrebbe bisogno di costruire una comunità, un'unione tra tutte le forze sociali e pulite della nostra terra per mettere in atto un riscatto collettivo. Auspichiamo che l'Associazione Antiracket formatasi da qualche mese e a Giovanni Panunzio simbolicamente dedicata possa essere un altro passo verso questa meta e che ci possa accompagnare nel sentiero che noi da anni proviamo a seguire, quel sentiero illuminato dalla memoria di Giovanni e dei tanti caduti per mano della criminalità organizzata.





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