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Estero. Gli occhi del mondo sulla Grecia, i sondaggi dicono Tsipras

La Grecia al voto. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 24 GEN. (AGI) - Domani sono 9,808 milioni i greci chiamati alle urne dalle 7 ora locale (le 6 in Italia) alle 19 (le 18 da noi) per eleggere 300 parlamentari, con un sistema elettorale combinato maggioritario e proporzionale. Tutto il mondo attendera' con il fiato sospeso l'esito del voto perche' a seconda non solo di chi sara' il primo partito (la sinistra, un po' meno radicale da quando ha capito che potrebbe dover governare, di Syriza come prevedono tutti i sondaggi) ma di quale coalizione di formazioni riuscira' a formare un governo, dipendeono i destini dell'Eurozona. Tsipras: non rispetteremo gli accordi di austerita' Il partito che si aggiudichera' il maggior numero di voti conquistera' un premio di maggioranza di 50 seggi, ma avra' bisogno di 151 parlamentari per formare una maggioranza. La legge elettorale greca prevede una soglia di sbarramento del 3 per cento per l'ingresso in Parlamento, ma la formula di scelta dei singoli deputati e' piu' complessa: 12 seggi sono distribuiti attraverso liste bloccate, con una proporzione determinata dalla percentuale di voti ottenuta da ciascun partito; il resto dei parlamentari e' eletto in base ai voti ottenuti in ogni collegio. Se la sinistra radicale di Syriza vincesse le elezioni con il 32 per cento dei voti, come previsto dai sondaggi, sarebbe comunque costretta a formare un governo di coalizione. Tra le forze che potrebbero unirsi al partito di Alexis Tsipras, secondo la Bbc, potrebbero esserci i socialisti del Pasok, o quel che ne resta, guidati da Evangelos Venilos, dati intorno al 4-5 per cento. Altri possibili partner potrebbero essere l'ex premier George Papandreou, transfuga dal Pasok, con il suo Movimento dei democratici socialisti Kinima e il centrista 'To Potami', fondato dal giornalista Stavros Theodorakis. All'estrema destra, fuori dall'Arco Costituzionale diremmo in Italia, Alba Dorata, dato per quarto, seguito a stretto giro dai comunisti del Kke. Poi vengono i 'Greci indipendenti' di Anel, fuoriusciti da Nea Dimokratia, uniti a Syriza dall'ostilita' alle misure di austerity.





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