Mostre. Molfetta (Ba): Mostra di Giuseppe Sciancalepore
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Il pittore Giuseppe Sciancalepore. (foto com.) ndr. |
di Angelica Vecchio
MOLFETTA (BA), 22 DIC. - «Perché è bello e mi fa star bene. Perché è rilassante ma al tempo stesso mi ricarica facendomi guardare le cose con occhi diversi. L’arte è una forma di creatività e di espressione estetica. Attraverso i colori ho la possibilità di esprimere le mie idee, comunicando le mie esperienze di vita e generando in me un viaggio interiore». Sono le parole dell’anima che il pittore Giuseppe Sciancalepore ha tramutato in una molteplicità di sguardi profondi nel suo primo vernissage nella città che gli ha dato i natali. Intitolata “Vie di fuga” e incorniciata nella splendida location della Chiesa della Morte ubicata nel centro storico di Molfetta, la mostra è stata organizzata dalla giornalista Paola Copertino coadiuvata dall’ausilio tecnico del dott. Giuseppe Tucci, critico d’arte. Dagli abissi ai meandri più suggestivi della natura, l’artista nostrano regala all’occhio di chi guarda innumerevoli finestre sul mondo, emozioni che vanno al di là del semplice tocco di colore. Difatti attraverso i suoi dipinti olio su tela è possibile visualizzare sin da subito una doppia chiave di lettura. Se per un verso la pittura, come una sorta di viaggio tra luce e colori, rappresenta la personale via di fuga di Sciancalepore tramite la tela, mesta mediatrice che gli dona la possibilità di esprimere a tutto tondo il suo stato d’animo, d’altra parte offre un importante spunto di riflessione sulla condizione dell’uomo contemporaneo. Coniugando sapientemente sogno e realtà , il pittore molfettese attraverso l’omaggio a cupi fondali e ad una natura chiusa su se stessa, spinge l’osservatore a fare i conti con «la scomoda quotidianità che tende sempre più ad uniformare i pensieri, a rattristare le menti e a soffocare negli adulti la creatività e la fantasia tipici degli occhi di un bambino». Ma non tutto è perduto. Dalle profondità marine e di una cupa foresta si irradia finalmente un fascio di luce che conduce alla libertà che si estrinseca in un sentimento di calma e di ritrovata serenità . Il viaggio si compie e seppur turbolento, alla fine offre una scappatoia che l’autore condivide con il suo pubblico rinnegando il solipsismo cui troppo spesso sono relegati gli artisti. Le vie di fuga – come ha sottolineato il dott. Tucci - «sono itinerari dell’anima verso emozioni pure, di passaggi rischiaratori, del tentativo di stemperare le tensioni altalenanti dell’animo umano alla ricerca di un armonico equilibrio».
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