Estero. Isis: allarme per patrimonio culturale, Unesco accusa "crimini di guerra"
Il museo di Mosul in distruzione. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 6 MAR. (AGI) - Una settimana dopo la diffusione del video un cui miliziani dell'Isis distruggono a picconate le statue del museo di Mosul, gli jihadisti hanno di nuovo preso mira il patrimonio storico e culturale dell'Iraq, usando le ruspe per abbattere le vestigia dell'antica citta' assira di Nimrud. A denunciarlo e' stato il governo iracheno e l'Unesco ha bollato le distruzioni come "un crimine di guerra". Ora cresce l'allarme anche per il patrimonio storico e culturale di altre zone minacciate dall'Isis, come i siti archeologici di Cirene, Leptis Magna e Sabratha in Libia. Nimrud, fondata nel 13mo secolo avanti Cristo, si trova 30 chilometri a sud-est di Mosul. L'Isis considera ogni tipo di statue e raffigurazioni di divinita' come "falsi idoli" e per questo ne ordina la distruzione. Secondo il governo iracheno, i camion potrebbero essere stati usati dai miliziani anche per portar via i reperti. Impossibile comunque almeno finora misurare l'entita' del danno. Molti artefatti erano stati gia' portati nei musei di Baghdad, ma altri rimanevano sul posto; e anche se alcuni erano solo repliche, altri erano di inestimabile valore.
Secondo alcuni la distruzione di Nimrud potrebbe anche un tentativo di coprire il saccheggio dei reperti e la loro vendita sul mercato nero.
La massima autorita' sciita irachena, il grande ayatollah, Ali al-Sistani ha invitato il Paese a fare uno sforzo unitario per combattere il 'califfato': "Giorno dopo giorno, emerge la necessita' di unirsi e combattere la feroce organizzazione che non risparmia ne' gli uomini ne' i siti archeologici", ha detto durante il consueto sermone del venerdi', pronunciato da un suo collaboratore. Rientrato a Mosca, dove ha incassato l'aiuto russo nella lotta all'Isis, il premier Matteo Renzi stamane ha fatto il punto a Palazzo Chigi con i ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni, dell'Interno Angelino Alfano, della Difesa Roberta Pinotti e il sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti. Oggi anche il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha riconosciuto che la situazione in Libia "e' peggiorata" ed e' ora "complessa e pericolosa per l'Europa". I capi delle diplomazie dei Ventotto ne stanno parlando a Riga, primo punto in agenda del Consiglio informale. L'alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini, ha sottolineato che e' "simbolicamente molto importante essere uniti, non solo quando parliamo di Ucraina e Russia, ma anche di Mediterraneo e di Libia".
Il negoziato in Marocco per un dialogo nazionale in Libia "sta andando abbastanza bene ma ci vorra' tempo e le difficolta' sono molte", ha spiegato.
Intanto, da Rabat, un delegato del Parlamento di Tobruk, Abdel Muniam al Jarai, ha riferito che i negoziati per ora restano "indiretti".
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