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Primo si' al ddl anti-corruzione, torna falso in bilancio

L'aula del Senato. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 2 APR. (AGI) - Alla fine la maggioranza, non senza qualche batticuore, tiene ed il ddl pensato e scritto per lottare contro la piaga dilagante della corruzione viene approvato dal Senato. Ora passa all'esame della Camera. Queste le scarne cifre: 165 si', 74 voti contrari e 13 astenuti. Queste invece, in sintesi, le novita': 1) torna il reato di falso in bilancio per le societa' non quotate; 2) saranno reato anche le false comunicazioni sociali per le societa' quotate, con pene da tre a otto anni di reclusione; 3) da sei a dieci anni di reclusione per corruzione propria, commessa da pubblici ufficiali. In attesa del via libera della Camera (dove la maggioranza ha dalla sua numeri ben piu' tranquillizzanti), la giornata puo' essere fotografata sulla base di alcuni elementi politicamente interessanti. Ad esempio non passa la proposta M5S di introdurre l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per chi commette reati di corruzione. I grillini, dopo la bocciatura, danno a vedere il loro disappunto denunciando casi di pianismo da parte dei colleghi di Forza Italia, ,mentre il loro leader spara bordate dal suo blog, prendendosela con le ultime cronache giudiziarie che si concentrano, in queste ore, sul Pd. "Non gli si sta piu' dietro. Tra indagati e arrestati al giorno il Pd sta battendo ogni record. Al posto della procura antimafia, ci vorrebbe una procura Antipd", scrive Beppe Grillo in un post, "Sarebbe piu' immediata la ricerca delle responsabilita' c'e' un problema pero'. Nel Pd non ci sono pentiti e nessuno va mai in galera, ma quando mai? E soprattutto chi glielo fa fare di pentirsi? Dai tempi di Greganti e del 'conto gabbietta' il silenzio e' prassi, e' d'oro, e' cooperativo. Passata la bufera ritorni piu' candido di prima e un posto in Parlamento per te c'e' sempre se tieni la bocca chiusa. Un Buscetta nel Pd, ma anche negli altri partiti, non ci sara' mai". Non e' l'unico insoddisfatto, Grillo. Anche Forza Italia, quando capisce che la sua linea non e' quella che emerge come vincente, prima manda segnali di nervosismo sotto forma di assenze dall'Aula. Poi dichiara ufficialmente il suo no. Alla fine, comunque, a far vedere di essere soddisfatto e' Matteo Renzi. "Fare ostruzionismo e dire sempre di no - avverte il presidente del Consiglio con fare didascalico - e' un inganno che forse funziona il tempo di un click ma che gli elettori sanno sempre riconoscere".





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