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Riqualificazione area inquinata a Taranto. Premiato progetto del Polo Scientifico e Tecnologico “Magna Grecia” - capofila Università di Bari

L'Università di Bari. (foto) ndr.

di Redazione

BARI, 14 APR. - Il Polo Scientifico e Tecnologico “Magna Grecia” con capofila l’Università degli Studi di Bari ha ricevuto il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2015 di Legambiente per il progetto di ricerca di riqualificazione ambientale di un’area inquinata a Taranto. Il progetto premiato si intitola “Applicazioni di tecniche di fitorimedio a basso costo in località Cimino Manganecchia a Taranto”, ed è stato scelto tra le 130 candidature partecipanti alla competizione rivolta ad imprese private, pubbliche, individuali, cooperative, consortili, organizzazioni non profit, come “Buona Pratica Ambientale”. Il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2015 di Legambiente in partenariato con Confindustria, Camera di Commercio di Milano Regione Lombardia, Politecnico di Milano, Università Commerciale L. Bocconi e con il contributo di Fondazione Cariplo, e con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e di EXPO 2015, è stato assegnato nell’ambito della cerimonia che si è tenuta ieri 13 aprile a Palazzo Giureconsulti in Milano. La strategia di fitorimedio proposta dal Polo è stata finalizzata alla bonifica e/o messa in sicurezza di un’area in località “ex campo Cimino – Manganecchia” a Taranto, in cui analisi dell’ARPA Puglia avevano evidenziato la presenza di PCB e metalli pesanti. La sperimentazione si è svolta sulla base del “Protocollo di intesa per la salvaguardia delle risorse naturali ed il ripristino ambientale di aree degradate” siglato nel novembre 2012 tra: Polo Scientifico e Tecnologico “Magna Grecia”, Arcidiocesi di Taranto, Centro Educativo Murialdo di Taranto, ARPA e Distretto Produttivo DIPAR. L’impianto di pioppi è stato progettato e realizzato con un clone di un particolare ibrido precedentemente sperimentato su PCB in serra per accelerare la biodegradazione naturale dei PCB ed il contenimento, attraverso l’esteso apparato radicale dei pioppi sviluppatosi, della contaminazione diffusa da metalli pesanti presente nell’area di studio. Ad 1 anno dall’impianto i risultati delle analisi chimiche dei campioni di terreno analizzati, sia dei contaminanti organici che dei metalli, confermano l’efficacia straordinaria di tale applicazione. L’azione sinergica delle piante e dei microrganismi naturalmente presenti nel terreno ha innescato in soli 14 mesi il processo di biorecupero dalla contaminazione e un generale miglioramento qualitativo delle porzioni dell’area di studio in cui sono cresciuti i pioppi. Vista l’elevata persistenza intrinseca dei PCB (definiti notoriamente dalla Convenzione di Stoccolma POP, cioè composti organici persistenti), la presenza di una contaminazione multipla ed il fatto che l’area di studio è costituita da terreno di riporto, l’intervento di recupero ambientale proseguirà nei prossimi anni, tuttavia risultati ottenuti dopo il primo anno di sperimentazione sono stati estremamente incoraggianti. L’area sperimentale oggetto di studio costituisce “un laboratorio a cielo aperto” unico nel suo genere per il fitorimedio in situ di PCB e il contenimento di metalli pesanti poiché permette di seguire nel tempo la degradazione e trasformazione dei contaminanti persistenti presenti (biodegradazione fitoassistita) e verificare la consistenza della fitoestrazione e l’efficacia del fitocontenimento dei metalli delle piante di pioppo.





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