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Teatro. 'Sanghe, amore e contrabbanne' - Una commedia di Franco Minervini al teatro Duse

Una immagine dello spettacolo. (foto D. Forenza) ndr.

di Adriana De Serio

BARI, 7 APR. - Il capolavoro teatrale “Sanghe, amore e contrabbanne”, di cui è autore Vito Maurogiovanni, è stato mirabilmente vivificato scenicamente nel Teatro Duse di Bari, per merito di Franco Minervini, attore e regista, e della sua compagine artistica. L’incisiva e tragica attualità del testo ha scalfito i cuori del folto pubblico di spettatori, veicolato dalla magistrale arte attoriale dei protagonisti Minervini, Elena Cascella, Luca Amoruso, Jenny Mineccia, Rocco Servodio. Il plot drammaturgico, che si avvale di un delizioso vernacolo barese, focalizza una storia familiare, nella quale il capofamiglia, privo, anche per propria volontà, di impegni di lavoro, e pertanto dedito a trascorrere il tempo con attività ludiche, è affiancato da una moglie petulante, da un figlio affetto da una grave disabilità psicofisica, e da un altro figlio che, si scoprirà a conclusione, essendo stato cooptato dal mondo del contrabbando, ne diviene vittima, fino ad essere ucciso con colpi di pistola. Una particolare suggestione emotiva ha sollecitato la performance di Luca Amoruso, il quale, indossando le vesti del disabile, condannato al silenzio, perché incapace di parlare, ne ha caratterizzato la mimica posturale, gestuale, facciale, con una straordinaria, esemplare, maestria teatrale, elicitando un’espressività anche significativamente eloquente. Pur nella sua disabilità, questo figlio sembrava comprendere le gravi problematiche familiari, e quasi elaborarne il significato, con comportamenti librantisi sul velo dello scherzo e dell’ironia amara. A lui, disabile, l’autore Maurogiovanni ha del resto affidato il climax del lavoro teatrale, quando, nell’immagine finale, uditi i colpi di pistola, congiungendo le mani del papà e della mamma, traduce un messaggio di armonia e di amore che trascendono qualsivoglia contingenza. Tutti i protagonisti sono stati interpreti dotati di ottimo dominio teatrale e scenico, nell’ambito di una regia che ha oculatamente scandagliato la lezione drammaturgica di Maurogiovanni: è doveroso pertanto menzionare il Minervini regista accurato ma anche gustoso nel ruolo di capofamiglia, la Cascella nelle vesti popolane della mamma, la Mineccia quale brava ragazza ex fidanzata del figlio contrabbandiere, Servodio, prete ineccepibile perfettamente aderente al suo ruolo. I meritati applausi hanno coronato un’ armonica interpretazione ed una viva dimensione comunicativa della complessità famigliare e sociale creando positive valenze poliedriche di speranza.





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