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Sanità. XXIII Giornata Mondiale del Malato, la Sanità ambasciatrice di valori


Gli Ospedali Riuniti di Foggia. (foto) ndr.
di Nico Baratta

FOGGIA, 10 FEB.L’assistenza è alla base del compito di ogni professionista che opera nel settore della sanità, pubblica o privata che sia. Poi vengono le cure, strumenti per guarire l’assistito. Spesso, ma non è il nostro caso, l’assistito è considerato un utente piuttosto che un paziente. Una disdicevole mutazione di far sanità per il bene della collettività.


La XXIII Giornata Mondiale del Malato è anche ambasciatrice di valori, oltre che comunicatrice. La Sanità degli OO.RR. di Foggia si allinea a tal valore. Il malato va assistito, compreso, ascoltato. La sua sofferenza va alleviata anche con l’ascolto e non solo con i medicinali. Difatti nelle strutture complesse dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria dei Riuniti di Foggia lavorano medici, infermieri, ausiliari che fianco a fianco con i pazienti condividono i loro umori, le loro sofferenze. In tal modo conoscono i problemi e affrontandoli con il dialogo e il confronto, alleviano le sofferenze, spesso riducendole. Del resto il primo compito di un medico è osservare e ascoltare il paziente, conoscerlo. Una tecnica tanto vecchia quanto contemporanea, che sortisce sempre i suoi frutti. La chiesa cattolica è vicina al malato. Lo fa con il continuo, tenace, laborioso, professionale lavoro delle suore, impegnate nelle corsie degli OO.RR. Come dice Papa Francesco il tempo che le Sorelle e anche i Fratelli trascorrono al fianco del malato, è “tempo santo”, che insegna a “uscire da sé”, tempo che ha un valore speciale, quello della gratuità che spesso molti dimenticano, quello di una carità sottaciuta ma che affranca il malato, spesso molto più di un semplice cliché.

La cura come forma terapeutica per il malato è completa se accompagnata dal valore della vita. Nel giuramento moderno di Ippocrate un passaggio fondamentale a tal scopo è “di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario”.

Valori, appunto, imprescindibili e inalienabili per l’essere umano, che va aiutato nel bisogno. “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo” recita un passo delle Sacre Scritture del Libro di Giobbe (Gb 29, 1-3,13-20). In quest’ottica il medico, l’infermiere, l’ausiliario, il volontario deve compiere il suo atto amorevole verso il malato.





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