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Molfetta (Ba). Porto di Molfetta: Interdizione lato esterno del muro paraonde dei moli San Corrado, San Michele e Foraneo

La zona di porto bloccata. (foto com.) ndr.

di Redazione

MOLFETTA (BA), 20 FEB. - Si avverte l’esigenza di svolgere alcune riflessioni relativamente ai recenti e deprecabili atti di vandalismo che hanno colpito la nuova recinzione costruita dalla Regione Puglia per interdire l’accesso al pubblico alla banchina retrostante il muro paraonde del “porto vecchio”, la quale procede dalla piazzola ubicata nella parte posteriore della Capitaneria di porto di Molfetta (spiaggetta Cala S. Andrea) fino al fanale rosso del porto. Di recente, ignoti (per ora perché si sta indagando) hanno divelto alcuni pannelli della recinzione che è stata anche danneggiata e deformata, il tutto per consentirsi l’accesso ad un’area portuale che questa Autorità marittima ha interdetto al pubblico transito per i motivi che di seguito si esemplificano. Nel porto di Molfetta – conformemente a una normativa di carattere internazionale nata a seguito dell’attentato alle Torri Gemelle – è stato adottato un piano portuale di Security, vale a dire una serie di predisposizioni infrastrutturali, normative, procedurali e operative finalizzate ad evitare il rischio di accesso alle strutture portuali, alle navi ivi ormeggiate e agli equipaggi da parte di malintenzionati che ritengano di porre in essere atti criminosi o attentati. Di qui è nata la necessità – correlatamente alle succitate implicazioni di security dell’area portuale – di interdire sia una parte della banchina del “porto vecchio” che si affaccia sullo specchio acqueo portuale aperto verso la città (dove attualmente ormeggiano le navi) sia la parte retrostante il muro paraonde delle banchine San Corrado, San Michele, Molo foraneo, la quale procede dalla piazzola ubicata nella parte posteriore della Capitaneria di porto di Molfetta (spiaggetta Cala S. Andrea), fino al fanale rosso. Ciò al fine di evitare l’eventuale e malaugurato ingresso di eventuali malintenzionati che possano porre in essere attività criminose a danno delle infrastrutture della port security area e delle navi ormeggiate e degli equipaggi e operatori che vi prestano attività. Ma, al di là delle Security, rimane motivazione altrettanto prioritaria alla interdizione, in ogni caso, la pericolosità di tale banchina retrostante il muro paraonde, discendente dalla mancanza di dedicata illuminazione, dall’assenza di adeguata pavimentazione idonea al transito pedonale e veicolare, dalla mancanza di ridosso dal moto ondoso in caso di mare agitato. Nel passato e nel presente (prima della costruzione della recinzione), si assiste al frequente accesso e alla presenza di persone che passeggiano o pescano – compresi minori – sulla predetta area anche in ore serali e notturne. E non si può escludere che qualcuno possa avere un problema, incespicare sugli scogli e cadere in acqua, avere un malore in una zona che – lo si ribadisce – non è illuminata e controllata come la banchina che si affaccia sulla città. Esigenza prioritaria delle Istituzioni è dunque quella, in primo luogo, di prevenire ed evitare malaugurati incidenti alle persone che dovessero avere accesso alla predetta area, con la prioritaria esigenza di tutelare la pubblica incolumità e di qui la necessità di interdire la zona. Per tale motivo è stata predisposta da questa Capitaneria di porto – Guardia Costiera l’Ordinanza n. 05/2015 in data 19.02.2015 con la quale si conferma l’interdizione di cui sopra. A parte la presenza di telecamere dedicate e di ronde effettuate dal personale di questa Capitaneria, si coglie l’occasione per avvertire che i danneggiamenti già effettuati sulla recinzione sono stati portati all’attenzione dell’Autorità giudiziaria e, con l’occasione, si avverte che – sulla scorta della nuova Ordinanza – coloro che verranno trovati all’interno dell’area interdetta, saranno puniti con una sanzione amministrativa di 2000 euro. Chi venisse colto nell’atto di danneggiare le strutture sarà denunciato penalmente, e penalmente sarà denunciato anche chi verrà trovato nell’area del cosiddetto "molo sperone", attualmente sottoposto a sequestro giudiziario dalla Procura della Repubblica di Trani.





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