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Acquaviva delle Fonti (Ba). Martello alla mano aggredisce medici e infermieri al pronto soccorso [CRONACA DEI CC. ALL'INTERNO]

Il martello sequestrato. (foto cc.) ndr.

di Redazione

ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA), 1 DIC. - Con una martellata danneggia una vetrata del pronto soccorso e poi aggredisce medici ed infermieri, reclamando un furto subito proprio in quel reparto la notte prima. È accaduto ad Acquaviva delle Fonti dove i Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto un 48enne di Santeramo in Colle, già noto alle forze dell’ordine, con le accuse di resistenza e violenza ad incaricato di pubblico servizio, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento aggravato. L’uomo, recatosi presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Miulli con la sua utilitaria, peraltro privo di patente poiché revocatagli un anno prima, ha reclamato la restituzione di alcuni effetti personali a suo dire rubatigli durante la nottata precedente proprio dall’interno di quel reparto, mentre gli venivano praticate le cure a seguito di un incidente stradale. L’esagitato, poi, alla risposta da parte del personale sanitario preposto di adire eventualmente le vie legali, ha danneggiato la vetrata della postazione di accettazione colpendolo con il martello e quindi è passato alle vie di fatto, aggredendo due medici e due infermieri che erano intervenuti per dissuaderlo e cercare di riportarlo alla calma. I Carabinieri intervenuti poiché allertati dagli aggrediti, che tra l’altro hanno riportato lesioni giudicate guaribili tra i due e i cinque giorni, lo hanno bloccato e disarmato e, dopo averlo tratto in arresto, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, lo hanno condotto presso l’abitazione di residenza in regime di arresti domiciliari, in attesa del rito per direttissima. Condannato a otto mesi di reclusione, pena sospesa, il Giudice del Tribunale di Bari ha quindi disposto la remissione in libertà. 

TURI, SAMMICHELE E CORATO: FURTI DI OLIVE E DI UVA, SEI PERSONE, TRA CUI 4 DONNE, ARRESTATE DAI CARABINIERI, DUE LE DENUNCE 

Continua incessante l’attività di contrasto dei Carabinieri ai reati predatori contro le produzioni agricole. Questa volta a finire nella rete tesa dai militari sono state anche quattro donne foggiane, di etnia rom, arrestate dai Carabinieri della Stazione di Turi. I militari, nel corso di uno specifico servizio lungo la strada provinciale per Castellana Grotte, hanno sorpreso le donne, tre sorelle e un’amica, rispettivamente di 56, 50, 47 e 44 anni, mentre rubavano circa 50 kg di uva da tavola qualità “Italia”, riposti nel bagagliaio di una Ford Focus. L’ispezione del veicolo (tra l’altro priva di copertura assicurativa e per questo poi sottoposta a fermo amministrativo) ha permesso di rinvenire due coltelli da cucina, utilizzati per tagliare i grappoli. Tratte in arresto con l’accusa di furto aggravato in concorso, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, le quattro donne sono state sottoposte agli arresti domiciliari. La refurtiva, invece, è stata restituita al legittimo proprietario. A Sammichele di Bari, invece, padre e figlio, rispettivamente di 71 e 36 anni, sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Bari per gli stessi reati, poiché sorpresi dai Carabinieri della locale Stazione mentre caricavano su di un motocarro circa 30 kg di olive appena raccolte dall’interno di un fondo ubicato sulla via Vecchia Turi. La refurtiva è stata restituita al proprietario, mentre il motocarro è stato posto sotto sequestro, poiché l’anziano guidava il veicolo senza aver conseguito la prescritta abilitazione. A Corato, infine, due 39enni del luogo sono stati arrestati, con le medesime accuse, per aver rubato circa due quintali di olive. I Carabinieri della locale Stazione, di passaggio per le contrade Colonnella-Lama di Grazia, hanno sorpreso i due mentre raccoglievano olive in un fondo di proprietà altrui. Nella circostanza sono stati sottoposti a sequestro gli attrezzi utilizzati per la raccolta, mentre le olive sono state restituite all’avente diritto. Dopo l’arresto, i due, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.





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