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Renzi e Berlusconi, riparte il dialogo sull'Italicum

Berlusconi e Renzi. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA 5 NOV. (AGI) - Riparte il dialogo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: un nuovo faccia a faccia che ha la forma di una colazione di lavoro a Palazzo Chigi tutto incentrato la legge elettorale. Due ore di colloquio, al quale hanno partecipato a fianco di Berlusconi anche Gianni Letta Questi, a quanto pare, i punti portati dal premier alla trattativa: soglia d'ingresso al 5% e innalzamento del premio di maggioranza al 40%. Durante una riunione di questa mattina dei vertici del Pd si e' ragionato sulla possibilita' di introdurre le preferenze. L'ex premier invece avrebbe chiesto garanzie sulla possibilita' di poter scegliere comunque una quota di candidati, ma non e' detto che passi il sistema dei capolista bloccati. Si muove qualcosa anche sul fronte dell'elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Forza Italia lancia una terna di candidati. Sono tre donne: Maria Pia Baccari con la professoressa di diritto internazionale privato e processuale Stefania Bariatti e la penalista Marzia Ferraioli. Contemporaneamente i 5 stelle dicono si' al nome di Silvana Sciarra, candidata del Pd alla Consulta, anche se precisano che l'ultima parola spetta al web. Proseguono intanto le le scintille, molte, prodotte dalle continue frizioni tra il governo italiano e la Commissione Esecutiva a Bruxelles. Qualcosa deve proprio non essergli andato giu', se dopo lo screzio di ieri il presidente della commissione, Jean-Claude Juncker, ha sentito l'esigenza di non smorzare piu' di tanto i toni ancora questa mattina. Io, ha scandito, sono "a capo di 28 commissari politici, non siamo burocrati ne' alti funzionari: siamo uomini politici". Renzi, a differenza di ieri, oggi non ha risposto. Il commento e' stato affidato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per gli Affari Europei, Sandro Gozi. "A Juncker chiediamo che la Commissione Ue eserciti un ruolo politico, che e' stato perso negli ultimi decenni", dice questi, la Ue non ha bisogno di "astrusi parametri finanziari, ma di decisioni forti di politica economica". "I popolari sono in Europa alternativi ai socialisti e ai populisti. E Renzi e' socialista e populista", controbatte su Twitter il presidente dei Popolari per l'Italia Mario Mauro. A dimostrare una volta di piu' che Bruxelles e' molto, ma molto vicina.





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