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Bari...Vecchia - " C'è gente che si diverte a far pianger l'umanità, noi... dobbiamo divertirla..." (Totò, preghiera del clown) .

Totò in 'La preghiera del clown'. (foto) ndr.

di Nicola Cutino*

BARI, 10 MAR. - "Ridere è liberatorio, afrodisiaco, spiazzante, esaltante, piacevole e intelligente ... "( Iacopo Fo)": questo Ci regalano sempre gli attori della “Time for Smile” attraverso la loro “vis comica” interpretando gli esilaranti personaggi delle opere teatrali dialettali da loro messe in scena. Ironicamente:" C' è gente che si diverte a far piangere - scriveva il principe della risata Antonio De Curtis alias Totò- l' umanità, noi ... dobbiamo divertirla ...". L’ associazione “ Time for smile” di Bari in collaborazione con l’ “Associazione “Mondo Antico e Tempi Moderni” hanno presentato il giorno 7 marzo 2015 presso la Sala Teatro della Parrocchia S. Cecilia di Bari, la Farsa scacciapensieri in dialetto barese “IL DOTTORE INNAMORATO” il cui soggetto e dialoghi sono stati scritti da Gennaro De Santis, giovane attore versatile e regista emergente barese. La consulenza linguistica è stata curata dal prof. Nicola Cutino. Tecnico audio/luci di scena Nico Delle Foglie. Personaggi ed interpreti del divertente Spettacolo: Giuseppe De Sario (Dottor Maranzano); Maria Paola Cozzi (Coletta); Giovanni Delle Foglie (Michelino Bonasia); Gennaro De Santis (Slobodan); Rosa Ungaro (Palmina Di Stasi); Isabel Cassatella (l’ infermiera Francesca). Grande successo di pubblico e di critica per questo spettacolo di intrattenimento caratterizzato da una finzione comico/satirica sulle vicende sociali narrate. La recitazione degli attori non enfatica ma naturale. Movimenti scenici e gestuali meritevoli di considerazione, giusta intonazione della voce. Felici le scelte di narrazione della regia. Giudizio positivo, considerando le positive reazioni del pubblico per un testo ben strutturato, privo di un linguaggio becero e talvolta scurrile. Breve sinossi dell’ opera: Il Dottor Stefano Maranzano regge, come medico generico, un ambulatorio “sui generis” situato nel cuore di Bari Vecchia. Il giovane dottore, fanatico di calcio e pazzo della “squadra della Bari”, affronta ogni giorno i malanni e le nevrosi di pazienti bizzarri che si esprimono con il linguaggio popolare assai colorito. Al suo fianco, Francesca: un’ infermiera efficiente e fedele, alquanto autoritaria ed arcigna, segretamente innamorata del Dottor Maranzano. Slobodan, immigrato dal Montenegro, è il “pulitore tuttofare” dello studio medico, nonché piccolo furfante ed imbroglione sempre pronto all’ idea truffaldina. Tra i pazienti abituali prevalgono due figure su tutte, che ossessionano il dottore: la signora Palmina Di Stasi, signora verace e procace, disposta anche all’ipocondria pur di sedurre il giovane e prestante medico e Michelino Bonasia, giovane scansafatiche e bullo di quartiere, che vive di espedienti pur di non lavorare. La routine dello studio medico sarà stravolta quando farà il suo ingresso tra i pazienti, la nipote della signora Palmina, ossia l’ affascinante Coletta. “La sembatì – sappiamo bene, come recita un antico adagio barese – iè parènde a la gocce ossia l’ amore è cieco ed arriva all’ insaputa delle vittime”. Coletta bella ed avvenente, ma sempliciotta farà pazzamente innamorare per primo il dottor Maranzano, poi il baldo Michelino, scatenando un gran putiferio, gestito dallo scaltro Slobodan anch’ esso affascinato dalla giovane. “Fèmmene e mirre – dice un altro proverbio barese – lèvene u gedìzie a l’ ùmene”. Coscienza e professionalità saranno messe a dura prova, poiché in amore e in medicina tutto è lecito, in osservanza al motto popolare che richiama, nella realtà quotidiana, la sconveniente elasticità del giudizio secondo convenienza: “La chescènze iè come a la calzètte certe volde iè larghe alde volde iè strette”. 

(*Prof. Nicola Cutino presidente Associazione Mondo Antico e Tempi Moderni Onlus e del Seminario di Studio e di Approfondimento sul Dialetto Barese)





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