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Economia. L'Fmi dimezza le stime sull'Italia. Crescita 2015 ferma allo 0,4%

LA sede dell' FMI. (foto) ndr.

di Redazione

WASHINGTON, 20 GEN. (AGI) - Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso di mezzo punto percentuale le stime sulla crescita italiana quest'anno e il prossimo. Il Pil e' atteso in rialzo dello 0,4% nel 2015 e dello 0,8% nel 2016. I dati sono contenuti nell'aggiornamento del World Economic Outlook. Peggiorano le prospettive economiche dell'area euro dove "la stagnazione e la bassa inflazione continuano ad essere fonte di preoccupazione". Tagliate anche le stime sul Pil di Eurolandia dello 0,2% quest'anno all'1,2% e dello 0,3% il prossimo all'1,4%. Nel 2014 il Pil della zona euro e' salito dello 0,8%. La Spagna si muove in controtendenza con un'accelerazione della crescita attesa al 2% quest'anno, in miglioramento dello 0,3% rispetto alla precedente stima. Su Eurolandia, spiegano gli economisti del Fondo, pesa l'attesa debolezza degli investimenti che prevarra' sulla spinta positiva dei bassi prezzi del petrolio, su una politica di bilancio piu' neutrale e sull' ulteriore allentamento monetario "gia' anticipato nei mercati finanziari e riflesso nei tassi d'interesse". L'Fmi ha tagliato dello 0,2% all'1,3% le proiezioni del Pil tedesco nel 2015 e dello 0,3% all'1,5% nel 2016. Per quanto riguada la Francia, le stime sono state ribassate dello 0,1% allo 0,9% nel 2015 e dello 0,2% all'1,3% nel 2016. Invariate le stime di crescita della Spagna nel 2016 all'1,8%. Nella zona euro la stagnazione e la bassa inflazione restano fonte di preoccupazione. "L'inflazione e' ulteriormente diminuita - si legge nel rapporto - e shock avversi, domestici o esterni, potrebbero comportare una persistente bassa inflazione o un calo dei prezzi perche' le politiche monetarie restano lente a rispondere". Contro la stagnazione, il capo economista del Fondo, Olivier Blanchard, indica tre armi: "la politica monetaria, la politica fiscale e le politiche strutturali", sollecitando riforme urgenti in molti Paesi. Peggiorano anche le prospettive economiche mondiali nonostante il calo del petrolio "che rappresenta un fattore positivo netto" e l'andamento migliore del previsto degli Usa. Le stime sul Pil globale sono state tagliate al 3,5% nel 2015 e al 3,7% nel 2016, con una sforbiciata dello 0,3% su entrambi gli anni rispetto alle previsioni contenute nel World Economic Outlook (Weo) dello scorso ottobre. Nel 2014 la crescita globale e' stata del 3,3%. Fmi: recupero prezzi petrolio solo graduale e parziale - I prezzi del petrolio invertiranno il loro trend in declino "solo gradualmente e parzialmente" nei prossimi anni. Lo prevede il Fondo monetario internazionale nell'aggiornamento delle stime del World Economic Outlook. Le quotazioni del petrolio in dollari "sono scese di circa il 55% dallo scorso settembre - si sottolinea nel rapporto - e se il calo e' legato in parte ad un'inattesa debolezza della domanda in alcune tra le principali economie", riflette soprattutto l'abbondanza di offerta legata "alla decisione dell'Opec di mantenere gli attuali livelli produttivi nonostante il costante aumento dell'estrazione non Opec e degli Stati Uniti in particolare". Gli economisti del Fondo, pur indicando nel basso livello delle quotazioni dell'oro nero un fattore positivo per la crescita, esprimono "incertezza" sulla persistenza di questo shock da forniture di petrolio. "I future sui prezzi del petrolio indicano un parziale recupero dei prezzi del greggio nei prossimi anni - si legge nel documento - coerente con l'atteso negativo impatto dei bassi prezzi sugli investimenti e sulla capacita' futura di crescita nel settore petrolifero". Tra i Paesi esportatori che dipendono dal petrolio per buona parte delle loro entrate fiscali, quelli che hanno accumulato risorse sull'onda dei precedenti alti prezzi possono permettersi un aumento del deficit mentre gli altri, avverte l'Fmi, possono ricorrere al deprezzamento del tasso di cambio per controbilanciare.





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